Le cose cambiano. Ho immaginato mille e più volte la mia morte come un carosello di sangue e dolore. Il mio petto squarciato, il cuore adagiato sullo stomaco, gli occhi sbarrati. Intestini divelti, come sanguinolente ghirlande attorno al mio corpo grottescamente inarcato dagli ultimi spasmi prima della dipartita. Se invece morissi dolcemente nel sonno, tra decine di anni?
(dal diario di Alessio, aprile 2003)
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«Vado a studiare un po', domani c'è l'interrogazione di Economia e non posso assolutamente prendere un'altra insufficienza.» Ivanka sbuffa, è chiaro che preferirebbe rimanere con lui ma l'esame di maturità incombe e i suoi voti non sono dei migliori. «Non vedo l'ora di finire, non ne posso più» aggiunge.
«Vieni a pranzo da me, domani?»
«Certo.»
«In bocca al lupo.»
«Crepi.»
Alessio la guarda sparire oltre la porta e prende un cioccolatino al liquore dalla ciotola sul tavolo del salotto. Lo scarta lentamente, indeciso se mangiarlo o meno. A parte qualche biscotto, non mangia dolci da un mese. Ha paura di sentirsi male e passare il resto del pomeriggio abbracciato alla tazza del cesso, e al tempo stesso teme un nuovo calo glicemico. Ora che la sua amica se ne è andata sente di nuovo freddo, è di nuovo debole. Meglio morire di infarto perché il suo corpo è troppo provato per sopravvivere al mal di stomaco, o morire di fame?
Devo farmi coraggio. Mal che vada, potrò dire di essere morto provando a star meglio.
Con un sospiro, come se stesse giocando alla roulette russa con un revolver carico per metà, dà un morso e lascia che quella delizia gli si sciolga in bocca. Ha un sapore dolce, rassicurante. Incoraggiato dalla piacevole sensazione, finisce anche l'altra metà, e pensa che forse è ancora in tempo per salvarsi. A pranzo, oltre a due fette di prosciutto cotto, è riuscito a mandare giù anche due crackers. Ivanka e sua madre non hanno commentato, non hanno insistito affinché prendesse anche qualche forchettata di pasta. Gli hanno sorriso, però.
Si accende una Marlboro e si decide ad affrontare il contenuto della busta che ha trovato tra le pagine del suo nuovo diario. Ha già una mezza idea di cosa ci troverà. Un foglio a righe, riempito dalla grafia minuta e ordinata, quasi maniacale, di Gerardo. Ha sicuramente usato una Staedtler, in otto anni di scuola non l'hai mai visto scrivere con una penna differente. Ne aveva un astuccio pieno: blu, nere, rosse, verdi, quasi tutte con i cappuccetti rosicchiati.
Non sono bravo come te con le parole, nei temi prendevi sempre voti più alti dei miei e sai quanto ti ho odiato. Tu sei tutto quello che avrei voluto essere...Sei bello, MAGRO, simpatico, brillante e quando il giudizio degli altri ti ferisce LO SFIDI e non ti nascondi dietro un finto senso di superiorità come ho sempre fatto io... Siamo sempre stati cane e gatto ma quando ho avuto bisogno mi hai teso la mano. Non devi pensare sia stato un gesto inutile... tu mi hai permesso di vivere, anche se solo per pochi mesi. Con te e GRAZIE A TE, ho fatto cose che non credevo possibili. Ho avuto degli amici...ho fatto il bagno al lago senza nascondermi sotto una maglietta... mi sono ubriacato e ho cantato a squarciagola su un treno...ho baciato una ragazza e mi sono sentito dire TI AMO... sono stato FELICE per qualcosa di diverso da un dieci a matematica... e mi sono sentito NORMALE. Ma come dici tu... "chi nasce tondo non muore quadrato ma può smettere di rotolare". Io non ho smesso di rotolare, non ce l'ho fatta. Non devo spiegarti niente perché tu puoi capire... me l'hai dimostrato quel giorno che stavo per buttarmi... hai capito che non era ancora arrivato il momento e ora puoi capire che il momento è arrivato. Sono sicuro che Dio mi perdonerà e mi porterà in un posto dove potrò essere felice come sono stato con te, con voi, l'estate scorsa...e ci incontreremo di nuovo lì... ma tra TANTISSIMI anni. Tu DEVI vivere.
Il tuo amico Gerardo

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Alessio
Ficción GeneralATTENZIONE! Storia ad alto contenuto di violenza, descrizioni crude e linguaggio spesso volgare. -5 luglio 1999- "(...) paziente non collaborativo, mostra ostilità e atteggiamento provocatorio verso il personale medico. Nega di aver tentato il suici...