47. Tenebrosetto

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«Ti va di rimanere con me stanotte?» La donna si accese una Multifilter e prima di dare una boccata, lo baciò sul petto.

«Devo avvisare a casa.»  Un istante dopo aver pronunciato quelle parole, le guance di Alessio si imporporarono di nuovo, e non di eccitazione.  Kornelia si era lasciata sfuggire un «Certo, piccolino», e un mezzo sorriso.

Imbarazzato, prese il cordless dal comodino e andò a telefonare in bagno. Gli rispose Tommaso.

«Pronto?»

«Io rimango a dormire da un'amica, se per voi non è un problema.»

Mezzo minuto di silenzio, poi l'uomo gli disse che sua madre voleva parlare con i genitori della sua amica, enfatizzando l'ultima parola.

«Non ci sono, altrimenti non mi avrebbe invitato a dormire da lei.»

«Ma certo!»  Una risata sguaiata, come prevedibile. «Fai quello che devi fare, ma stai attento. Se scopro che diventerò nonno, ti infilo una bottiglia nel culo e poi ti prendo a calci in pancia finché non si rompe.»

Alessio si morse le labbra per non replicare come avrebbe voluto. Si limitò a rispondere che non era uno sprovveduto, chiedendosi poi se la Bestia conoscesse quel termine. Tornò in camera da letto con lo sguardo basso.

«C'è qualcosa che non va?» gli chiese Kornelia. «Ti fanno problemi se resti?»

«Abbracciami.»

Non c'era altro da dire, nient'altro che lei potesse fare.

***

Alle sette del mattino, raggiunse Kornelia in cucina. Avevano fatto sesso altre due volte. La prima dopo cena, quando era uscito dal bagno fresco di doccia e lei non aveva resistito alla vista del suo corpo umido, coperto solo da un asciugamano attorno ai fianchi e aveva risvegliato i suoi sensi deliziandolo con quello che il patrigno avrebbe definito un succhione; la seconda giusto mezz'ora prima, un buongiorno molto gradito.
Gli sembrava di vivere in un film. 

Un film erotico, non un porno, perché nei porno i protagonisti non si abbracciano, non si baciano, e soprattutto lei non prepara la colazione al suo focoso amante, o se lo fa lo fa nuda, con tette e chiappe al vento, e lui ne approfitta per sbattersela sul lavandino.

E invece la sua splendida Kornelia stava apparecchiando la tavola con indosso un sobrio tailleur blu, scarpe basse e i capelli raccolti in una treccia

«Vogliamo giocare alla professoressa e all'alunno?» le chiese, pensando che non gli sarebbe dispiaciuto un altro round.

«Devo andare al lavoro, bel tenebroso. Stavolta il tuo appetito lo sazierai riempiendoti il pancino.» Lei gli fece scorrere un'unghia laccata di rosa dallo stomaco all'ombelico, lanciandogli un'occhiata allusiva. Il modo in cui lo guardava lo faceva sentire a proprio agio con quel corpo che troppo spesso gli sembrava informe e inadeguato a celare la bruttezza della sua anima.

«Hai preparato il pranzo?» 

Sul tavolo c'erano uova strapazzate, salsicce con funghi, affettati e sottaceti, e delle frittelle. Niente biscotti, merendine o scatole di cornflakes.

«È la Śniadanie, la colazione. Ti ho preparato una tipica colazione polacca. Spero che tu non sia uno di quelli che inizia la giornata solo con un caffè e due biscotti.»

«Assolutamente no. Solo che non ho mai mangiato salsicce a colazione. Una volta mia madre mi ha beccato a finire gli avanzi di pizza prima di andare a scuola e mi ha guardato come se stessi ammazzando qualcuno. E il mio patrigno... Beh, puoi immaginarlo.»

AlessioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora