L'appartamento in cui vive con sua madre e Tommaso (si rifiuta di chiamarlo patrigno, e lo farebbe anche se, Dio non voglia! Marta lo sposasse) si trova al quarto piano di uno dei tanti palazzoni grigi del complesso popolare denominato Bronx, alla periferia nord-ovest di Roma.
Un'abitazione modesta ma più che dignitosa, di cui sua madre si occupa con cura quasi maniacale, sempre in ordine, sempre pulita.C'è un piccolo soggiorno luminosissimo, da cui si accede alla cucina, e un corridoio che porta alle due stanze da letto e al bagno, e che termina con uno sgabuzzino dove troppe volte Alessio è stato rinchiuso da bambino, per espiare le sue terribili colpe: essere rimasto a giocare in cortile oltre l'orario consentito, aver preso un voto mediocre, aver risposto male a Marta.
Le lunghe ore trascorse al buio tra scatoloni, scope e flaconi di detersivo, spesso con schiena e gambe doloranti per le cinghiate, l'hanno fatto diventare claustrofobico e gli rendono difficile entrare in un negozio di articoli per la casa senza farsi prendere dall'ansia o da apparentemente immotivati scatti di rabbia.
Non sopporta quel misto di odori di detersivo e detergenti vari, lo riporta indietro nel tempo e gli provoca uno sgradevole senso di nausea, ma adora il profumo delle lenzuola fresche di bucato, degli indumenti puliti lasciati asciugare al sole sul balconcino. Sanno di coccole e amore, di attenzioni di cui non è mai sazio.Casa è per lui rifugio e prigione, un riparo confortevole dove poter essere se stesso (chiunque lui sia, perché non ha ancora un'idea precisa in proposito), libero da maschere e segreti, ma anche il luogo dove si consuma il suo martirio. Se quelle mura potessero parlare, racconterebbero la più terrificante delle storie dell'orrore.
A volte ha il sentore che morirà lì, ben prima dei suoi coetanei, e in modo cruento. La Morte lo attrae e lo spaventa, così come la Vita, e non sapendo cosa scegliere, vaga in un limbo indistinto, lasciandosi trascinare dagli eventi, cercando di riempire come può quel vuoto che l'accompagna da che ha memoria.Tornato da scuola, l'accoglie un profumino invitante di soffritto, a coprire la fragranza di lavanda dei pavimenti immacolati. In cucina la tavola è già apparecchiata, sua madre sta armeggiando ai fornelli e Tommaso fuma accanto alla finestra, con in mano un bicchiere di vino.
Saluta velocemente e va in camera a cambiarsi. Ha la maglietta stropicciata e sporca di terra ed erba, e non vuole dare spiegazioni. Quando se la sfila, qualcosa di piccolo e giallo cade sul letto.
«Tesoro, è pronto!» lo chiama Marta.
Si infila una polo pulita e va a sedersi al suo posto.Tommaso sembra di buonumore, appena brillo.
«Come è andata a scuola?» gli chiede, versandogli un bicchiere di vino.
Sua madre gli lancia un'occhiataccia.
«Tommy!»
«Lascialo bere, non è più un bambino. Alessio, ti ho fatto una domanda!»
«Tutto a posto.» Il ragazzo arrotola gli spaghetti sulla forchetta, consapevole di star usando la mano sbagliata. È un riflesso condizionato, ormai. «Sono stato interrogato in matematica, ho preso otto e mezzo.»
«Bene.»
«Ho discusso col professore di Sistemi.» Forse avrebbe dovuto tenerselo per sé, ma nel dubbio lo venga a sapere per altre vie, preferisce dirglielo lui.
«Mi ha detto che sono un maleducato perché non ho preso abbastanza sganassoni» aggiunge, con aria di sfida.«Ha ragione.» Tommaso sghignazza, mostrando due file di denti storti e giallognoli. «Tua madre dice che sono troppo severo ma visti i risultati non te ne ho mai date abbastanza. Cos'è che vuoi dirmi, Alessio? Vuoi che ti prenda a cinghiate? Mi stai provocando?»
Voglio che crepi.
«Sto condividendo con te la mia giornata come si fa nelle famiglie normali. Non è quello che volete tutti e due?» Alessio sa di essersi avventurato su un terreno minato, ma non riesce a trattenersi.

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Alessio
General FictionATTENZIONE! Storia ad alto contenuto di violenza, descrizioni crude e linguaggio spesso volgare. -5 luglio 1999- "(...) paziente non collaborativo, mostra ostilità e atteggiamento provocatorio verso il personale medico. Nega di aver tentato il suici...