57. Alessio si rompe

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Alessio è pietrificato. Una miriade di pensieri gli affolla la testa, uno più spaventoso dell'altro. 

Si rende improvvisamente conto di essere un bambino che gioca a fare l'adulto ma che, alla resa dei conti, è più immaturo della maggior parte dei suoi coetanei. Non è pronto a fare il padre e al contempo sa di non essere in grado di condannare una creatura innocente al suo stesso destino di abbandono. 

L'idea che dal suo seme sia stata concepita una nuova vita lo terrorizza, gli toglie il fiato: suo figlio avrà i suoi geni, il suo sangue marcio, il DNA di un essere storto e incapace di stare al mondo. 

E poi c'è Tommaso. Ok, probabilmente non gli infilerà nessuna bottiglia su per le terga, ma gli spezzerà la schiena a calci o gli taglierà la gola, e allora non sarà più questione di scegliere se andarsene o rimanere a far danno: suo figlio sarà orfano di padre prima ancora di nascere.

Mio. Figlio.

Due parole che ha pronunciato tante volte singolarmente ma che unite gli gelano il sangue nelle vene.

Kornelia intuisce subito il motivo del suo terrore.

«Non di te» gli dice, sfiorandogli una guancia. «Aspetto un bambino da Stefano.»

Ha un tono neutro, un po' titubante perché conosce le implicazioni di quello che gli sta rivelando, ma la luce nei suoi occhi tradisce la sua emozione.

«Sei sicura sia suo?»

«Sì, piccolo.»

«Ci siamo scordati di prendere precauzioni un paio di volte, come fai a esserne sicura?»

«Alessio, ho smesso di prendere la pillola un mese fa, e da allora con te sono sempre stata attenta.» Kornelia sembra non avere alcun dubbio, nessuna preoccupazione in merito. E questo fa ancora più male dell'idea di diventare padre a diciotto anni.

«Tu... Volevi rimanere incinta di Stefano?»

Hai scelto lui. Hai sempre preferito lui. Ma di cosa mi stupisco?

«Sì, e siamo stati fortunati. Ci siamo riusciti subito.»

Alessio si rifiuta di accettare la verità che gli è stata sbattuta in faccia in un modo così brusco. Non può essere come sembra, lei non ha finalmente scelto con chi stare. Non gli ha preferito l'altro. Non è possibile che voglia rinunciare a lui, al suo Tenebrosetto, non può essersi stufata delle sue mani abili, della sua lingua, del corpo che fino a due sere prima ha detto di adorare. Non può aver deciso di abbandonarlo.

«E ora come faremo?» chiede, temendo che la risposta sia quella che non vorrebbe sentire.

«Alessio...» Kornelia sospira, lo sguardo ora colmo di affetto, dolcezza, e nulla più. Dove sono finiti il desiderio, la passione, la complicità che li ha uniti per più di due mesi?

«Come faremo? Insomma, adesso non è un problema, ho già avuto dei rapporti con una donna all'inizio della gravidanza, ma poi...Quando lui tornerà a Roma, quando avrai un bambino da accudire, come faremo dopo?»

«Alessio, non ci sarà nessun dopo. Pensavo l'avessi capito, sono stata chiara fin dal principio. Sono stata benissimo con te, ma ho altre esigenze, altri progetti. E quello che ho fatto a Stefano non è giusto.»

«Avevi bisogno di rimanere incinta per capirlo?»

«Ho smesso di prendere la pillola quando ho capito che lo amo davvero e che è davvero l'uomo giusto per me. Ho sbagliato con tutti e due, piccolino, avrei dovuto chiudere subito con te.»

«Ma non l'hai fatto. Mi hai usato. Sì, mi hai usato perché il tuo uomo giusto non scopa bene come me e tra un anno ti approfitterai di un altro povero ingenuo, e poi di un altro ancora. E magari hai anche il coraggio di dire che gli stronzi siamo noi uomini, due pesi e due misure. Mi hai illuso!»

AlessioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora