«Posso farti una domanda un po' personale?» chiese Jonathan.
Erano seduti al tavolo della cucina più grande e attrezzata che Alessio avesse mai visto (il sogno di sua madre, che sfogliava riviste di arredamento soffermandosi a lungo su cucine di quel tipo, commentando che avrebbe tanto voluto un frigo enorme e un piano di lavoro ampio e sempre sgombro), davanti a due tazze di caffè e delle fette di pane tostato spalmate di una strana crema vischiosa che sapeva di noccioline.
«Forse.»
«Sei incredibile. Qualunque altro ragazzo della tua età mi avrebbe risposto sì o no.»
«Cosa vuoi sapere?»
«Che problemi hai con le camicie bianche?»
Alessio si sforzò di rimanere impassibile. Quello era un discorso molto personale, addirittura più di quanto accadeva a casa sua, e non avrebbe certo iniziato a parlarne proprio con uno sconosciuto.
«Nessun problema a parte quello che ti ho detto. Il bianco ingrassa.»
«Però l'hai indossata per le ultime foto...»
«Mi sembrava adatta. E poi faceva un bel contrasto col colore del divano. Sono un'artista anch'io, no?»
«Fai teatro, Alessio?»
«No, però mia madre mi dice sempre che dovrei.»
«La nomini spesso. Immagino che siate molto legati.»
«Ho solo lei.» Il ragazzo abbassò lo sguardo e parve improvvisamente interessatissimo ai disegnini sulla tazza del caffè. Leoni e giraffe stilizzati, in colori troppo sgargianti per i suoi gusti. «È la mia famiglia.»
«Non hai un padre?»
«Ci ha abbandonati prima che nascessi, a quanto ne so.»
Ma non ne sono del tutto sicuro, forse è scappato dopo aver capito che sarei stato un disastro di figlio.
«Mi dispiace.»
«Tu hai figli?»
Jonathan non rispose subito, dando ad Alessio l'impressione di aver fatto una domanda inopportuna.
Ma del resto ha iniziato lui e io, da idiota quale sono, gli ho anche risposto.«Jeremy» riprese l'uomo, poi indicò una fotografia sull'anta del frigorifero. Una semplicissima istantanea ben diversa da quelle che gli aveva mostrato prima, che lo ritraeva insieme a un adolescente biondo e allampanato, totalmente vestito di nero. «Ora non c'è più. Si è ucciso undici anni fa, aveva la tua età. L'ho trovato appeso a un albero in giardino, accanto all'altalena che gli avevo costruito quand'era bambino.»
«Perché l'ha fatto?» Gli occhi di Alessio si accesero d'interesse e partecipazione. Aveva sperimentato sulla propria pelle che gli istinti suicidi non erano un'invenzione letteraria o cinematografica, ma fino a due mesi prima non aveva mai conosciuto qualcuno che avesse provato la sua stessa voglia di farla finita (tantomeno che ci fosse riuscito). Da quando aveva visto Gerardo in procinto di gettarsi nel vuoto, aveva iniziato a percepire il suicidio come qualcosa di più reale e possibile, non più solo una fantasia in cui crogiolarsi nei momenti bui. Aveva anche iniziato a pensare che le persone che amava avrebbero potuto fare quello che lui si limitava a progettare, lasciandolo solo.
«Lo psichiatra da cui lo mandavamo per le sue crisi d'ansia riteneva soffrisse di un disturbo di personalità borderline o che fosse bipolare, e ci propose di mandarlo da un suo collega specializzato in questo tipo di patologie, ma non abbiamo fatto in tempo. La situazione era più grave di quello che pensavamo.»
Era chiaro che il signor Sanderson avesse voglia di parlarne, di sfogarsi, e il ragazzo si sentì meno in colpa per la propria curiosità.
«Cos'è un disturbo di personalità borderline?» chiese. Non aveva mai sentito quella definizione. Bipolare sì, aveva appreso dell'esistenza di un tale disturbo leggendo articoli sulla morte del suo indiscusso idolo musicale, Kurt Cobain. E ultimamente, quando sua madre aveva iniziato a dargli del malato di mente, si era chiesto spesso se non fosse proprio quello il nome della sua presunta malattia (arrivando però sempre alla conclusione di essere semplicemente un errore della Natura, cosa per cui non esistevano farmaci e cure).

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Alessio
Ficção GeralATTENZIONE! Storia ad alto contenuto di violenza, descrizioni crude e linguaggio spesso volgare. -5 luglio 1999- "(...) paziente non collaborativo, mostra ostilità e atteggiamento provocatorio verso il personale medico. Nega di aver tentato il suici...