63. Gli anni in motorino sempre in due

124 20 35
                                    

Ottobre 1990

Alessio aspetta Manuel fuori dal piccolo bar vicino la scuola. Sta gustando uno di quei ghiaccioli tricolori usciti per i mondiali di calcio, e ha le labbra verde menta. Alle orecchie, immancabili, le cuffiette del walkman. Ora il suo gruppo preferito sono i Guns'n'Roses, hard rock bello tosto che ben si adatta alla sua indole sempre più impulsiva e aggressiva, e che fa da colonna sonora ai suoi lunghi pomeriggi solitari chiuso in camera ad esercitarsi con la chitarra acustica, in attesa di rimediarne una elettrica. Vorrebbe dipingere le pareti del suo rifugio di una tinta più congeniale al suo essere. Nero, o meglio ancora rosso. Un bel rosso cupo, come i suoi incubi. Da qualche tempo ha iniziato a fare brutti sogni, diversi da quelli della sua infanzia. Sogni rossi, li chiama, perché grondano sangue e rabbia, sono brevi e deliranti film horror in cui la vittima è sempre lui, e si uccide o viene ucciso nei modi più cruenti, senza però morire mai davvero. 

Il suo immaginario si alimenta di pellicole sanguinolente e letture terrificanti, la sua psiche è un luogo oscuro con sprazzi scarlatti, i suoi disegni dal tratto sempre più maturo e deciso spaventano sua madre per la loro crudezza, ma visto da fuori è un normalissimo adolescente che si confonde tra la folla. Non veste totalmente di nero, non indossa collari borchiati o maglie di gruppi musicali legati al movimento dark eredità degli anni Ottanta appena terminati. Non sfoggia il suo tormento, anzi preferisce nasconderlo, come nasconderà i primi tagli sulle braccia, tra qualche mese. 

Se il suo modo di essere è un'evoluzione del bimbetto cupo che è stato, il suo aspetto fisico invece è cambiato in modo drastico. Il tredicenne minuto, che dimostrava anche meno della sua età, ora è un quattordicenne che può essere facilmente scambiato per un ragazzo più grande. Ha raggiunto il metro e settantacinque, si è irrobustito, ha tratti più mascolini. Le ragazzine (e non solo) fanno a gara per attirare la sua attenzione e a vincere l'ambito premio è stata una diciottenne conosciuta al campo scout l'estate precedente. Con lei Alessio ha scoperto le gioie del sesso e da allora ha già avuto altre due esperienze.

Quel giorno non è entrato a scuola perché non è riuscito a prepararsi in modo adeguato per l'interrogazione di biologia. Si è trovato a dover scegliere tra due opzioni: venire punito per un brutto voto (ovvero un voto inferiore a otto) o prendersi l'ennesima scarica di cinghiate per aver trascorso la mattinata a zonzo per il quartiere.

Ma tanto questa storia finirà a breve, si dice, frugando nello zainetto alla ricerca di un accendino (ora fuma regolarmente, dalle cinque alle sette sigarette al giorno). Lo Stronzo non mi picchierà per sempre, non sono più un bambino e presto comunque sarò abbastanza forte da difendermi.

«Monta.» Manuel finalmente è arrivato, in sella al suo Metropolis  nuovo di zecca. 

Ormai sono inseparabili. Discutono spesso per via delle loro differenze caratteriali e delle reciproche esperienze di vita che li hanno portati a vedere il mondo in modo diametralmente opposto, ma non riescono a detestarsi per più di mezz'ora. Non si dicono tutto tutto, però. Alessio ha i suoi segreti e spesso per mantenerli tali è costretto a mentire. Non può dire a nessuno che zoppica perché Tommaso gliene ha date troppe, che il polso non se l'è rotto cadendo dalla bici o che la sua reazione violenta per un cinque a matematica non ha niente a che vedere con la presunzione di meritare di più. Inventa incidenti domestici per giustificare lividi e lesioni, si fa credere malato quando è troppo dolorante per andare a scuola. 

E Manuel gli crede, non ha motivo di sospettare nulla. Sulla sua nuvoletta felice non esistono punizioni e le cinte servono solo per tenere su i calzoni.  Suo padre non stima il patrigno dell'amico, ma non ha prove concrete sia una pessima persona, si è limitato a dirgli di stare attento (quelle poche volte che lo incrocia, perché Alessio fa di tutto affinché non si incontrino) e lui l'ha presa come l'ennesima dimostrazione di quanto i suoi genitori siano iperprotettivi.

AlessioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora