49. La casa degli orrori

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Warning: riferimenti a "violenza intima"


Stavolta il signor Sanderson (anzi Jon, come voleva essere chiamato, specificando che era «Jon senza l'acca, come Jon Bon Jovi», e non John) non passò a prenderlo con la Nissan Primera che ancora profumava di auto nuova e aveva l'aria condizionata, bensì con una ben più modesta e vecchiotta Fiat Uno. Come quella di Tommaso, era bianca e immatricolata nello stesso anno a giudicare dalla targa, ma le similitudini finivano qui. Sapeva di pino e non di spazzatura lasciata sotto il sole in pieno luglio, aveva gli interni tenuti benissimo e, soprattutto, il cruscotto non era infestato da paccottiglia filonazista. 

In quell'auto si poteva respirare. Come col suo nuovo amico, del resto, uno dei pochi uomini adulti che stimava. E che sembrava ricambiare. Jon si interessava a lui, alla sua vita, e non lo criticava. Non gli aveva mai fatto nessun tipo di violenza, portandolo a credere che forse davvero lui non meritava di essere maltrattato. In poche settimane, e cinque incontri, si erano affezionati l'uno all'altro.

«Da che parte devo andare?»

«Gira a sinistra. Turn at sinister.»

«Turn left.» Jon scoppiò a ridere. «Sinister significa sinistro, nel senso di inquietante, tetro.»

«Allora è un lapsus. Vedi come sono bravo, mi vengono i lapsus anche in inglese. Sto diventando praticamente madrelingua.» Anche Alessio rise. Una risata dal retrogusto amaro, però.

«Sai cos'è un lapsus?» Jon parve sorpreso, ma neanche troppo. Gli aveva già detto che lo trovava molto più istruito dei suoi coetanei, che aveva un linguaggio sorprendentemente maturo. «In inglese si usa il termine slip, come scivolare» aggiunse, guardandolo negli occhi, come se volesse testare la sua reazione.

«È tipo quando il tuo inconscio ti fa dire una parola per un'altra rivelando cosa provi davvero, giusto? In effetti è proprio come scivolare: camminiamo lungo la strada del cosa si può dire, ma di tanto in tanto si scivola, e quando scivoli e cadi non stai a badare a quello che ti esce dalla bocca, bestemmi e roba del genere.»

«Una spiegazione un po' confusa ma interessante. Hai paragonato esprimere quello che hai dentro a bestemmiare.»

«È così.» Alessio non si scompose. Sentiva di non doversi nascondere del tutto, col suo nuovo amico. «L'effetto sugli altri è lo stesso: si sentono offesi e ti biasimano. Non vogliono capire perché dici certe cose sgradevoli.»

Come quando parlo di morte e mia madre mi prende a schiaffi. Ma non poteva dirglielo, sapeva che era un argomento troppo delicato per un uomo che aveva visto il figlio penzolare da un albero con una corda attorno al collo.

La loro destinazione era davvero sinistra. Per il nuovo servizio fotografico, Jon gli aveva chiesto di scegliere un posto che lo inquietava. Non era importante fosse effettivamente spaventoso, doveva esserlo per lui. Scartato il convento dove aveva avuto un incontro ravvicinato con la statua dagli occhi azzurri (era improbabile che le suore avrebbero acconsentito a farli entrare per scattare foto), aveva optato per una casa che non aveva mai visto se non in incubi recenti. Tommaso non gli aveva mai spiegato bene dove fosse ma da molti dettagli lui era riuscito a capire che si trovava nei pressi dell'istituto in cui si era diplomato, in una di quelle strade che terminavano a ridosso dei campi incolti, e che negli anni Sessanta erano state sterrate e impervie. 

Il quartiere in cui viveva, ora un agglomerato di palazzoni, negozi e supermercati a pochi chilometri dal centro, attraversato dalla trafficata Via di Torrevecchia, fino a pochi decenni prima era stato estrema periferia, poco più che aperta campagna. Una volta, alla biblioteca municipale, aveva visto delle foto d'epoca e aveva faticato a riconoscere i luoghi in cui si muoveva quotidianamente: la piazzetta dove si incontrava con gli amici, il passaggio a livello che otto anni prima aveva attraversato sfidando la morte (o la vita?), i pochi negozi di alimentari che ancora resistevano alla colonizzazione dei colossi francesi della grande distribuzione.

AlessioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora