3. Manuel

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"What a wicked game you play, to make me feel this way
What a wicked thing to do, to let me dream of you
What a wicked thing to say, you never felt this way
What a wicked thing to do, to make me dream of you"

(WICKED GAME - Chris Isaak)


«Non riesco a togliermelo dalla testa.»

Oltre che una constatazione, è una richiesta d'aiuto. Sono passati quasi cinque anni da quando lo ha conosciuto e le numerose conferme che tra loro non potrà esserci niente più che una bella amicizia non sono riuscite a intaccare ciò che prova.

Ricorda ancora il momento in cui è entrato in classe, in prima superiore, scusandosi per il ritardo con i suoi modi da ragazzino beneducato e rispettoso, quasi timoroso, ed è andato a sedersi in fondo all'aula. Uno scricciolo alto poco più di un metro e sessanta, magrissimo, con un taglio di capelli da bambino e lo sguardo timido, incredibilmente taciturno. Eppure a lui è piaciuto subito, facendogli provare sensazioni nuove e sconvolgenti, insinuandogli dubbi sulla propria sessualità. Nel giro di un anno e mezzo, Alessio si è trasformato totalmente, sia sul piano fisico che su quello caratteriale. È cresciuto in altezza quasi dal giorno alla notte, si è irrobustito, ha smesso di nascondersi sotto felpe enormi e magliette larghe ed è diventato strafottente e loquace. Fin troppo forse. La sua dialettica è estenuante, il suo sarcasmo pungente, anche se alterna esuberanza verbale a silenzi imbarazzanti per chi gli è vicino. 

Manuel è affascinato dalla sua personalità, ma a volte ne è anche spaventato. Alessio sa essere un amico fedele e divertente, l'ha preso sotto la sua ala protettiva e rispetta la sua diversità, a differenza dei loro compagni. Ma ha un lato oscuro indecifrabile, sembra nascondere segreti terribili e a volte sparisce senza dare spiegazioni. Non si presenta a lezione, non risponde al telefono, o si comporta come se tutti lo infastidiscano, lui compreso. Ha scatti di rabbia improvvisi e sproporzionati, diventa una furia per una parola fuori posto, minaccia di morte chi lo contraddice. Poi chiede scusa, sembra sinceramente dispiaciuto, e chi lo conosce almeno un po' sa che non metterebbe mai le mani addosso a qualcuno. Anzi, odia la violenza e insulta pesantemente chi osa anche solo scherzare sull'argomento.

Manuel pensa che il suo patrigno sia manesco, e ha il sospetto che l'abbia picchiato quand'era bambino. Ha visto quell'uomo poche volte (Alessio fa di tutto per evitare si incontrino, e ha ammesso apertamente di odiarlo) e a pelle non gli piace, sebbene con lui sia stato sempre gentile. Non chiede nulla perché è chiaro che all'amico non piaccia parlarne, fa fatica anche a chiamarlo per nome. Quello che abita con noi, il compagno di mia madre, lo stronzo, testadicazzo, figliodiputtana. Tutto fuorché quelle sette lettere.

Oltre che affascinante, Alessio è obiettivamente un bel ragazzo e ha una presenza fisica invadente e sensuale. Ha molto successo con le ragazze, ma anche se così non fosse, per Manuel non cambierebbe nulla: non è interessato agli uomini.

Giovanna glielo ricorda per l'ennesima volta.

«Mettiti il cuore in pace, Lele. Alessio può essere solo tuo amico.»

«Ma a me piace troppo. Oggi mi ha preso per un braccio ed è stato come prendere la scossa. Hai visto quant'è bello? E poi quelle labbra... avrei voluto baciarlo e...e altre cose che non posso dirti.»

Manuel arrossisce e abbassa lo sguardo. Ha un buon rapporto con sua madre e non si fa problemi a confidargli cose tanto intime, sono abituati a commentare insieme l'avvenenza di attori e cantanti, ma oltre un certo limite non si spinge mai. 

Con suo padre invece non ne parla proprio. Non è solo imbarazzo: Antonio Valentini sembra infastidito da quella che ha sempre definito una cottarella adolescenziale. Evidentemente non è di così ampie vedute come vuole far credere e quell'abbraccio seguito da «Ama chi ti pare, l'importante è che tu sia felice» era solo una manifestazione d'amore (e lui l'ha apprezzata, a prescindere da tutto il resto), perché quando gli ha confessato la propria omosessualità continuava a guardare Alessio con una strana espressione preoccupata. 

C'era stato un fraintendimento: entrambi i genitori pensavano che dopo «Sono gay» avrebbe aggiunto: «E lui è il mio ragazzo». Invece Alessio era lì soltanto in veste (purtroppo) di amico, per supportarlo in un momento tanto delicato.
Manuel ha tratto le proprie conclusioni: suo padre non potrebbe mai disprezzarlo per le sue inclinazioni sessuali, gli vuole troppo bene, ma spera che tra il dire il fare ci sia di mezzo il mare. Tappezzare la stanza di poster di uomini a petto nudo va bene, emozionarsi per la maglietta aderente del compagno di classe no. Probabilmente spera sia una fase passeggera e che a trent'anni il suo Lele sarà felicemente sposato e padre di tre figli.

«Non c'è nessun altro che ti piace?» gli domanda Giovanna.

«Ci sarebbe Daniele, quello che somiglia a Kim Rossi Stuart, ma comunque non gli interesso.»

«Neanche ad Alessio interessi.»

Manuel sospira, amareggiato.

«Lo so.»

«Lele, sei un bel ragazzo, sei simpatico e solare. Lo direi anche se non fossi tua madre. Troverai qualcuno che si innamorerà perdutamente di te e sarai felice.»

«Ma io sono già felice. Solo che vorrei un ragazzo.»

«E lo troverai. Tra pochi mesi inizierai l'università, conoscerai gente nuova.»

«Io non voglio gente nuova. Voglio Alessio. È così volubile e ambiguo certe volte, magari...»

«No.» L'espressione di Giovanna è cambiata, ora è più dura. «Non voglio che tu ti illuda di qualcosa che probabilmente è solo una tua speranza» continua, come cercando di rimediare per quel tono secco e perentorio, «e non provocarlo per capire se ci hai visto giusto, lo metteresti in imbarazzo.»

«In imbarazzo? Alessio?» Manuel scoppia a ridere, e un attimo dopo i suoi occhi si illuminano al pensiero dell'irresistibile disinibizione dell'amico. «Quello sarebbe capace di spogliarsi in classe.»

E io esploderei.

Stavolta è sua madre, a sospirare.

«Se continui così, oggi i compiti li fate in cucina con me presente, e non in camera tua.»
Si capisce che si sta sforzando di scherzare e stemperare la tensione che si è creata, e Manuel sorride.



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