19. Mi piaci, ti amo. Non è la stessa cosa?

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Kornelia si accese una Multifilter e andò a sedersi accanto ad Alessio, ai piedi del grande albero. Lui le mise una mano su un ginocchio, la fissò con occhi innamorati e sognanti, limpidi come lei non li aveva mai visti, e prese a carezzarle la coscia. Sembrava quasi impacciato, ora. L'amante abile e sicuro di sé se n'era andato insieme alla sua erezione.

«Ti amo» affermò. Arrossendo leggermente, ma senza abbassare lo sguardo.

«Cucciolo...» Lei gli sfiorò il viso e gli mise un dito sulle labbra. «Ti piaccio. È diverso.»

«Cosa cambia?»

«Lo vedi? Non sai ancora che cos'è l'amore, ma è normale, sei così giovane.»

«Mi piaci, ti amo. Non è la stessa cosa?» insistette lui. «Io voglio stare con te, non mi basta aver fatto l'amore. Voglio fare anche altre cose, conoscerti meglio e costruire qualcosa insieme.»

«Cosa vuoi costruire, Alessio?» Dal volto di Kornelia erano spariti la passione e il desiderio che avevano condiviso fino a pochi minuti prima sull'erba, per lasciare il posto a una tenerezza che il ragazzo non volle cogliere.

«Non vuoi nemmeno provarci? Non mi sembra che quello che abbiamo appena fatto ti sia dispiaciuto.»

«Abbiamo scopato, Alessio. Quello che tu hai chiamato fare l'amore era semplice sesso. Io ti piaccio, tu mi piaci, abbiamo fatto quello che volevamo entrambi e va bene così. Un giorno capirai la differenza.»

«La capisco già.» Il tono di Alessio si indurì. «Non sei certo la prima con cui faccio sesso.»

«Ah, questo l'ho intuito!»

«Pensavi fossi un ragazzino alle prime armi?»

«Lo sei, emotivamente. Hai solo più esperienza di tanti tuoi coetanei.»

«E tu come lo sai? Mi stai dicendo che non sono il primo studente che hai sedotto?»

«Io non ti ho sedotto. Vorrei farti tante domande, ma forse è meglio evitare.»

«Vuoi sapere che rapporto ho con il sesso? È la cosa più semplice che conosca, è piacevole, è rilassante, dà sollievo al corpo e al cuore, e rende la mia vita più facile.»

«Quindi è un bisogno, una valvola di sfogo.» Lei parve infastidita. Allontanò la mano di Alessio dal proprio grembo e si sistemò il vestito sulle cosce.

«Lo è anche per te, se hai ceduto col primo ragazzino che ti ha fatto gli occhi dolci.»

«Insomma, mi stai dando della poco di buono. Fai così con tutte o solo con quelle che non assecondano i tuoi capricci?»

«Solo con te. Ho sedici anni più di te, sei un mio studente, esco con un altro, voglio un un vero uomo con cui fare figli, bla bla bla... e poi mi sei saltata addosso, e se adesso sei pentita è solo perché hai paura di quello che potrebbe pensare la gente. Dei miei sentimenti non ti importa niente, tanto tra due settimane non mi vedrai più e se mi uccido nessuno saprà mai che la colpa è tua.»

«Credo sia meglio andare, ora.» Kornelia era esasperata. Se non avesse saputo che così l'avrebbe fatto alterare ancora di più, avrebbe ribadito il concetto che lui detestava sentire: sei un bambino, non importa quanto tu sappia parlare bene e quando ci sappia fare col corpo di una donna. «Alle cinque c'è la riunione con i genitori e vorrei farmi una doccia e cambiarmi.»

«Giusto. Mia madre potrebbe riconoscere il mio odore addosso a te.»

«Ci mancherebbe solo questo.»

Alessio si avviò verso il piccolo parcheggio della tavola calda a lunghe falcate, trattenendo le lacrime. L'atteggiamento della donna era cambiato dopo che che le aveva detto di amarla ed era cambiato anche il significato di quel suo continuo ricordargli la loro differenza d'età: prima era paura, un tentativo di tenere a freno desideri considerati inopportuni dai più, ora era un palese rifiuto.

AlessioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora