74. Il grande Mazinga

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Rientrare a casa fu per Alessio un sollievo immenso. Era stata una mattinata devastante, più del previsto. Nella sua mente confusa e intorpidita, le immagini del funerale e della conversazione al bar si alternavano con un ritmo frenetico, confondendosi l'una con l'altra, come in uno strano sogno. Le parole del papà di Manuel gli rimbombavano nelle orecchie e nel cuore trasformandosi ora in un salmo ora in un borbottio sommesso rotto dai singhiozzi di Elena Del Savio; l'odore mortifero di fiori e incenso si mescolava a quello del caffè. 

In poche ore aveva sperimentato la disillusione più totale e la speranza, si era sentito abbandonato e preso per mano, aveva desiderato di morire e raggiungere Gerardo e aveva sperato di sopravvivere e rimanere con Manuel e la sua famiglia.

Antonio gli aveva chiesto scusa. Aveva passato un'ora intera a scusarsi, senza mai perdere la pazienza.

«Non ho mai voluto farti del male, ma te ne ho fatto tanto» aveva detto a un certo punto, e Manuel si era scosso dal suo torpore per urlargli contro che era un mostro. Allora lui aveva colto la palla al balzo, per niente impressionato dal presunto pentimento dell'uomo che gli aveva dato il colpo di grazia, e gli aveva sbattuto in faccia il risultato di quell'aggressione tanto ingiustificata quanto crudele.

«Te l'ha detto mia madre, che ho tentato il suicidio? Sono vivo per puro caso.»

Poi si era arrotolato le maniche e aveva mostrato compiaciuto le braccia ferite, in caso quello che aveva appena detto non fosse stato abbastanza raggelante.

«E continuo a farmi male. Non smetterò finché non sarò morto.»

Erano seduti nel salottino del bar, lontano dal banco e dagli altri avventori, con una tenda a separarli dal resto del mondo, ma sicuramente avrebbe fatto la stessa cosa anche se non fossero stati soli. Era stato un impulso irrefrenabile, il bisogno di mostrare il dolore che lo stava lacerando da giorni.

Manuel era diventato ancora più pallido. Giovanna si era messa a piangere, e per un attimo lui aveva avuto l'impressione che nello sguardo di rimprovero che aveva rivolto al marito ci fosse molto di più di quanto potesse immaginare. Se fosse stato più lucido avrebbe colto molti altri indizi di ciò che era accaduto davvero, e avrebbe mangiato la foglia quando Antonio era riuscito a portare il discorso sull'assenza di suo padre.

«Chi sono questi altri che ti hanno fatto del male?»

Alessio li aveva elencati tutti, compreso Tommaso (ma senza rivelare l'intera storia, ormai mentire sul patrigno era diventata la sua specialità, un automatismo perfezionato negli anni), per concludere che la colpa, stringi stringi, era tutta di quel bastardo che l'aveva abbandonato. A quel punto era calato un silenzio imbarazzante.

Provano pena per me, si era detto. E come biasimarli? Ne provo anch'io.

«Non so se potrai mai perdonarmi» aveva detto Antonio dopo un'eternità. «Ma cercherò di rimediare in tutti i modi. Mi sono comportato malissimo con te, ti ho addossato colpe che non hai"

«Quali colpe?»

«Non posso spiegartelo. Sappi però che quello che ti ho detto non lo pensavo davvero. Io ti voglio bene.»

«Allora perché non mi hai più cercato?»

«Tua madre non me l'ha permesso. L'ha fatto per proteggerti e io non sono nessuno per contestare le decisioni della donna che ti ha messo al mondo e cresciuto.»

Manuel si era alzato ed era uscito imprecando contro suo padre, seguito da Giovanna. Antonio aveva continuato a scusarsi, a dirgli che gli voleva bene. Non aveva dato una spiegazione concreta e comprensibile al proprio comportamento, ma presto Alessio aveva ceduto, cambiando radicalmente atteggiamento verso di lui. Il suo bisogno di essere amato, di credere a quelle parole che nessuno a parte sua madre gli aveva mai detto, era stato più forte della rabbia e della paura di essere ferito di nuovo. Non gliel'aveva dimostrato subito, però. Aveva continuato a rispondere con frasi cariche di rancore, nella speranza di fargli provare almeno una parte dello strazio che lo stava consumando e soprattutto perché voleva assaporare ancora il suono di quei ti voglio bene, voglio aiutarti, ci tengo a te.

AlessioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora