Quaranta minuti, e il primo passo verso la sua nuova vita, l'ennesima rinascita, sarebbe stato compiuto. Un cambiamento fisico che precludeva a tutta una serie di cambiamenti interiori e comportamentali.
Innanzitutto avrebbe smesso di bere, tagliarsi e farsi del male nei modi più disparati. Poi, ed era questa la cosa più importante ma anche la più difficile, avrebbe imparato a controllare quegli impulsi che lo facevano sentire diverso, sbagliato, indegno di stare al mondo. Nelle ultime settimane si era reso conto di essere in possesso di due armi altrettanto potenti e pericolose: la forza fisica e la capacità di usare le parole a proprio vantaggio. Liberarsene sarebbe stato impossibile, per cui era necessario non premesse mai il grilletto, non importa quanto fosse furioso o spaventato. Basta pugni, basta ricatti. Voleva essere amato, non temuto. L'idea di diventare come Tommaso gli dava il voltastomaco.Si ripromise anche di impegnarsi con lo studio: almeno otto ore al giorno, tutti i giorni tranne la domenica. In fondo si trattava solo di un mese, quattro misere settimane da sacrificare per non vanificare cinque anni di sforzi, tornare a casa trionfante e dire a sua madre E' andata bene, ho preso sessanta. Per una volta, lei sarebbe stata orgogliosa di lui, non avrebbe avuto niente da rimproverargli e avrebbe capito che quello era solo l'inizio. Il suo bambino petulante e inconcludente stava per trasformarsi in un uomo determinato che si sarebbe fatto strada nella vita e che non l'avrebbe più messa in imbarazzo.
Finalmente sarebbe stato bene, e del dolore che l'aveva accompagnato fino a quel momento sarebbero rimasti solo il ricordo e, probabilmente, qualche incubo. Non gli importava. Anzi, non voleva dimenticare, perché la sofferenza era stata l'unica prova tangibile della sua esistenza, rinnegarla avrebbe voluto dire cancellare i suoi primi diciotto anni.
Per questo aveva deciso che non appena ne avesse avuta la possibilità si sarebbe fatto disegnare sul corpo il simbolo del suo tormento. Spire di filo spinato grondanti sangue che gli avvolgevano il petto e i fianchi. O sarebbe stato meglio qualcosa di più discreto? Non amava i tatuaggi troppo vistosi, li trovava antiestetici e gli ricordavano troppo la Bestia, col suo stormo di aquile, croci uncinate e altre amenità. Forse aveva ragione Ivanka, sarebbe bastata una corona di spine attorno all'avambraccio sinistro, quello più vicino al cuore, con due sole goccioline rosse. Ci avrebbe pensato con calma, tanto al momento non aveva risorse economiche (intaccare il fondo d'emergenza era fuori questione).
Ancora venticinque minuti. Alzò la testa dal libro che stava leggendo e sbirciò nello specchio. Sotto al miscuglio puzzolente di ammoniaca, i suoi capelli sembravano aver assunto una preoccupante tonalità marrone aranciata.
Sarà il mio colore che si disintegra per fare spazio al biondo, si disse, scrollando le spalle. Del resto, non c'era motivo per cui qualcosa dovesse andare storta: aveva preso (più precisamente, fatto scivolare nello zaino mentre nessuno badava a lui) una tinta della stessa marca di quelle che usava sua madre, sempre soddisfatta del risultato. La scritta sulla confezione non si prestava a interpretazioni. Biondo chiaro naturale.
Al termine del tempo di posa, i suoi capelli sarebbero stati chiari e luminosi come quelli della modella, appena dorati. Il suo cambiamento sarebbe iniziato dall'esterno, con una chioma angelica a simboleggiare il suo passaggio alla luce e all'innocenza. Presto anche l'esercizio fisico che praticava costantemente avrebbe dato i suoi risultati, regalandogli un corpo scolpito e perfetto, che finalmente gli sarebbe servito solo per essere attraente, non aveva più bisogno di mettere su massa muscolare per resistere alle torture di Tommaso.Dopo la maturità lo aspettavano un'estate favolosa e un autunno in cui avrebbe gettato le basi del proprio futuro. Era ancora indeciso su cosa avrebbe fatto, se proseguire gli studi o iniziare a lavorare, ma propendeva sempre più per la prima opzione, ora che non aveva più fretta di andarsene di casa. Sua madre gli aveva detto che gli avrebbe pagato volentieri l'Università e anche se avrebbe preferito scegliesse Architettura o meglio ancora Medicina, non aveva battuto ciglio di fronte alla sua volontà di iscriversi a Psicologia. Ovviamente, avrebbe anche cercato un lavoretto per essere indipendente sul piano economico, prendere la patente e comprare un automobile.
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Alessio
General FictionATTENZIONE! Storia ad alto contenuto di violenza, descrizioni crude e linguaggio spesso volgare. -5 luglio 1999- "(...) paziente non collaborativo, mostra ostilità e atteggiamento provocatorio verso il personale medico. Nega di aver tentato il suici...