"Dormi sepolto in un campo di grano
Non è la rosa, non è il tulipano
Che ti fan veglia dall'ombra dei fossi
Ma sono mille papaveri rossi"
«Buon compleanno, tesoro.»
Marta lo accoglie in cucina con un sorriso radioso, lo abbraccia e poi gli prende il viso tra le mani, lo guarda come se fosse la cosa più bella che abbia mai visto.
«Mi sembra ieri che ti ho preso in braccio per la prima volta e invece sono già passati vent'anni.»
Non è solo il suo compleanno, è anche Pasqua, nonché l'anniversario della sua resurrezione. Alessio cerca il proprio riflesso nel vetro della finestra e negli occhi di sua madre: quel ragazzino troppo magro, con le occhiaie e i capelli tinti di nero, esattamente un anno prima, ha deciso di non lasciarsi morire, e ha ripreso peso, colore e coraggio. Per quanto la vita sia difficile e spesso gli sembri un fardello troppo pesante, è convinto di aver fatto la scelta giusta. Ma oggi si è svegliato con la sensazione che tutto stia per crollare di nuovo. L'angoscia gli serra il petto. Il flaconcino di Valium che ha nascosto nel cassetto della scrivania lo chiama a gran voce.
Spero che Luca porti da fumare, ho finito la mia scorta.
«Ho fame.»
Si siede a tavola e taglia una fetta dal filone di pane appena sfornato. Marta ha fatto le cose in grande, ha preparato una colazione con i fiocchi: la torta ternana al formaggio da accompagnare al salame e alle uova sode come da tradizione, una crostata con crema pasticcera e fragole, ciambelline all'anice, spremuta d'arance. Gli ha preparato anche i panini per la scampagnata che farà con i compagni delle superiori. Natale con i tuoi, Pasqua con chi vuoi. Non è del tutto sicuro di voler davvero trascorrere quel giorno di festa con i ragazzi con cui non ha mai legato del tutto, ma sa con chi non vuole passare del tempo. Non andrà a pranzo dagli zii.
«Sicuro di non voler venire?» gli chiede sua madre per l'ennesima volta. «A mia sorella farebbe molto piacere vederti.»
«A me non fa piacere vedere lei e quelle scimmie che chiama figli.»
«In effetti sono insopportabili.» Marta ride, per poi tornare subito seria. «Ma Patrizia ti vuole bene, è l'unica della famiglia che non ci ha mai abbandonato.»
«Verrò la prossima volta che ci invita a cena. Oggi preferisco stare con i miei amici.»
«Viene anche Manuel?»
«No, lui no. Ci tiene a festeggiare con sua madre e suo padre.» Alessio ha un guizzo velenoso negli occhi. Ancora non riesce ad accettare l'idea che lui invece un papà non ce l'ha e non ce l'avrà mai, e se mai un giorno riuscirà a stare davvero bene gli rimarrà sempre quel senso di mancanza, quel buco nel cuore causato dal primo abbandono subìto, il più grave di tutti, a braccetto con la rabbia per la violenza subita passivamente. «E poi deve studiare. Ci vedremo stasera per cena.»
Un brivido gli attraversa la schiena.
«Forse» aggiunge, con un tono così grave che sua madre si preoccupa, pur essendo abituata alle sue uscite melodrammatiche.
«Che vuol dire forse?»
«Vuol dire che diamo troppe cose per scontate, crediamo di sapere cosa ci sarà dopo e non sempre ci azzecchiamo. Questa sera potrei essere morto o un meteorite potrebbe distruggere la terra. Diciamo sempre più tardi, stasera, domani, come se ne avessimo la certezza, e pensiamo che dipenda solo da noi.»
«Va tutto bene, tesoro?»
«Sto benissimo. È solo una riflessione.»
«Ce la farai prima o poi a fare una riflessione senza metterci in mezzo la morte?» Marta gli versa il caffè e gli scompiglia i capelli. Non è arrabbiata.

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Alessio
General FictionATTENZIONE! Storia ad alto contenuto di violenza, descrizioni crude e linguaggio spesso volgare. -5 luglio 1999- "(...) paziente non collaborativo, mostra ostilità e atteggiamento provocatorio verso il personale medico. Nega di aver tentato il suici...