Il villino dei Valentini era una costruzione bassa e rettangolare risalente agli anni Settanta, recentemente dipinta di un vistoso rosa acceso su cui spiccavano gli infissi bianchi, incastonata tra i più alti palazzi condominiali di una stretta viuzza. Aveva un bel giardino curatissimo, con alberi da frutto, un forno a legna, e una pergola che in primavera era un trionfo di rose e sul finire dell'estate traboccava di grappoli d'uva: quasi un angolo di campagna nel cuore del quartiere.
Per Alessio era una seconda casa, in cui era sempre il benvenuto e dove si respirava talmente tanto amore da essercene anche per lui. Ciò gli provocava sentimenti contrastanti: da una parte si sentiva un intruso, un essere immeritevole che si era intrufolato con l'inganno in quell'oasi di pace e serenità; dall'altra provava un rassicurante senso di protezione e famiglia. Giovanna e Antonio lo trattavano come un secondo figlio, e avevano per lui tante attenzioni. Quando gli chiedevano come stesse, sembravano veramente interessati alla risposta. Se dopo un pomeriggio di studi pioveva o faceva troppo freddo, lo riaccompagnavano a casa in macchina. Gli avevano anche predisposto un letto - un vero letto, non una brandina - in camera di Manuel, per i fine settimana in cui lo ospitavano. L'amico, sapendo che spesso la sua situazione familiare non era delle migliori, gli aveva addirittura proposto di trasferirsi da loro finita la scuola, se ne avesse sentito la necessità, e in tal caso ci sarebbe stata un'intera stanza pronta ad ospitarlo, con tanto di bagno.
Che non andasse d'accordo col patrigno era cosa nota anche ai coniugi Valentini, lui non si era mai fatto problemi a parlarne (per un motivo in particolare: voleva che Manuel stesse il più possibile lontano da Tommaso e sperava che i genitori avrebbero capito e supportato quella premura), ovviamente senza scendere troppo nel dettaglio. Riusciva così a giustificare certi suoi sbalzi d'umore e la ritrosia a far partecipare sua madre e il compagno a qualche ricorrenza o occasione particolare.
Con la bottiglia rubata nello zaino e il ricordo del pugno sferrato a Bianchetti, Alessio esitò a suonare il campanello. Era oltretutto accaldato e sudato per il tratto di strada percorso a piedi sotto il sole cocente del primo pomeriggio, e si sentiva a disagio.
Voglio andare a casa mia, bere due litri d'acqua gelata, fare una doccia e buttarmi sul letto con le tapparelle abbassate. Voglio dormire fino a domani mattina.
Poi un brivido. Era forse la consapevolezza, ancora a livello inconscio, di essere in uno stato d'animo tale da provocargli incubi spaventosi se avesse ceduto alle false lusinghe del sonno?
Pigiò il pulsante sotto la targhetta di ceramica con le rose e la scritta Villa Valentini.
Se ne avessimo una noi, ci sarebbe scritto Villa Speranza. Sarebbe esilarante.
«Vieni in giardino, il cancello grande è aperto.»
Giovanna gli sorrise da dietro la ringhiera. Era una bella donna sulla quarantina, leggermente sovrappeso, con i capelli castani ondulati e gli stessi occhi azzurri del figlio, limpidi e gentili. Lo salutò con due baci sulle guance.
«Mi spiace per il ritardo» disse lui, imbarazzato.
«Manuel ci ha raccontato cos'è successo. Hai avuto un pensiero molto carino per il vostro compagno, sei un ragazzo meraviglioso.»
Sono un violento. E un ladro.
«Non ho fatto niente di che...» si schernì Alessio. Ora gli sudavano anche le mani, e non per il caldo. Iniziò a giocherellare con una cinghia dello zainetto ed ebbe la sgradevole sensazione di riuscire a guardarsi da fuori, da un punto esterno al suo corpo e alla sua intera persona.
«Sei tutto sudato.» Giovanna gli rivolse un'occhiata materna e forse si stava trattenedo dall'aggiungere altro. Forse percepiva il suo disagio, il suo imbarazzo. «Perché non ti fai una doccia ? Ti do una maglia pulita e più leggera.»

STAI LEGGENDO
Alessio
General FictionATTENZIONE! Storia ad alto contenuto di violenza, descrizioni crude e linguaggio spesso volgare. -5 luglio 1999- "(...) paziente non collaborativo, mostra ostilità e atteggiamento provocatorio verso il personale medico. Nega di aver tentato il suici...