8.

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Erano giorni che mi rimbombava nella testa la frase del Di Salvo; " Domand alla tua famiglia " ma non poteva essere, mio padre non toccava le donne, non avrebbe mai fatto del male a na femmina.
Eppure sembrava che di Talia non ci fossero più tracce, niente portava a lei.
Avevo visto sua madre distrutta a casa di Silvia e Edoardo quando erano tornati i genitori dei due. Era distrutta, piangeva e anche Silvia sembrava le mancasse un pezzo di lei. E se devo dirla tutta pure Edoardo in quei giorni che stavano passando sembrava più morto che vivo.

Io non so perché, ma più giorni passavano e mi sembrava che mi importasse qualcosa di Lei.
Ma non doveva per niente importanti: primo perché era l'ex di quello, secondo perché non era nemmeno nei miei pensieri, terzo perché la mia famiglia non me lo avrebbe mai perdonato con qualcuno che aveva fatto parte della famiglia Di Salvo.
Chiusi gli occhi poggiato al muro della casa di Edoardo, in giardino, mentre lui mi passava la terza canna della giornata forse.
« Quanti giorni sono passati Edo? »
Mormorai a bassa voce ispirando del fumo.
« Oggi sono 16 giorni.. »
Sospirai appena serrando la mascella.
« Ma secondo te la troviamo viva? »
« Chi oltre me odia i Di Salvo? »
Mormora d'istinto guardandolo subito.
« Oltre te e tu padre nessuno.. »
Alzai la testa guardandolo sentendolo dire "tuo padre".
« jiammuncennn fa ambress. »
« Ma cre.. »

Afferrai le chiavi del mio motorino cercandoli nella tasca della giacca aspettando che Edo fosse pronto e uscì salendo sul motorino prima di lui, e iniziai a guidare fino a casa mia.
Avevo forse le idee ben chiare.
-

Non appena fummo fuori alla villetta di casa mia sentivo la voce di Edoardo chiedere spiegazioni, mi fermai voltandomi verso di lui.
« Patm.. mio padre odia la famiglia di Salvo! »
« E che ne sa tuo padre di Carmine e Talia? »
« forse è l'unico modo che ha per arrivare al figlio, intendo.. si piglij a Talia, Carmine per cercarla farà di tutto come sta facendo, e quando la trova e arriva al punto dov'è lo uccide »
Edoardo ci penso' un bel po, infatti poi alzò la testa a me annuì subito.
« A ten pat't »
Annuì subito correndo con lui dentro e apri subito la porta di casa senza nemmeno salutare Ivana la governante.

« Ivá aro sta papà? »
« In giardino. »
Uscì in giardino guardandolo mentre mangiava frutta seduto.
« Ah, allà buon ora a tutt e duij! »
« Aro sta? »
« Ma chi Cirù? »
Ci fu silenzio per un po' finché vidi mio padre sorridere, deglutì poggiando le mani sulle ginocchia e mi abbassai appena guardandolo.

« Nun le fatt male eh? »
Edoardo era pietrificato, non parlava.
« Uaglio ma ch te ne fott a papà, mo e' mument nuost. »
« Aro sta?? » urlai.
« Oh, ma cre c'allucc? »
Mi urlò subito contro e deglutì indietreggiando.
« Mimmo la purtat aro tenimm e cavall, ma si uno di tutti e due, si azzarda a liberarla, m scord ca tu me si figlij e tu ca si o cumpagn e v'accir. »
Rimasi in silenzio guardandolo e annuì abbassando lo sguardo, lasciai il giardino prima di Edoardo e uscì di nuovo di casa rimanendo fuori sentendo Edoardo dietro di me.

« Camma fa Ciro.. »
« Staser ti passo a prendere, la portiamo a casa »
« Ma pat't.. »
« Tu nun t preoccupà .. »
Edoardo annuì e andò via col mio SH, mentre io tornai in casa salendo nella mia camera.
Perché mi importava così tanto di Talia?
Poggiai le mani sul davanzale della finestra e poi mi spostai togliendomi i vestiti della scusa, mi feci una doccia veloce e cercai di stare sereno ma la mia mente era rivolta sempre lì, non potevo aspettare altro tempo, non sapevo nemmeno se aveva sete.. per questo decisi di prendere la Smart che avevo nel garage e andare nella stalla dove noi avevamo tre cavalli.

-

Quando arrivai chiusi l'auto mettendo la chiave nella tasca e mi guardai attorno camminando fino alla terra, notai Mimmo fuori e lo guardai.
« Mimmù, vatt a fa na cammenat »
« Ciro ma non posso tuo padre.. »
« Vatt a fa na cammenat. »
Mi toccai la tasca mostrandogli ciò che mi portavo in giro soltanto quando non andavo a scuola.  Lui annuì subito spostandosi e entrai dopo aver aperto con le chiavi che mi aveva dato.
Era buio e c'era soltanto la luce che entrava dalle finestre, feci una smorfia sentendo la puzza dei cavalli che erano fuori e mi guardai attorno.
Girai subito la testa sentendo dei mugolii e allungai la mano all'interruttore della luce accendendola, alzai lo sguardo..
Era stesa su una brandina di paglia e era in posizione fetale, aveva i capelli neri lunghi scombinati, i polsi e le caviglie legate con una corda nera e tra la bocca aveva uno straccio bianco, il viso sporco forse di sangue aggrumito perché lo aveva sotto al naso.
Forse ancora non avevo capito mio padre dove poteva arrivare quando si metteva in testa una cosa, e soprattutto cosa volesse che io diventassi un giorno, lui.

Mi avvicinai piano guardandola con gli occhi chiusi, non aveva acqua e neanche del cibo, credo che l'avesse soltanto quando Mimmo glie lo portava, o almeno speravo.
Poggiai la mano piano sulla sua gamba ma lei sobbalzo subito facendo per darmi un calcio e tirarsi subito su.
« Talia, sono io.. »
La guardai fermarsi e stringersi su se stessa e guardai i suoi occhi verdi, Rossi e gonfi di lacrime
Sentì il mio cellulare squillare e lo afferrai subito, staccai la chiamata e andai nei messaggi era Edoardo, gli mandai un messaggio veloce:
" Ti chiamo io. "
Mi avvicinai di nuovo a lei dopo aver posato il cellulare e alzai le mani come per fargli capire che non volevo farle niente, e guardandola annuire gli slegai lo straccio dalla bocca guardandola muovere subito la bocca.

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