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• Amarsi seriamente? Roba da folli.
Mi piace di te che non metti l'orgoglio in gioco, che discuti per chiarire e non per prevalere.
Mi piace che non sai fingere, che se ti arrabbi ti arrabbi davvero perché vuol dire che ho fatto l'idiota per davvero.
Mi piace come ti muovi, come parli e scandisci bene le parole quando sorrisi e mi porti un po' di sole. Mi piace di te che non ti arrendi, che io sono testardo e che tu sai andare oltre i miei difetti.
Mi piace che sei forte ma in certi momenti hai bisogno anche tu di sentirti protetta!
Mi piace che passa il tempo, passano i giorni, ma noi siamo ancora un noi e insieme continuiamo ad esistere, a volerci, nonostante tutto. Perché di prove ne abbiamo superate e tante altre ne dovremo superare. Sempre uniti, senza esagerare, senza fingere di essere ciò che non siamo.
Non sono le storie ad essere forti e spettacolari, sono le persone a renderle tali. •

Un mese da quando avevamo detto di sì avanti a tante persone promettendoci amore eterno, 10 settimana da quando ci siamo trasferiti a New York, due napoletani approdati in una città che non era la loro, in una città dove andavamo cercando in ogni persona un po' del nostro dialetto.
Non vi dico che erano stati difficile i primi giorni, e col passar dei giorni si sentiva la mancanza di casa nostra, ma sapevamo che tutto ciò lo facevamo per noi due.
Ricordo il giorno del nostro matrimonio così bene, in ogni dettaglio, era stato così spettacolare e perfetto. Non avevamo fatto la luna di miele visto che saremmo arrivati dopo poco qui, l'unica pecca era che Ciro l'inglese non voleva proprio impararlo ma ogni volta che mi vedeva accanto al pc con un dizionario tra le mani si sedeva al mio fianco e cercava di imparare, amavo il fatto che ci provasse, amavo il fatto che come mi aveva detto ogni promessa così stava andando, la cosa strana era che voleva lavorare anche se i soldi non mancano per niente e quindi stava decidendo un po' cosa fare visto che di mestiere non sapeva fare nulla.

Stavo leggendo il biglietto attaccato alle rose che mi aveva fatto arrivare a casa, oggi era un mese dal nostro matrimonio e lui non aspettava momento per potermi dire quelle cose.
Coglieva ogni attimo, era davvero bravo con le parole, l'aveva nascosto per tutto questo tempo.
Poggiai il bigliettino sul tavolo e sorrisi appena tornando a guardare il computer portatile che avevo sulla penisola della cucina.
Ciro sarebbe tornato a momenti, era in giro con due amici che aveva incontrato qua, diceva che erano amici vecchio stampo "d'affari" e che qui potevano aiutarlo in tutto, contento lui..

Tornai a guardare i disegni che avevo sul pc e cercai quelli adatti per la nuova linea che sarebbe dovuta uscire tra 15 giorni e tramite web spesso Silvia e Rosa mi aiutavano, Rosa mi faceva un po' da modella mentre Silvia mi aiutava con i colori, oddio dalle foto Silvia aveva un pancione enorme, era una bella femminuccia, non osavo immaginare la bellezza di quella bambina tra lei e Milos.
Chiusi il pc sospirando appena andando vicino al frigo aprendolo cercando qualcosa da mangiare anche se fame non ne avevo ma non avevo neanche niente da fare visto che lavorare da casa era molto diverso, soprattutto dopo che avevo casa pulita, quando Ciro non c'era la casa sembrava così vuota, aveva avuto questa fissa di prendere questa casa grande, troppo per noi, ma ormai conoscete il soggetto, conoscete l'uomo che è, quindi c'è d''aspettarsi tutto da lui.
Afferrai il latte dal frigo versandolo nella tazza bianca che avevo recuperato poco prima e guardai l'orario 18:30, mi avvicinai alla macchinetta del caffè e quando ne feci uno ne versai nel latte che c'era nella tazza.

Girai subito lo sguardo alla porta della cucina sentendo la porta dal salone aprirsi:
« Amo, sto a casa! »
Sorrisi subito sentendo la sua voce e spostando il bordo della tazza dalle labbra mormorai:
« Sono in cucina.. »
Lo guardai entrare mentre si toglieva la giacca di pelle che indossava, aveva i capelli ricci, la barba che stava crescendo e gli occhiali da vista..
Era così cresciuto, entrambi eravamo così piccoli quando ci siamo innamorati e adesso eravamo due adulti pronti ad ogni cosa.
Lo guardai avvicinarsi e baciarmi la fronte, sorrisi appena e poggiai la tazza nel lavabo guardandolo farsi il caffè aprendosi la cialda.

« Che stai facendo? »
« Ho appena finito un album.. »
« Allora lo farai uscire Giovedì? »
« Nono, non sono pronta credo tra qualche settimana.. »
« Amo ma tu si Bravissim.. »
« Tu dove sei stato? »
« Con Giovanni e Tommaso stiamo cercando di far avviare un progetto.. »

Lo guardai alzando un sopracciglio sedendomi sullo sgabello mentre lui faceva la stessa cosa sedendosi affianco bevendo il suo caffè.
« Progetto? »
« Giovanni qui ha una scuola di cinema e Tommaso collabora con lui, allora hanno letto le cose che scrivo e mi hanno chiesto di scrivere una sceneggiatura.. faccio schifo perché a scuola non ero ottimo ma ci provo.. »
Alzai lo sguardo a lui sentendo parlare così tranquillamente in italiano, era così diverso, sembrava tranquillo, spensierato e ne provava di ogni pur di non fare la sua vita monotona..
Era così bello, e per me restava sempre lo stesso ragazzino che rompeva il cazzo a chiunque vedeva tranquillo. Sorrisi guardandolo:
« Lo sai che sei bravissimo con le parole.. »
Poggiai le dita sul bigliettino che aveva scritto lui e glie l'avvicinai, lo guardai sorridere mentre posava la tazza sul tavolo e alzare il viso al mio:
« È il nostro primo mese no? »
« Credo di aver perso il conto di tutto.. sembra di stare da una vita con te.. »
« M fai sentì viecchij amo.. »
Eccolo, ecco quando intendevo che era sempre lo stesso stronzo, soffiai una risata scuotendo la testa e lo spinsi appena dalla spalla poggiando la schiena allo sgabello.
« Ma tu m spusass natavot? »
Lo guardai per qualche istante senza sorridere e poi quel sorriso trattenuto non durò per molto, annuì guardandolo e sorrisi leggermente guardandolo sorridere.

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