- Ma stong a cas toij, aro stai? -
Abbassai la testa al cellulare leggendo l'ennesimo messaggio di Ciro. Ci siamo visti a scuola la mattina siccome domani sarebbe stato l'ultimo giorno e non gli avevo data molto importanza lo ammetto, avevo così tanti pensieri e non avergli dato soddisfazioni ogni volta che si avvicinava mi dava solo fastidio, Ciro si meritava il mondo e a causa dei miei problemi non potevo trattarlo così, soprattutto perché la sua vita gia non era rose e fiori.
Nessuno sapeva del fatto che dovessi incontrarmi con mio padre, mia mamma sapeva che ero il weekend da Silvia come solito, Silvia sapeva che ero da Ciro.. un bel casino direi.
Perché non l'avevo detto? Semplice, non sapevo come avrebbero reagito, qui tutti sembrava che lo odiassero, ma ad odiarlo dovevo essere io, aveva fatto del male a me, non a loro.. che poi tanto male non era perché alla fine non glie ne facevo una volta a 17 anni.. forse adesso era un uomo.« Nennè.. »
Mi voltai subito sentendo la voce di un uomo o meglio quell'uomo, mio padre..
lo guardai avvicinarsi mentre io ero appoggiata alla ringhiera, forse lo fissai per un po', sentivo che mi somigliava.. forse era quello che cercavo qualcosa che somigliasse a me per avere almeno mezza certezza.« Te la itt Mammt? »
Lo guardai deglutendo scuotendo la testa.
« Non e' questo il punto.. aro si stat tutt stu tiemp? »
« A cercare di formare due palle così per dire a mia figlia un giorno ca so stat n'omm e merd.. »
Senti gli occhi pizzicare e abbassai la testa guardandomi le mani, guardavo ovunque pur di non guardare lui:« Pecchè.. »
« Tenev appen 17 ann, tua mamma 16.. avevamo paura, io avevo paura.. »
« E le lasciat sol a ess?? Si vede come l'amavi..»
« Io sapevo che se fossi andato via tua mamma stava meglio, tnev a cap a fare le cose che non dovevo fare.. un po' come i tuoi amichetti.. »
« Ma c cazz n sai re cumpagn mij?
« Di Salvo.. Conte, Valetta.. o nammurat tuoij Ricci.. pecchè e' o nammurat tuoij eh? »Restai a guardarlo per un po' e stranamente mi sentì così strana, così piccola, e non mi sentivo con nessuno cosi, eppure sentivo la voglia di piangere.. semplicemente Perché lui era la persona che più doveva proteggermi e invece non l'ha fatto, invece è andato via senza nemmeno ricordarsi di sua figlia.
Asciugai subito con le dita gli occhi dalle lacrime e lo guardai avvicinarsi ancora , prima che io annuissi alla sua domanda.« Statt accort.. »
« mo stai ca per dirmi quello che devo fare? »
« sto ca pecchè song n'omm mo, pecchè sacc che posso fare il padre a mia figlia, e pecchè te voglij bene Talì.. »
« Pecchè nun c'è pensat primm?? »« Tali..le cose non sono così semplici, capisc ca nonnt er nu Di Lorenzo, e si ij facev nu sbaglij falso mi avrebbe ammazzato.. sono tornato mo a Napoli, quando ho compiuto 18 anni sono andato via da Napoli, ho iniziato a studiare e mo lavoro nell'IPM qua a Napoli, sono uno dei responsabili, e mo so pront a t ra tutt chell ca nun tagg rat.. »
Bella merda, da dove usciva? Comandante di un carcere? Per di più con una figlia che girava intorno a ste famiglie.
« E comunque come sono stata 17 anni della mia vita senza te.. n pozz sta ancor di più! »
« Talia.. per favore a papà.. »
Lo guardai subito quando pronuncio' "Papà", sorrisi ironica.
« Papà?.. ma c cazz stai ricenn.. ij nun Teng pat, l'unica perz c Teng e' mamma.. quindi p favore, nun m rompr chiu o cazz e nun me cerca chiu, Comandante. »
Pronunciai le ultime due parole lasciandolo poi li fermo mentre aveva lo sguardo basso e le mani nei suoi jeans.-
Se c'era una cosa che odiavo era che pensavo troppo, lo facevo costantemente.. e avrei pagato per spegnere i miei sentimenti e il mio cervello ameno per un giorno.
Non volevo portare rancore, perché non è un buon amico, per questo non lo voglio con me. Il rancore fa provare paura, ed è precisamente della paura che ho bisogno di liberarmi. Non significa che ho paura di mio padre o qualcun'altro , ho solo paura di rivivere le mie sofferenze e di ricadere nello stesso errore.Abbassai la testa al mio cellulare che squillo' e deglutì appena leggendo "Amore", scossi la testa e staccai con il laterale del cellulare rimettendolo in tasca lasciandolo squillare.. e poi un ennesimo messaggio.
Entrai nel parco dove andavamo sempre e camminai fino al lato del labirinto sedendomi dove non c'era nessuno e afferrai di nuovo il telefono, entrai nelle chat guardando le notifiche, vocale di Silvia:- Aro cazz stai cap e merd?? Ciro mi ha detto che non stai con lui, sta comm e nu pazz.. ma che stai combinando? -
Serrai la mascella senza rispondere e poi ascoltai il vocale di Ciro:
- Oh, ma c cazz stai criann?? Talia, ma c tien ngap? Aro cazz stai? -
Chiusi gli occhi staccando il vocale prima che continuasse e alzai la testa sentendomi osservata,
deglutì subito guardandolo e poggiai il cellulare in tasca restando in silenzio.« E tu ca stai? »
Annuì semplicemente guardandolo mentre si sedeva al mio fianco sulla panchina bianca.
« Che sta succerenn Talì.. ? »
Lo guardai e abbassai lo sguardo all'erba, non sapevo che fare, se dirglielo, o meglio se potevo davvero fidarmi di lui.. però poi pensai che lui era Ciro, il mio Ciro e non avrebbe mai fatto si che mi succedesse qualcosa.
« È tornato mio padre.. »
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Destinati ad amarci.
FanfictionRaramente si dicono di amarsi, lui perché non sa mai quali parole giuste usare e lei perché non vuole metterlo a disagio, però se lo dimostrano ogni giorno. So anche che si erano inizialmente persi ma due persone si ritrovano sempre quando sono des...