10.

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« Uagliu.. »

Mi alzai subito dal busto d'istinto sentendo la voce, la sua voce, quella di Ciro. Erano giorni che facevano a cambio, quel ragazzo biondo non l'avevo più visto, e ogni giorno entrambi mi dicevano che sarei uscita da lì la mattina, ma non succedeva mai.
Edoardo spesso dormiva con me e Ciro ci stava il giorno, infatti quella mattina era entrato e aveva tra le mani dei vestiti.
Edoardo si alzò piano guardandolo mentre si strofinava gli occhi per svegliarsi e dopo aver salutato Ciro con un cenno e aver accarezzato la mia testa aveva lasciato la stalla.

« Tagg purtat dei vestiti puliti.. e dell'acqua per lavarti.. se vuoi.. »
Annuì subito guardando le cose che mi porse e mi alzai in piedi, da due giorni mi avevano tolto persino le corde alle caviglie facendosi promettere che non avrei fatto stronzate.
L'avevo promesso per il semplice fatto, sapevo che se io avrei fatto cazzate li uno di noi tre ne sarebbe uscito morto.
Restai a guardarlo come per chiedergli di uscire.
« Ah devo uscire? »
« Dovrei spogliarmi.. »
Lo guardai alzare gli occhi al cielo e sbuffare, scossi la testa guardandolo girarsi e mormorai.
« Puoi restare, ma non girarti.. »
Lo guardai alzare le mani e sospirai appena girandomi di spalle dopo di lui, sfilai la maglia bianca che indossavo e il reggiseno..
Aveva comprato quell'intimo perché aveva ancora il cartellino attaccato, mentre i vestiti erano i suoi perché erano tute maschili.

Riuscì a lavarmi velocemente con l'acqua che mi avevano dato e una volta finito tirai su i pantaloni della tuta larga, allungai le mani a chiudere il reggiseno e chiusi i gancetti spostando i capelli di lato, ma notai da una delle finestre scure che stava guardando.
« Strunz, ma tu stai guardando.. »
« No ma quand mai.. »
Afferrai una delle bottigliette vuote e gli lanciai una infilando subito il maglione della felpa grigia.
« Posso girarmi? »
« Tanto stai guardando da mezz'ora.. »
Lo guardai fare un sorriso e sbuffai appena sedendomi sul lettino che mi avevano portato, era tutto così strano.
Portai le gambe intrecciate sul lettino e lo guardai sedersi al mio fianco.

« Ti stanno bene le mie tute.. »
Lo guardai deglutendo restando in silenzio e poggiai le mani sulla coperta rosa che c'era sul lettino, deglutì appena guardando la sua mano avvicinarsi alla mia, non la tolsi, le sue dita toccarono piano le mie e poi fece in modo che la sua mano più grande della mia coprisse la mia.
« Voglio andare a casa Ci.. »
Sussurrai a bassa voce girando gli occhi rossi e leggermente lucidi verso lui.
« Lo so Talì.. »
« Per favore.. »

Sentì le sue dita stringere le mie e lo vidi girare il corpo verso di me allungando la sua mano libera sulla mia guancia, accarezzò le labbra col pollice e spostò i miei capelli dietro l'orecchio sinistro.
Chiusi gli occhi sentendo la sua carezza e d'istinto poggiai la guancia sulla sua mano..
Ciro non era come loro, non era come la sua famiglia, eppure si limitava ad esserlo, cercando di essere forse peggio di loro, ma quando era da solo con me, da giorni a questa parte, sembra un'altro..
Lo vidi allungarsi e poggiare le sue labbra sulla mia guancia, rimasi con gli occhi chiusi e socchiusi le labbra sentendo ancora le sue toccare la mia guancia, si spostò appena e senza smettere di toccare la mia guancia sentì la sua voce.

« tessa schifà Talì.. ma ij nun c riesc.. m par ca ogni vot che quest'occhio Verdi mi guardano, qualcosa esce fuori dal mio petto.. »
Si toccó con la mano il petto.
« E io o schif stu fatt pecchè m par ca mi sento debole e io debole non lo sono mai stato.. »
Rimasi ad ascoltarlo guardandolo negli occhi.
« E nun essa esser accussi pecchè sta voc che hai.. queste labbra.. sti man.. hanno toccato la persona ca io odio di più al mondo.. »
Guardai le sue mani, gesticolava e sembrava quasi che si dannava per questo.
« Ma ij t voglij, e chiu nun te cerc e chiu stai ca »
Si indicò con l'indice la tempia.
« Tali.. o sacc ca nun te ne fott nient e me e che mi odi più di ogni altra cosa al mondo..»
Deglutì guardandolo ancora una volta, non distolsi nemmeno una volta lo sguardo dai suoi occhi, cercavo di decifrarli eppure sembrava che avesse paura, anche se non lo dimostrava.

Lo guardai passarsi le mani sul viso, e pensai che forse dovevo odiarlo, che se ero qui era perché suo padre mi teneva rinchiusa per uno dei loro soliti capricci, eppure non provavo odio verso di lui, nemmeno un po'.
Non sapevo coserà, ma di sicuro non era odio.
« Ciro.. »
Lo guardai mentre si toglieva le mani dal viso e mi mostrò il suo sguardo.
« Io non ti odio.. »
Lo guardai alzare un sopracciglio, forse a chiedersi come sia possibile, ma socchiuse le labbra e lo guardai poggiare la schiena al muro seduto sul letto.

Mi avvicinai a lui d'istinto e poggiai le labbra sulle sue.
Due erano le cose, o mi sarebbe andata bene o fuori di qui mi avrebbe messo in croce come fa con tutte.

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