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« Sono a lavoro, perché? »
« No siccome sono al market volevo sapere cosa vuoi mangiare stasera prima che litighiamo di nuovo.. »
« Amo lo sai quello che mi piace, fai tu.. »
« Quasi mi spaventa dover buttate cibo.. »
« Ja sce, tranquilla, penso che torno prima a casa perché il protagonista del film non è venuto, sta male diceva.. »
« Va bene.. chiamami quando stai per tornare »
« Ti amo.. »
« anch'io ti amo. »

Staccai la chiamata camminando per il reparto surgelati e guardai all'interno del frigo prendendo delle cotolette già impanate, non ero poi così tanto brava a cucinare ma ci stavo mettendo tutta me stessa, e poi dovevo ringraziare mia mamma che con una santa pazienza più delle volte mentre cucinavo lei era lì in videochiamata con me, e spesso si aggiungeva anche Silvia a prendermi in giro che a 21 anni quasi non riuscivo ancora a cucinare, io imparavo da mamma e Ciro da me, chissà alla fine cosa ne sarebbe uscito.
Riuscì a prendere qualcosa velocemente e solo dopo aver pagato lasciai il market cercando le chiavi dell'auto, Ciro mi aveva lasciato la sua auto quella mattina, molto strano perché lui era geloso della sua auto ma stamattina diceva che sarebbe venuto a prenderlo Taylor, una tipa che lavorava lo in regia perché avevano delle commissioni da fare, precisiamo: io mi fidavo di Ciro, era delle donne che non mi fidavo: Ciro era strabello..

Ecco, lo sapevo, se c'era una cosa che non cambiava tra l'Italia e NY era che le buste facevano davvero cagare, sbuffai appena abbassandomi a prendere le cose cadute dalla busta e subito dopo notai una mano toccare la mia per prendere la stessa cosa, alzai gli occhi e notai che era il ragazzo del film: Carmine. Lo guardai alzando un sopracciglio prendendo le cotolette dalle sue mani e apri l'auto mettendo le cose sul sedile.
« E tu che ci fai qua? Non stavi male? »
« E tu che ne sai..? »
« Mio marito è uno dei registi? »
« Ah giusto.. comunque anche per me è un piacere rivederti.. »
« Per me no. »
« Simpatica.. devo andare a prendermi delle medicine e non ho nessuno con me quindi mi tocca andare da solo. »
« E proprio qui? NY è grande..»
« Guarda che io abito lì.. »
Indicò un palazzo dopo due market e lo guardai alzando un sopracciglio intrecciando le braccia al petto:
« quindi diciamo che vieni tu nella mia comfort zone »
« Ma sei serio? Dai.. »
Lo guardai sorridere e sospirai appena:
« Ma la farmacia non è due isolati da qui? »
« Si, è davvero non capisco perché non ne aprono una qui interno.. » rispose
« Ma sei a piedi? »
Lo guardai annuire e poi sorridere:
« Senti siccome sono una ragazza educata.. se vuoi ti do un passaggio, si nota abbastanza che non stai bene.. »

Infatti, aveva il viso pallido e la punta del naso rossa, lo guardai facendo una smorfia vedendolo sorridere:
« Ci stai provando? »
« Diciamo che sono felicemente sposata. »
« Diciamo? »
« Lo sono e basta? »
« Va bene okay, accetto solo perche davvero sto di merda. »
« Come se ti dispiacesse.. »
Lo guardai soffiare una risata e poi entrare in auto dopo di me.
« Siamo sicuri che sai portarla un Audi del genere? »
« Se mio marito si fida di me puoi farlo tranquillamente anche tu. »
« Ad ogni risposta ci sarà sempre tuo marito di mezzo? »
« Hai problemi? »
« No per niente.. »
Sentivo un aria così da sfida ma non lo facevo apposta, mi veniva automatico.
Girai la testa guardando avanti prendendo a guidare mentre la radio si accede in automatico e Ciro aveva già sintonizzato una radio italiana, c'era • Alex Britti - Oggi sono io • picchiettai le dita sul volante a tempo di musica sentendolo poi parlare:
« Non sapevo che ti piacessero queste canzoni »
« Infatti l'auto non è mia? »
« Bene.. senti mai sei sempre così? »
« così come? »
« Tosta.. cioè intendo di carattere.. »
Trattenni il sorriso perché pensasse che pensavo ad altro e alzai le spalle come per dirgli "forse" mentre la mia testa tornava a guardare avanti.
Credo che ci mettemmo 10 minuti per arrivare e quando arrivammo lui scese entrando in farmacia e il mio cellulare si illuminò:

- Amo, addo stai? Sto a casa -
- Sono passata un attimo in farmacia, arrivo -
- Ma non ti senti bene? -
- No sto bene, dovevo prendere solo l'oki.. -
- Vabbè, fai presto.. -

Feci per rispondere ma senti Carmine entrare in macchina e lo guardai poggiando il cellulare sul cruscotto mentre feci retromarcia per poter tornare dove l'avevo incontrato o meglio dove diceva di abitare.
Non parlammo molto al ritorno, soltanto lui ogni tanto mi lanciava qualche frecciatina che cercai in tutti i modi possibili di non caderci.
« Qui qui.. »
« Qui? »
Lo guardai annuire e accostai aspettando che scendesse ma si voltò verso di me:
« Senti, so che è stato un po' una sfida, ma mi piace quest'atmosfera, credo che tuo marito sia davvero fortunato.. »
« Non credo così tanto.. »
« Io invece credo tu sia bellissima, e sarei fortunato ad averti se fossi in lui. »
Non risposi, guardai i suoi movimenti e si avvicinò poggiando le labbra sulla mia guancia destra, deglutì sentendo quel profumo.. Dior, lo stesso di Ciro, restai ferma e neanche sorrisi.
« Spero di rivederti.. »
Annuì semplicemente e quando chiuse la portiera  guidai fino a casa, posai l'auto nel parcheggio e apri casa con le chiavi entrando chiudendo la porta alle spalle:

« Amo.. sono a casa.. »
Poggiai la busta rotta sul tavolo facendo attenzione a non far cadere le cose e sentì la voce di Ciro:
« Vita mi.. »
Sorrisi subito sentendo le sue braccia abbracciare il mio corpo da dietro e chiusi gli occhi quando le sue labbra baciarono il mio collo.
« L'hai preso le bustine? »
Mi accorsi di non aver neanche una busta della farmacia e mormorai a bassa voce:
« No.. era chiusa.. »
« Strano.. a quest'ora è sempre aperta »
« Amo sono quasi le 20:00 che ti aspetti.. »
Quasi mi giustificai.
« Ja cucin ij staser.. »

Sorrisi appena guardandolo e lo lasciai fare mentre si toglieva la t-shirt bianca per non sporcarsi e io tolsi la giacca andando a posare in salone, mi fermai appena pensando stranamente a quel ragazzo, perché?

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