75.

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• POV CIRO •

Non credo di essere così forte quando si tratti di lei, come se qualcosa perforasse il mio petto e la mia gola non avesse più voglia di niente, e il mio stomaco non funzionava..
Io non sapevo cosa fosse successo davvero tra di loro, ma sapevo che forse la colpa era mia, l'avevo trascurata un po' con sta storia della scrittura che non mi accorsi neanche che era così stressata, lontano dalla nostra famiglia, dai nostri amici.
Non riuscivo nemmeno a guardarla negli occhi, solo al pensiero che quelle labbra avessero toccato un'altro che non ero io.. avessero toccato mia moglie, non riuscivo a credere alle sue parole, lei diceva che non c'era stato niente ma io non ne ero convinto, come se qualcosa mi dicesse di non credere a ciò che stava dicendo e allora forse mi pentì di essere cambiato, mi pentì del nuovo me, forse il vecchio Ciro sarebbe subito andato da questo stronzo e l'avrebbe ammazzato senza nessuna spiegazione e da vero psicopatico avrebbe tenuto Talia con se, come un vero amore tossico.
Pero' stavolta non era così, io non mi sentivo più forte come prima, e appena vedevo del sangue scappavo come un animale. Ne avevo visto già troppo per vederne altro.

Alzai la schiena dal letto sentendo delle urla, stavo messaggiando con Edoardo, sapeva di ciò che stava succedendo e forse in questi giorni mi aveva detto che sarebbe venuto qui.
Apri appena la porta e sentì del vetro rompersi, notai la stanza da letto aperta ma Talia li non c'era, mi avvicinai alla porta del bagno era socchiusa, apri la porta e deglutì guardandola:
C'era un macello.. ogni cosa che era sul mobile dei bagni era sul pavimento, profumi rotti, ogni cosa rotto, forse si era anche fatta male.. non lo sapevo, ma non riuscivo a muovermi, rimasi fermo vicino alla porta guardandola seduta all'angolo del bagno con le braccia sulle ginocchia, aveva gli occhi chiusi e tratteneva i singhiozzi.

Odiavo vederla così, odiavo ogni lacrima che stava versando  e odiavo non riuscire a perdonare.
È così che ci si sente quando ti spezza il cuore?
Te lo chiedi mentre lacrime salate ti sfiorano gli angoli della bocca.
È forse questo il sapore di un sogno infranto?
Sei nato per spaccare il mondo, ma nemmeno sorrisi più, e l'unica cosa rotta in quella stanza sei tu.. siamo noi.
Ti fai troppe domande e non ti dai mai le risposte, ti fai prendere dell'ansia e ogni cosa sembra peggiorare, ogni secondo che passa è un secondo in meno da vivere, tutto si fa buio..
Pure la luna si nasconde dietro qualche nuvola! Il cielo promette femorale: il tuo umore uguale.
Vorresti che la vita fosse un film, uno di quello che provo a scrivere su carta e penna.
Vorresti ritornare la forza che non ti senti più addosso, alzarti in piedi e urlare, svenarti per far uscire il tuo cuore.. ballare quando nessuno ti guarda sulle note di una canzone che ancora non esiste.
Vorresti vivere in una favola, viaggiare col Piccolo Principe, impazzire per i suoi tramonti, vorresti la certezza di un lieto fine.. e poi, poi vorresti un ritorno, pensi che solo una persona ti possa salvare.
Guardati, piccola ragazza dagli occhi incredibili, perché i tramonti tu ce li hai tutto dentro, quanti ne vuoi, quando vuoi..
Il temporale è altrove, tu sei tutta sole..e quella persona che ti può salvare sei tu, proprio come hai insegnato tu a me.
Il presente cambia ogni cosa, ciò che ti faceva sorridere adesso ti fa piangere, cio che non credevi possibile, tra un secondo si potrebbe avverare.

Apri gli occhi, pensai a tutte quelle parole mentre lei era sul pavimento del bagno, aveva le gambe scoperte della maglia che indossava soltanto.
Come potevo pensare solo un istante di poter vivere la mia vita senza di lei? Come potevo pensare che un'altra donna potesse prendere il suo posto? Il posto di mia moglie.
Mi avvicinai piano a lei e la feci alzare dal pavimento notando soltanto dopo che aveva del sangue e le guardai le mani notando che non aveva tagli, abbassai lo sguardo alle sue gambe e un po' più su della caviglia aveva un taglio, deglutì e l'afferrai per le cosce portandola in camera nostra e le appoggiai un fazzoletto sulla gamba alzando il viso a lei sentendola parlare:
« Non mi fa male sto bene, è solo un piccolo taglietto col vetro, davvero.. »
Tolsi la mano che lei aveva appoggiato sulla mia per non farsi toccare la gamba e gli rivolsi lo sguardo, non parlai, ma lei capi'.

Mi tirai su tornando in bagno aprendo il cassetto e presi del l'acqua ossigenata con una medicazione una di sulle grandi a quattro, tornai da lei e mi appoggiai al suo fianco sul letto pulendogli la ferita e dopo poco le misi la medicazione, poggiai le mani sul letto e alzai il viso a lei.
« Hai sfogato? »
Le chiesi, quasi come se avevo capito il suo gesto, perché avevo la stanza degli ospiti sotto sopra da due giorni dopo la sfuriata che avevo avuto solo.
La guardai fissarmi, quasi non ci credeva che le stavo rivolgendo la parola, ma la guardai:
« Io non ho fatto niente.. te lo giuro.. »
Guardai i suoi occhi riempirsi di nuovo di lacrime e allungai le mani al suo viso asciugandogli le lacrime col i pollici:
« Non voglio sapere niente Tali.. bast..»
« Ma dev.. »
« Tali.. bast! »
La guardai annuire e appoggia la mano dove aveva la medicazione e alzai gli occhi ai suoi:

« Teng paur Talì.. »
La guardai mentre non cercava nemmeno di capire, perché sapevo che lo già sapesse.
« O vuo capi ca qui fuori ci sono ragazzi meglio di me? Che potrebbero darti il mondo intero.. »
« Ma io non me ne faccio niente del mondo interno si nun c'è stai tu Ci.. »
La guardai e deglutì appena mentre lei si mise in ginocchio sul letto per avvicinarsi di più a me.
« Non e' così.. »
« Si invece.. se volevo qualcun'altro io tutti questi anni ad aspettarti, a pregare a supplicare Dio di cambiare la tua testa di cazzo, non l'avrei fatto.. e invece sono stata qui, aspettando che le mie preghiere si avverassero e che tu mi scegliessi per sempre e quando ci sono riuscita quando tutte le mie parole a Dio non sono state invane allora mi sono sentita così piena, così soddisfatta.. così innamorata.. »

La guardai tenendo la mano sulla sua guancia e morsi appena le labbra restando a guardare i suoi occhi, qualsiasi cosa avrebbe sminuito quel momento per questo decisi di restare in silenzio e lasciarla parlare:
« Nisciun e te.. e se pure là fuori ce qualcuno di meglio io allora il mio non lo voglio perché il mio meglio e' qui, il mio meglio l'ho già avuto, il mio meglio si sveglia tutti i giorni al mio fianco e  il mio meglio non chiude gli occhi se la sera prima di dormire non mi dice Ti amo.. il mio meglio sei tu e altro meglio non ne voglio. »
Aveva gli occhi così gonfi dalle lacrime, non riuscivo neanche più a vederla piangere.
« Però te sto facenn chiagnr.. »
« Se piangere vuol dire combattere per stare al tuo fianco allora voglio continuare a pianger.. »
Non la finì nemmeno di far parlare,
Mi avvicinai subito a lei baciandola, come non mai, sentendo la mancanza delle sue labbra..
Le tolsi subito la maglia che indossava soltanto e ammirai la sua bellezza, i suoi occhi rossi che nascondevano il verde smeraldo dei suoi occhi..
Ripresi a baciarla ma stavolta con più foga e mi beai tutta la notte del suo corpo.

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