12.

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Era così strano rimettere piede a scuola, stare lontani quasi un mese da tutta sta massa di imbecilli che ogni giorno si scannavano.
Mia madre aveva parlato con i professori e dovevo recuperare parecchie cose ma sarebbe stata una passeggiata tranquilla per me, non mi piaceva studiare ma ne ero capace.

Ero con Silvia, il giorno prima quando sono andata da lei quasi gli veniva un infarto.
E adesso sembrava la ragazza più felice del mondo, spesso erano questi i motivi per il quale io restavo sempre me stessa cercando di non "cadere" mai, la mia vita non era perfetta ma avevo mia madre, Silvia.. e forse anche quel coglione di Edoardo che da quando aveva saputo di ciò che stava succedendo tra me e Ciro molto spesso mi evitava, non lo capivo proprio.
Quella giornata era andata così, non avevamo studiato e i prof si erano limitati a spiegare visto che fra meno di 3 mesi avevamo la maturità.

« Piccerè.. »
Girai subito la testa seduta sulla panchina della scuola siccome eravamo nell'ultima ora di motoria e lo guardai alzando un sopracciglio
« Me le dai o no ste lezioni private? »
Sentì Silvia ridere sotto la domanda di Ciro e sospirai appena intrecciando le braccia al petto.
« Ci devo pensare.. »
« Eja, p favor.. »
Lo guardai e sorrisi appena ma leggermente e annuì guardandolo allontanarsi mentre infilava la casacca per la partita di calcetto che dovevano fare.
« Voi due non me la contate giusta.. »
« Non la contiamo proprio Silvie.. »
La senti ridere e gli mostrai il dito medio sorridendo girando la testa guardandomi attorno.

Infondo al cortile c'era Carmine, con le mani nelle tasche dei jeans e deglutì appena capendo che stava guardando da un bel po.
« È li da più o meno 25 minuti.. »
Mi tirai su facendo per andare e Silvia prese subito il mio polso guardandomi.
« Nun fa strunzat, ricordati che Ciro lo odia e siete a tre metri di distanza.. »
Annuì guardandola deglutendo e mi allontanai camminando piano fino all'albero dov'era Carmine, mi girai di spalle e per farmi sentire mormorai.

« Per quanto tempo hai intenzione di guardarmi? »
« E chi ti dice che stavo guardando te? »
« Di Salvo, ti conosco meglio di chiunque altro! »
« Stai colpendo bene direi.. »
« Non sto facendo un bel niente.. »
« Tra tanti che potevi prenderti proprio Ciro Ricci.. »
« Fra noi due non c'è niente! »
« Si, e ij song o cammurrist e napl! »
Deglutì guardando avanti senza voltarmi e lo sentì avvicinarsi, sporgere le labbra al mio orecchio.
« Cre.. hai paura di far vedere che parli con me? »

 hai paura di far vedere che parli con me? »

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« Ij nun teng paur e nient.. »
Mi girai subito verso di lui e lo guardai.
« Sai cre.. che per colpa tua sono stata chiusa quasi un mese in una cazzo di stalla incatenata, da una parte speravo che venissi tu a salvarmi, dall'altra speravo con tutta me stessa che non saresti venuto o qualcuno ti avrebbe ammazzato. »
Carmine smise di sorridere e mi guardò per qualche istante, come se non sapesse niente.
Fece per allungare la mano al mio viso ma sentì il braccio di Silvia tirarmi subito.
« Dobbiamo andare! »
Non fiatai, restai a fissarlo mentre Silvia continuava a spingermi via fino ai campetti.

« Se Ciro se ne accorge lo ammazza.. »
« Nun me ne fott nu cazz Silvia.. »
« Oh.. ma cre, ma che ti sta succedendo?? »
« Magg rutt o cazz.. »

Mi feci lasciare e andai in classe infilando i libri dello zaino e ringraziai che l'ultima campanella suonò, lasciai le ultime cose, chiusi lo zaino e uscì dalla scuola senza guardare nessuno, e ne tanto meno andare via con Silvia.
« Nennè nun m salut manc? »
« Ma vafancul. »
Urlai per farmi sentire da Edoardo poggiato al suo motorino aspettando che sua sorella uscisse.
Aspettai il primo pullman che prendevo spesso per tornare a casa e entrai non appena fu li.
5 fermate ed ero a casa mia.
-

« Mà sono a casa.. »
Nessuna risposta, era a lavoro. Sbuffai appena andando in cucina e guardando cosa ci fosse per mangiare, pizza fatta da mamma, non avevo nemmeno fame.
Camminai fino alla mia stanza togliendo i vestiti restando soltanto con la maglia e apri il pc cercando le cose da studiare.

Il mio sguardo cadde il sul mio cellulare:
" vengo da te per le 16:30. "
Alzai un sopracciglio notando la foto, era Ciro con Edoardo.. capi dopo che era Ciro, chi cazzo gli aveva dato il mio numero, scossi la testa sbuffando stendendomi mettendo la testa sul cuscino e alzai la testa al soffitto.

Ogni notte sognavo di scappare via da qui, eppure non lo facevo mai, sembrava che qualcosa mi frenasse, come se non riuscissi a lasciare casa e con casa non intendo questa dov'ero adesso ma Napoli.
-

Credo che quello fu il mio ultimo pensiero visto che apri gli occhi soltanto quando sentì dei rumori e mi alzai dal busto di scatto, da quando era successo tutto quel casino avevo il sonno così leggero. Era Ciro, che si arrampicava alla finestra, lo alzai alzandomi dal letto.
« Ma che cazz fai, ci sta una porta.. »
« Eh ma sto bussan a tre or.. »
Ah, forse così leggero per altre cose non le avevo..
« Ma stiv rummen? »
« No.. riposano gli occhi! »
« comm si scem.. »
« Ja entra pure, ormai.. »
Lo guardai fare una smorfia col suo solito sorrisetto e buttare lo zaino sul mio letto come se fosse casa sua, si mise le mani sui fianchi e mi guardò.
« Sient.. io di studiare non ne ho proprio voglia, e non sono nemmeno ancora tornato a casa. »
« E quindi che intenzioni hai ? »

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