Vi giuro, a volte vorrei essere come tutti.
Vorrei trattar male chi mi da' il cuore e fregarmene delle conseguenze, vorrei imparare a sbagliare senza ammetterlo mai, senza dover mai chiedere scusa.
Vorrei saper rigirare le cose a mio favore, vorrei provare a non essere coerente, a dire un sacco di cose per poi farle crollare un secondo dopo.
Vorrei avere la cattiveria di tutti quando puntano il dito contro qualcuno, o quando trovano nelle persone sono difetti!
Vorrei non aver un cuore per sentirmi superiore a tutti, convinta di non sbagliare mai.
E vorrei cercare qualcuno solo perché ho bisogno di qualche strano favore, senza mai cercarlo per chiedergli se sta bene, se ha voglia di fare una passeggiata o di prendere un caffè.
E vorrei essere ipocrita, un cazzo dì menefreghista come tutti, perché probabilmente si vivrebbe meglio.« Quando parlo con te devo parlare 40 volte visto che sembra che non mi ascolti mai.. »
« Ti sto ascoltando Silvia.. »
« E cos'ho detto? »
« Che hai fatto sesso con Milos.. »
« Non proprio.. cioè si.. »
La guardai alzando un sopracciglio cercando di capire, ma in realtà era così, aveva solo vergogna di ammetterlo.
Sorrisi scuotendo la testa e rimasi seduta accanto a lei sul divano mentre dalla tv usciva la voce di Paolo Bonolis.Erano le 19:20 e stavamo guardando quel programma dove spesso io e Silvia facevamo le gare a chi sapesse le risposte di più, era una cosa stupida e banale ma per noi no, perché erano dei piccoli spezzoni della nostra amicizia.
Io e lei ci conosciamo da quando abbiamo più o meno 12 anni ma abbiamo iniziato ad approcciare quando al primo superiore entrambe avevamo deciso il banco all'ultima fila.
Silvia era il mio opposto, estroversa, bella, dolce, simpatica, e l'unico difetto che aveva era che.. era la sorella di Edoardo Conte, migliore amico di Ciro Ricci. Che poi non era nemmeno un suo difetto.« Stasera siccome siamo soli, Edo ha preso le pizze, tu rimani a dormire qui e poi domani pomeriggio torni a casa? »
« Ma domani è domenica.. non vorrei lasciare sola mamma! »
« appunto, vai via la mattina se vuoi andare »Annuì guardandola e sbadigliai appena spostando i capelli dal visto, dietro l'orecchio destro e girai il viso al mio cellulare.
« Speri ancora in un suo messaggio eh? »
« Cosa? »
« Parlo di Carmine.. »
« No.. »
« Come no? »
« No.. nel senso che, si, non riesco a lasciare che vada via, però ha scelto lui questa cosa, quindi se ciò lo fa stare bene allora okay.. »
Silvia resto' a guardarmi per qualche istante e poi mi sorrise come solo lei sapeva fare.
« Lo vedo come lo guardi a scuola.. »
« È inevitabile non lo nego, è palese, siamo stati 3 anni insieme non è sicuramente una cosa stupida.. »
« ma non ha senso.. »
« Ha deciso così, un giorno si sveglia e non mi rivolge più la parola, tutto qui, e va bene, davvero.. adesso devo pensare a me »
Silvia annuì subito sorridendo come per dire "era ciò che volevo sentire" e le sorrisi spostando poi subito lo sguardo alla porta che si apri.« Ue, c stat facenn tutt e doij? »
Quella stupida voce, sospirai appena girando il viso e tornai a scorrere le dita sul touch del mio cellulare.
« Ciro, se apri la porta può darsi che entriamo »
Alzai subito la testa sentendo il nome e deglutì scuotendo la testa, solo lui ci mancava.
« E tu che ci fai qua? » chiese Silvia
« chist oi, deve rompere sempre il cazzo »
« Ma c fa scus, stai un po' qua.. »
Rispose Edo a Ciro mentre lui sbuffava anche per aprire la porta al suo amico con le mani occupate dalle pizze.
« Ja femmine belle venite a tavola che mangiamo! »
Silvia si alzò subito correndo da suo fratello e io mi abbassai a tirarmi i calzini lunghi e girai lo sguardo sentendolo.« Mi fai sangue pure in pigiama, è normal? »
« Ma quant fai schif.. »
Lo guardai in modo disgustata e girai la testa guardandolo sorridere, oddio che nervi. Sbattei contro la sua spalla per farlo spostare e entrai in cucina sedendomi accanto a Silvia.
« Tali mi aiuti? »
Annuì subito avvicinandomi a lei e l'aiutai nel dividere le pizze e spostai lo sguardo accorgendomene soltanto dopo che Edoardo mi stava guardando da quando ero entrata.
« Oh.. questa è di Edo.. »
Afferrai la pizza che mi diede Silvia e mi voltai porgendola a lui senza rivolgergli nemmeno uno sguardo.-
« No Edo sparecchi tu, eja! »
« Eja Silvia ma chest so cos che fann e femmn »
« Perché state ancora all'epoca che le femmine devono fare le domestiche e voi gli uomini vissuti? »
Calo' un silenzio esagerato, per tutto il tempo non avevo aperto bocca mentre stavamo mangiando, in realtà Ciro e Edo avevano detto solo cazzate e avevamo parlato di un certo Nazario e poi avevano menzionato più volte Carmine, ovviamente soltanto in modo negativo, senza fregarsene del fatto che io fossi lì.
« Nennè, le cose sono così qua. »
« Ciro Ricci, hai un cervello più piccolino delle palle che ti ritrovi, davvero. »
Guardai la sua mano stringere così forte il cartone della pizza vuoto e sorrisi scuotendo la testa sentendo Silvia ridere e Edoardo tossire.
« Tolgo io la tavolo o Ricci pensa che non sappia fare nemmeno una cucina.. »
« Devi saperla fare per forza, tu non hai là stoviglie, a stento riesci a comprarti un paio di mutande. »
« Non avrò i soldi che hai tu, ma quando li guadagno so che sono puliti e non sporchi di sangue e lacrime di gente. »
Lo guardai con aria di sfida mentre Edoardo si intromise subito.« Uagliu bast, Ciro jiammuncen a fumá na cann ja. »
« No, aiuto la ragazzina a sparecchiare. »
« Si ma cercate di non scannarvi. Noi cerchiamo un film. »
Si intromise Silvia mentre fece segno ad Edo di lasciarci soli. Sospirai appena scuotendo la testa e apri la spazzatura per infilarci i cartoni delle pizze restando in silenzio.« Ma tu pensi davvero ca ij song accussi scem? »
« Da quando ti importa ciò che penso? »
« Ma comm e fatt a sta nziem a nu traditor? »
Alzai subito la testa prendendo il cartone che mi porse e serrai la mascella guardandolo. Non finiva una conversazione sensata. Era serio?
« Ma qual'è il tuo problema, che sono stata insieme ad un Di Salvo, che non voglio farti aiuto a scuola o che non sono cascata ai tuoi piedi come tutti? »
Dissi in modo serio, fin troppo.
Finché lui fece in modo che lasciassi la spazzatura e mi spinse contro la cucina, ma stavolta non forte, anzi.
« O problem mij e' che.. non ti ho conosciuto prima do Piecur.. »
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Destinati ad amarci.
FanfictionRaramente si dicono di amarsi, lui perché non sa mai quali parole giuste usare e lei perché non vuole metterlo a disagio, però se lo dimostrano ogni giorno. So anche che si erano inizialmente persi ma due persone si ritrovano sempre quando sono des...