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« Ceh noi di venerdì sera dobbiamo mangiare pizze surgelate.. ma rendiamoci conto.. »
« Milos non ti lamentare, domani è sabato faremo qualcos'altro sicuramente! » Silvia
« Speriamm nu piatt e maccarun.. » Edo
« Ma vuii pensat semp o magna? » Silvia
« O magna' e alle femmine.. » Edo
« Edoà.. tu morirai con la fessa in testa!! » Ciro

All'ultima affermazione di Ciro nessuno riuscì a non ridere, persino Teresa aveva riso a questa battuta, e dico persino perché per lei noi siamo un po' "grezzi" lei viene dall'alto Napoli, intendo zone come Posillipo, Vomero.. anche Ciro abitava a Posillipo ma per loro era diverso, loro la casa a Posillipo come i Conte la usavano per altro mentre vivano tra i quartieri spagnoli ecc..
A me no? Non ci pensate proprio? Vivevo a Scampia e l'unico mio appartamento che adesso avevo preso era un po' più al centro di Napoli, che se fossi un po' di più vicino ai ragazzi ma anche vicino ai miei genitori.
Ah, la vita nella di chi ha i soldi.

« Uagliu non so voi ma ij m vac a cuccá.. sono sveglio da stamattina le 7 e ho guidato per due ore..amo c'è ne jiamm? »
Disse Edoardo rivolgendo poi lo sguardo a Teresa che subito annuì alzandosi dandoci la buonanotte, credo siano all'incirca l'una e qualcosa perché avevamo mangiato quelle pizze surgelate e delle patatine fritte, l'unica cosa veloce che avevamo trovato al market all'angolo perché stava chiudendo. Sicuramente da mattina qualcuno di noi sarebbe andato a fare la spesa e avremmo mangiato più decentemente.
« Fratelloni cari.. credo che il nostro letto ci chiama, domani la sveglia suona.. »
« Milos vir e nun fa o zuzzus cu Silvia.. »
Disse Ciro in risposta a Milos che aiutava Silvia a togliere le loro cose che avevano mangiato.
« Andate tolgo io tranquilli.. » mormorai
« Voi non andate a dormire? » chiese Silvia
« Tolgo le cose e vado.. » dissi guardando Ciro
« Si, le do una mano e vado anch'io.. » rispose
Silvia sorrise annuendo e dopo pochi istanti restammo da soli, era seduto di fronte a me sulla sdraio nel giardino della casetta, faceva abbastanza freddo e avevo una coperta verde sulle gambe avanti al fuoco che Edo e Ciro avevano acceso con dei fiammiferi rotti comprati a quel market che andava di corsa per chiudere.

« Tieni freddo addai? »
« un po'.. »
« Ja andiamo pure noi.. »
Annuì appena alzandomi tenendo la coperta sulle spalle e mi abbassai a prendere le cose che avevamo lasciato tutti sul tavolo, lui fece la stessa cosa aiutandomi e andammo in cucina buttando le cose nella spazzatura, cercai di non far cadere due bicchieri di plastica con dell'acqua ancora dentro ma avendo troppe cose in mano stavano per cadere e socchiusi le labbra per parlare ma Ciro afferrò subito la mia mano per aiutarmi a reggere le cose.

Alzai subito lo sguardo alla sua altezza e guardai i suoi occhi, lui fece la stessa cosa e per un istante notai che poi tutta quella distanza che pensavo ci fosse, tra noi non c'era.
« L'ho preso.. » sussurrò a bassa voce intendendo il bicchiere mentre le sue dita toccavamo le mie.
« Grazie.. » sussurrai a mia volta sentendo quasi il suo respiro sulle mie labbra.
« Uagliu scusatemi.. ho dimenticato il telefono.. continuate pure.. » Edoardo ci fece tornare un po' "nella realtà", entrambi ci spostammo subito e deglutì appena pulendo sul davanzale della cucina cercando di fare qualsiasi cosa pur di togliere l'imbarazzo che c'era o che almeno io avevo.

« Secondo me puoi fermarti un attimo.. »
« Sono ferma.. »
« No che non lo sei, sembri.. irrequieta.. »
« Forse un po'.. »
« Oh, Talì.. »
Tolse lo straccio dalle mie mani e le prese nelle sue stringendole appena rendendosi conto che le avevo ghiacciate.
« Sei freddissima.. hai le mani ghiacciate.. »
« E.. lo fa quando sono impacciata... »
« Lo so, l'hai sempre fatto.. però comm s ric, mani fredde cuore caldo no? »
« Non credo che il mio cuore sia caldo come una volta, Ciro.. »
« Ma pecchè Talì.. che c'è sta è sbagliat a vule' ben a nata perzon? »
Deglutì sentendo il mio fondoschiena toccare la cucina e di nuovo quella distanza non c'era più, come se qualcosa infondo ci obbligasse a non stare lontani, che la distanza tra di noi non doveva esserci.
« Pecchè sim stat tropp sbagliat.. »
« E invec siamo stati giusti ma nel momento sbagliato.. »
Annuì subito guardandolo, era la stesss cosa che  volevo dire ma mi sentivo così in imbarazzo e non sentivo così tanta timidezza da quando.. da quando l'ultima volta avevamo fatto l'amore nella sua auto nel parcheggio di casa mia prima che litigassimo due giorni dopo.
« O sai ca si semp chiu bell..? »
« Tu o sai ca si semp chiu Strunz? »
« Tali si semp a stesss.. »
Trattenni il sorriso e girai lo sguardo sentendo le sue dita accarezzare i miei capelli e portarli dietro al mio orecchio per toglierli dal mio viso.
« Profumi ancora di fragole.. »
« E tu del tuo solito Dior femminile.. »
« O sai vac pazz per il profumo femminile.. »
« Quanti profumi hai sentito? »
« Forz paricchij, non ti nego che chiuso lì dentro non sono stato un santo, né scambiavo una ogni giorno e m piacev pur.. ma quando poggiavo la testa sul cuscino l'unico profumo che sentivo era o tuoi.. »

Deglutì socchiudendo le labbra sentendo le sue quasi vicino alle mie, quasi parlava sulle mie labbra, eppure non si toccavano.. c'era sempre quel millimetro di distanza ma con la voglia.
« A te invec quanti profumi maschili ti sono piaciuti? » mi chiese quasi con aria da sfida.
« Nessuno.. perché qualsiasi profumo oche sentivo in giro anche solo di passaggio.. non era Dior.. »
Sentì le sue labbra sulle mie non appena finì la frase e le sue mani calde afferrare il mio viso, ricambiai subito il suo bacio e non perdemmo tempo a far diventare quel bacio pieno di foga e passione.. socchiusi le labbra sentendo la lingua di Ciro e lo senti sorridere, non posso negarlo, mi fece sorridere anche a me..
Mi staccai appena per respirare e lui teneva le mie mani strette nelle sue sul suo petto come per riscaldarle.
« Credo che il letto chiama, Ricci.. »
« Chiammas meglij si c'è veress annur.. »
Morsi il mio labbro alzando lo sguardo a lui e sorrisi appena scuotendo la testa entrando nell'ultima camera del corridoio, la nostra.
Ringraziai di essere già spogliata, avevo un maglione lungo e le scarpe con i calzini, ero stanca e lo era anche lui, per questo tolsi le scarpe e mi infilai sotto le coperte.

Chiusi gli occhi ma li apri quando lo sentì, si stava spogliando, lui aveva ancora i vestiti ma adesso era rimasto in box, si stava così a caldo in quella casetta che potevamo persino dormire nudi ma sarebbe stato meglio per entrambi se i vestiti sarebbero rimasti ancora al loro posto.
Guardai la sua schiena, Dio.. forse si accorse che lo stavo guardando perché si girò verso di me e lo guardai sorridere.
« Cherè Nennè.. »
« Non mi hai dato la buona notte.. »
Sussurrai d'istinto stringendo appena le dita sulla coperta guardandolo avvicinarsi subito e poggiare le mani al lato della mia testa, poggiare le labbra sulle mie e lasciare diversi baci a stampo che non esitai a ricambiare, e sentì tra un braccio e l'altro le sue parole.
« Si nun so muort rind a sti duij ann senza di te, nun mor chiu Talì.. »
Allungai la mano alla sua guancia sentendo il ruvido della sua barba e poi poggiai il pollice sulle sue labbra, lui lascio' un leggero bacio e poi mi sussurrò a bassa voce "Buonanotte perzechella" sorrisi sentendolo, non mi chiamava così da una vita, l'aveva fatto nei bagni della scuola quando per baciarci ci nascondevamo da tutti all'inizio.

Lo guardai allontanarsi per andarsene nel suo letto che era affianco al mio ma mormorai:
« Ci.. »
Lui si voltò subito mentre si era infilato il pantalone della tuta e era intento a mettere il maglione.
Gli feci segno di venire sotto le coperte e lui non ci penso nemmeno due volte, neanche un secondo, si infilò sotto le coperte e il suo braccio avvolse il mio corpo, chiusi gli occhi quando la mia schiena toccò il suo petto e sorrisi sentendo il suono dei suoi battiti..

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