11.

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« Piccerè.. Ue.. svegliati, ti porto a casa.. »

Apri subito gli occhi toccandosi quest'ottimi cercando di capire se stavo sognando, alzai lo sguardo e notai Ciro toccarmi i capelli.
« Alzati dai, ti porto a casa tua.. »
« Ma veramente fai..? »
« Veramente faccio.. dai.. »
Lo guardai sorridere e deglutì, era la seconda volta che guardavo Ciro sorridere, lui non lo faceva quasi mai se non quando faceva quei sorrisetti da sfida.
La prima volta che l'ho visto sorridere è stato due giorni fa, quando a baciarlo fui io.. e non era andata male per niente, anzi, era stato uno dei tanti di quella sera.
Non sapevo cosa mi stava succedendo ma sapevo che ogni volta che quei occhi come la Pece mi guardavano, qualcosa in me cambiava.

Lo vidi prendere il borsone con le cose che avevo accumulato nei giorni e porgermi la mano non appena finì' di allacciarmi i lacci delle Nike.
Guardai la sua mano e deglutì prendendogliela.
Uscì con lui fuori guardandomi attorno, non sembrava vero.. erano passati esattamente 22 giorni da quando non tornavo a casa, sentì il braccio di Ciro avvolgere le mie braccia e camminare.
Lo seguì fino alla strada dove c'era un auto e alla guida c'era Edoardo.
« Cre Nennè nun si felic..? » mi chiese Ciro.
« È strano.. »
« Ho parlato con papà, gli ho promesso che la morte di Di Salvo me la devo prendere io, ci ho messo giorni per convincerlo e c'è lo fatta »
Lo guardai deglutendo e annuì leggermente entrando con lui in macchina e guardai il sorriso di Edoardo, sembravano più felici loro che io.
-

« Edo, scinn pur tu! »
Edoardo annuì alle parole di Ciro e appena mia madre apri' la porta di casa, restò immobile per qualche istante prima di abbracciarmi subito, credo che quell'abbraccio duro' abbastanza perché la voce di Ciro sussurrò.
« Noi vi lasciamo.. Signò.. »
« Ciro, cir aspett.. »
Alzai subito la testa guardando mia madre e Ciro in confidenza, quasi come lo era con Edoardo..
« come posso ringraziarti per averla protetta? »
Edoardo smise di sorridere, cosa gli avevano raccontato? Deglutì guardandoli.
« Signò.. non mi dovete ringraziare di niente, quando c'è di mezzo l'amore niente è comparabile, statv tranquill che a voi ci penso io e la nostra famiglia! »
Mia madre sorrise ringraziandolo ancora e cercai lo sguardo di Edoardo per capire se sapeva qualcosa, ma forse no.
-

Ero riuscita a fare una doccia calda, avevo dormito una mezz'oretta e poi a pranzo ero in cucina con mia madre, mi era mancata così tanto, le sue mani d'oro a cucinare queste delizie.
« Mà.. »
Mi guardò subito sorridendo.
« Come mai sei in confidenza con i Ricci? »
« Amo a mammà, la sua famiglia mi ha sempre dato lavoro, poi ho saputo che in questi giorni non ti hanno mai fatta mancare niente, pur si t vec nu poc sciupata.. »
Annuì deglutendo guardandola e giocai con la forchetta nel piatto alzando di nuovo la testa a lei.
« e poi secondo me.. Ciro va pazz p te.. »
« Mamma.. odia Carmine.. »
« Carmine e' il tuo passato amo, tu mo devi vedere solo il tu presente.. »
« Non ti capisco! »
La guardai alzando un sopracciglio e sospirai appena portando la forchetta in bocca facendo un boccone. Ma rimasi immobile guardandola sbattere la forchetta nel piatto e i suoi occhi pieni di lacrime.

« Sai comm sto stat in questi giorni? Aspettavo che tornavi e invece no, ho sempre avuto la costante paura che quando tornavo a casa non ti trovavo più, e quando è successo agg penzat.. è colpa mia.. sai quali erano i pensieri che in quei giorni mi torturavano? Quelli che maggiormente mi davano incubi, era quello di pensare che.. se tu motivi la colpa non era dei Di Salvo ma pure la mia! Non perché io ti avevo fatto incontrare questa famiglia, no, ma perché dicevo.. l'ho messa io al mondo! La colpa è mia, e allora tu capisci che di fronte a questa verità una madre se la sente la responsabilità di fronte ad un figlio, per come deve crescere, per come deve affrontare la vita per lui, per l'avvenire che deve avere, per la strada che deve intraprendere.. »

Deglutì guardandola piangere e abbassai lo sguardo ascoltando le sue parole. Non sapevo com'era essere genitori, eppure mia madre mi aveva cresciuta da sola con pezzettini di pane, senza mio padre, senza sapere il vero amore qual'era, visto che all'età di 17 anni aveva scoperto di avermi, nel più grande fiore dell'età, e lei non si era mai goduta la gioventù soprattutto perché quando l'aveva saputo, sua madre e suo padre non le avevano più rivolto la parola, eppure lei non aveva rinunciato a me, e adesso vive con la costante paura di perdermi.

« Quando avevo 17 anni e ho saputo di aspettarti, ero nei bagni del club dei Di Salvo dove lavoravo.. ho visto un gruppo di ragazzini ed erano così felici. Nessun pensiero al mondo!
Avevano bei vestiti e sorridevano, erano amati.
Si vedevano che erano ragazzini amati, accuditi, avevano la mia stessa età ma.. loro erano amati e io no. Ho deciso all'istante che tu non saresti stata come me, ma come loro.
E che avrei fatto di tutto, di tutto per renderlo possibile. Ciò messo molto e non è stato facile, ma l'ho fatto! Io ti volevo come quei ragazzini, quindi odiami pure, pensa pure che io sia la madre peggiore del mondo e magari lo sono..
ma ho fatto il mio dovere e non permetterò che adesso mi strappino l'unica cosa bella della mia vita. »

Sapeva tutto, mia madre sapeva tutto..

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