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Erano due giorni che Ciro non mi rivolveva la parola, e non era per niente bello tornare a casa e non ritrovarselo a fare le sue stronzate o solo sentirgli dire "Amo, sono a casa", sembrava in eternità invece erano soltanto due giorni che non mi guardava nemmeno.
Non avevo il cellulare perché si era rotto e lui l'aveva credo buttato, non sentivo Silvia e ne tanto meno mamma da due giorni, e andava bene così anche perché loro non li sentivo tutti i giorni.
Pero' stare lontana da Ciro per me era davvero doloroso, soprattutto non dormire con lui e vederlo dormire nella sala degli ospiti.

Quel pomeriggio stavo tornando da lavoro perché ero andata con Francesca in uno studio di moda dove avevano visto i miei capi e al fatto che in Italia erano abbastanza conosciuti, mi avevano chiesto un offerta e non gli avevo neanche dato una risposta. Stavo tornando a casa a piedi visto che Francesca aveva avuto una cosa urgente da fare e Ciro non mi rivolgeva nemmeno la parola pensa se mi dava un passaggio a lavoro.
Prima di uscire stammi gli avevo detto che sarei andata a questo "incontro" ma non avevo avuto risposte, sicuramente credeva che chissà dove andavo o con chi andavo.
E mentre la mia testa vagava appoggiata al palo della fermata del bus sentì' il clacson di un auto, alzai gli occhi e notai che era Carmine, solo lui ci mancava.
« Talia.. »
Non gli risposi nemmeno, girai la faccia ma lui accosto' scendendo dall'auto:
« Tali.. hey sto parlando con te.. »
Lo guardai deglutendo.
« Hey ma che ti succede..? »
Lo guardai allungare la mano al mio viso, con le dita spostò la ciocca di capelli dai miei occhi ma mi spostai per non farmi toccare.
« Sono giorni che cerco di contattarti per dirti che ho dimenticato la medicina nella tua auto ma non mi rispondevi su Instagram e quindi non c'ho provato più.. »

Girai la testa per non guardarlo, ma il buss passò nello stesso tempo e deglutì cercando di passare ma Carmine mi strinse il polso facendomi perdere il buss:
« Grazie testa di cazzo, adesso dovrò farmela a piedi. Davvero grazie. »
Quasi sbraitai contro di lui mentre lo spinsi:
« Oh.. calmati.. »
Le sue mani afferrarono le mie braccia e fece in modo che mi calmassi, non so come ma ci riuscì:
-
Ero nella sua auto, stava guidando e io cercavo più distanza possibile annuendo alle sue domande:
« Quindi si è arrabbiato.. »
Annuì guardando fuori mordendo la mani a del mio giubotto. Lo guardai accostare prima della traversa di casa mia e spostai subito gli occhi a lui:
« Senti.. mi dispiace okay? Se vuoi gli parlo io e gli dico che non c'è mai stato nien.. »
« No! No tu non lo conosci.. »
« Che potrebbe farmi scusami? »
Deglutì guardandolo, conosceva i nostri cognomi dall'inizio ma non sapeva di preciso chi era Ciro quasi un anno fa? Rimasi in silenzio:
« Tali mi dispiace.. voglio aiutarti.. »
« Sai come puoi aiutarmi? »
Mi guardò:
« Non rivolgendomi nemmeno più la parola.. »
Notai il suo sguardo cambiare, annuì e poi riprendere a guidare, girai la testa fuori al finestrino e non appena fummo avanti casa mia lo sentì:
« Senti.. io non so perché tu ce l'hai così tanto con me dall'inizio, ma non avevo cattive intenzioni, davvero.. non credo che essere sposati vuol dire non avere un semplice amico, ci sta la gelosia ma non così.. »
« Tu non sai un cazzo Carmine, mi ricordi tanto una persona che conosco che si chiama come te. Così buoni ma infondo non sanno neanche loro che cazzo vogliono dalla vita. Vogliono la pace ma poi la pace non la trovano mai. »
Lo guardai negli occhi deglutendo sentendo davvero quelle cose dentro me, strinsi le dita in un pugno e guardai Carmine avvicinarsi al mio viso guardandomi negli occhi:
« Io forse non so se riuscirò a trovare la pace, ma so che non amerò mai una ragazza che mi ha fatto del male e me ne rifarà, nessuno cambia, infondo. »
Deglutì sentendo quasi il suo respiro sulle mie labbra e lo spinsi capendo che stava parlando di Ciro, nemmeno lo ringraziai del passaggio, aspettai che andasse via e quando feci per entrare guardai Ciro sulla soglia della porta, forse aveva visto.. deglutì sentendo gli occhi gonfi di lacrime e indicai col pollice e dietro di me sussurrando:
« N..non... »
Mi fece segno di stare zitta e lo guardai tornare dentro, non era giusto, avevamo fatto di tutto per essere lì dove siamo adesso, non potevamo distruggere tutto così.

-

Non lo sentì per tutto il pomeriggio, era chiuso nella camera degli ospiti e non sapevo neanche cosa stava facendo, era chiuso dentro pecchè quando avevo provato ad aprire la porta non si apriva.
Ero in camera nostra e stavo guardando fuori dalla finestra cercando di guardare alla finestra accanto, ma aveva le tendine chiuse, poggiai la testa al muro e asciugai subito le lacrime sentendo le dita tremare:
Non mi sentivo così da quasi più di un anno, e sembrava che non sarei stata di nuovo così ma adesso stavo sentendo la stessa sensazione di una volta, con la costante paura di perderlo, però stavolta era colpa mia.

Poggiai la mano sul mio stomaco sentendo un ennesimo conato di vomito e uscì subito dalla stanza correndo in bagno e iniziai a vomitare anche l'anima, credo che erano soltanto muchi gastrici perché non stavo mangiando, odiavo mangiare senza di lui e allora digiunavo, forse era solo per quello.
Sospirai appena alzandomi dal water tirando lo sciacquone e mi avvicinai al lavabo prendendo lo spazzolino, lavai i denti e subito dopo poggiai le mani sul mobiletto dove c'era il lavabo..
Dovevo pur far qualcosa, questo silenzio mi stava divorando l'anima e la sua assenza non poteva durare così a lungo.
D'istinto senti' l'immensa rabbia e guardai le mie mani tremare ancora, succedeva da due giorni, da quando la notte che Ciro torno' a casa lo sentivo urlare come un pazzo chiuso in camera da solo.
Chiusi gli occhi e sentì le sue urla nelle orecchie e d'istinto urlai sbattendo tutte le cose che c'erano nel bagno a terra.

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