38.

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« Me sto scassan o cazz a sta ca dint.. »

Lo guardai mentre andava avanti e indietro e mentre i miei occhi guardavano il cellulare, ma l'orario sembrava sempre quello, sembrava che i minuti non passassero e che stare chiusa lì in camera con lui a chiave per un semplice gioco allora sembrasse un eternità.
Non parlai, restai in silenzio tutto il tempo seduta sulla sdraio nell'angolo della sua camera col cellulare tra le mani sentendo lui andare avanti e indietro. Sembrava non ci fosse più dialogo, che tra noi due l'unico dialogo era per litigare o per sfidarci, odiavo tutto ciò ma non lo facevo apposta e lui stava cercando in tutti i modi di farsi odiare con scarse risultanze positive.

« Ma tu nun parl manc.. »
« Ma c cazz vuo Ciro? »
« nient, a te nun voglij niente. C voglij a un ca s vo chiavà o meglij cumpagn mi. »

Alzai subito gli occhi verso di lui e deglutì appena socchiudendo le labbra, odiavo quando facevo così, ero pronta a rispondere ma poi qualcosa mi bloccava e le parole non uscivano dalla mia bocca. Avrei voluto dirgli tante cose ma l'unica cosa che riuscivo a fare era stare zitta.

« Oi, nun dic manc no! »
« Pensav ca fuss nu poc divers a lat.. »
« Eh semp a stessa cantilena.. »
« Eh si, me voglij chiavà Edoard, qual è o problem tuoi? Tien cocc problem? »

Guardai i suoi occhi diventare quasi Rossi, li aveva socchiusi e potevo notare quanto stesse morendo dalla voglia di uccidermi di botte, eppure restò fermo a fissarmi.
« Tu veramente t faciss o cumpagn mij? »
Lo guardai restando in silenzio guardando i passi che faceva verso di me mentre io già ero alzata dalla sdraio da poco e avevo il sedere sul davanzale del vetro della finestra.
« Rispunn Talì.. »
Socchiusi le labbra guardandolo avvicinarsi sempre di più e lo vidi poggiare le mani ai lati della mia testa sul vetro, abbassare lo sguardo a me e restare con gli occhi nei miei.
« Ij nun me chiamm Ciro Ricci, nun m facess mai tuccà da mani che non sono tue, invec tu le fatt.. e non so per quanto tempo ancora ti guarderò in modo schifata ma è così.. »
Lo guardai seria mentre diedi libero sfogo alla mia voce tenendo le mani consorte al petto.
« Allo te ne mbort ancor e me? »
Mi chiese a bassa voce mentre la sua mano toccò appena la mia guancia ma mi scansai per non farmi toccare spingendogli via la mano.
« Tali.. spesso faccio cose che non voglio fare ma le faccio perché mi danno piacere, spesso ti amo pure, anzi sempre.. pero' lo faccio pecchè tu rimman semp ca e nun aiesc chiu.. »
Guardai la sua mano toccarsi il petto coperto dalla t-shirt nera e serrai la mascella restando a guardarlo cercando di essere più impassibile.
« Non mi guardi nemmeno più.. »
« Che t'aspettav Ci.. »
« È fernut veramente? »
« Nun lagg decis ij.. »
Lo guardai mentre non parlava, resto a guardarmi e per l'ennesima volta cercò di toccarmi il viso, ma stavolta rimasi ferma mentre le sue dita spostarono i miei capelli neri dietro l'orecchio e abbasso' lo sguardo al mio petto nudo, avevamo ancora i costumi normalmente.
« Si stiss cu me nun t facess guarda' a nisciun.. »
« So stat per molto tua.. ma nun me saput tne »
« Io ho da pensare a troppe cose.. »
« Ed io non sono una di quelle cose.. »
« Talia.. »
« Lascia stare.. »
Mi spostai appena per farmi lasciare e girai la testa al cellulare leggendo l'orario, erano più di 20 minuti, sapevo che questi stronzi l'avevano fatto apposta, sbattei i pugni sulla porta.

« Coglioni aprite!! »
Sbuffai appena sentendo la voce di Silvia.
« Col cazzo che apriamo, se è necessario vi daremo da mangiare dalla finestra »
« Silviè, appena esco ti taglio i capelli »
« Nel frattempo fate pace. »
Sbuffai appena scuotendo la testa e li sentì parlare sentendo la voce di Edo:
« Nun dic nient ij ca mo aggia rummì cu Totò »
Li sentì ridere e poi girai la testa a Ciro:
« Questo è quello che voleva scoparmi.. »
Mormorai ironica sospirando appena sedendomi sul letto e alzai la voce:
« Almeno datemi qualcosa per dosso.. »
« Hai i vestiti di Ciro, te li darà sicuro! Noi andiamo a mangiare, a dopo! » urlo Silvia.
« Che coglioni.. »
Mormorai a bassa voce poggiando le mani sul letto girando poi lo sguardo a Ciro seduto sulla sdraio dov'ero io qualche minuto prima e aveva il viso tra la mano e si reggeva dal mento.

Credo che passammo un oretta così, tra silenzi, mentre il mio cellulare si spegneva e Ciro aveva lasciato il suo cellulare con il caricatore in cucina mentre il mio era nella mia camera. Mi girai appena stesa sul letto e iniziai a sentire leggermente freddo, sospirai appena guardandolo e mi alzai intrecciando le gambe seduta sul letto mentre lui guardava fuori dalla finestra sulla sdraio.
Mi rivolse lo sguardo e poi lo vidi alzarsi aprendo il suo zaino che ancora non aveva disfatto porgendomi una sua felpa bianca col cappuccio.
« Grazie.. »
Sussurrai a bassa voce prendendola e la infilai, mi andava quasi fino sopra alle ginocchia, tornai a sedermi sul letto guardandolo stendersi e guardare il soffitto.
« Tali.. pe quantu tiemp ancor amma sta accussì? »
« Domandancell e cumpagn tuoi.. »
« Nun hann tuort.. »
Girai lo sguardo a lui restando seduta.
« Tali.. ij magg rutt o cazz e sta vit.. non è nemmeno iniziato niente per me è già magg rutt o cazz. Vuless esser divers eppure mi va bene così, però rind a sta vit e merd l'unica cosa bella che mi faceva differenza ir tu.. e mo nun Teng manc chiu a te.. »

Lo guardai deglutendo e mi girai col corpo verso di lui restando a guardarlo, poi sussurrai.
« Cosa vuoi realmente Ci? »
« Ij voglij sta cu te.. m voglij scetá tutt e matin cu te affianc a me, consapevole che se mi succede qualcosa ogni volta che torno tengo a te ad aspettarmi.. che la vita non fa così schifo con te al mio fianco. Tali ij nun t pozz perdr, e per quanto il mio carattere faccia schifo io song nammurat e te.. »
« Cì.. ti sei appena fatto fare un pompino da un'altra.. »
« O sacc, o sacc e mi dispiace okay? Pero' possiamo ricominciare, le cose possono cambiare e io posso essere migliore.. »

Lo guardai scuotendo la testa poggiando le mani sul letto restando a guardarlo.

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