« Mà, sono a casa! »
Ormai era la mia frase preferita, era ciò che dicevo ogni volta che entravo a casa, pur sapendo che forse non avrei avuto risposte visto che lavorava spesso in questo periodo mamma.
Infatti era proprio così, mamma non c'era, sospirai appena andando in cucina e mi avvicinai al frigo leggendo il biglietto.
" Sono a lavoro finisco alle 17:00, mi raccomando ti ho lasciato le cose sotto al forno, mangia. „
Sospirai appena togliendo il foglietto e apri il forno notando le patate con gli hamburger ma non avevo fame, quindi decisi di studiare.Presi lo zaino mettendomi seduta vicino al tavolo e cercai il libro di Narrativa, odiavo studiare ma sapevo che dovevo farlo, per un mio futuro, soprattutto perché io qui a Napoli non volevo restarci, l'unica cosa che mi teneva qui era lei.
Forse studiai per un bel po, perché ad una certa sentì un leggero mal di testa e girai là pagina del libro.Girai subito la testa di scatto sentendo un rumore, credo che si, stavo studiando troppo.
Vivevo a Scampia, avevamo una casa qui, era la casa vecchia di nonna e per questo ringraziavo almeno di non dover pagare un affitto, perché non avrei voluto vedere mia madre ammazzarsi più di quello che faceva normalmente.
Mi tirai su e sospirai appena andando in camera mia e notai la finestra aperta.
Possibile che mia madre quando faceva le faccende di casa lasciava porte aperte ovunque? Ringraziai che fossimo in un palazzo.
Chiusi la finestra indietreggiando appena e d'istinto urlai sentendomi bloccate quando misi a fuoco che una mano copriva le mie labbra e l'altra mi strinse le braccia.Non ricordo molto, soltanto che quando apri' gli occhi non ero nel posto in cui io chiamavo Casa.
Mi guardai attorno e sentì la gola così secca, rendendomi conto di aver tra le i denti uno straccio bianco, cercai di muovere le mani la erano legate alla sedia dov'ero seduta.
Chiusi gli occhi e li riapri muovendomi.
« È inutil ca t muov, da qui non puoi uscire. »
Alzai subito la testa guardando la sagoma avvicinarsi, era un ragazzo, più o meno della mia età.. occhi verdi, biondo.. credo di non averlo mai visto prima d'ora.
Si avvicinò al mio viso toccandosi la guancia e poi spostò appena lo straccio dalla mia bocca.
« Slegami, cazzo! »
« Non posso, però ti ho portato dell'acqua ! »
Infatti, aveva nell'altra mano una bottiglietta di plastica con dell'acqua all'interno, l'appoggio sulle mie labbra e deglutì bevendo trattenendolo poi nella bocca guardandolo.
« Possiamo andare d'accordo okay? Basta che stai tranquilla, io ogni tanto vengo a trovarti »
Gli sputai l'acqua che avevo nella bocca, e subito dopo un forte dolore sul naso, capì soltanto dopo che mi aveva colpito con qualcosa ma non avevo capito cosa, alzai subito la testa sentendo il sangue colare dal naso e lui mi mise di nuovo lo straccio tra i denti, cercai di urlare ma con scarsi risultati.Era inutile, seppur provavo ad urlare non avrei concluso nulla.
" Ciro odia Carmine.. "
Era l'unica frase che mi veniva in mente, forse, questo.. ma io non c'entravo niente in entrambi i casi.
Smisi di mugolare nel momento in cui sentì le voci da fuori.« Don Salvatore, è una tipa tosta.. »
« E tu non ti preoccupare c'è lo vediamo noi »
« Per quanto tempo? »
« finché basta, bravo o uaglion.. »Serrai la mascella, chi cazzo era Salvatore?
Riuscì a scendere dalla sedia ma le mie caviglie erano legate così strette, chiusi gli occhi sentendo la voglia di piangere ma non dovevo.-
• UNA SETTIMANA DOPO IL RAPIMENTO •
• POV CIRO •Io ti dico che l'uomo è uomo quando non è testardo. Quando capisce che è venuto il momento di fare marcia indietro e la fa.
Quando riconosci un errore commesso e se assume le responsabilità, paga le conseguenze, e cerca scusa.
Quando riconosce la superiorità di un'altro uomo e ce lo dice. Quando amministra e valorizza la stessa misura tanto il suo coraggio quanto la sua paura.- Te lo giuro Edo, non risponde ai miei messaggi, non viene a scuola e per di più Katia, la sua mamma mi ha chiamata convinta che fosse da noi, gli ha lasciato un biglietto con scritto "sono dalla mia amica" e Lei ha solo me. -
Guardai Edoardo e Silvia parlare fuori al cortile della scuola, era appena finita la lezione ed ero seduto sotto l'albero come mio solito guardando dei video sul cellulare, finché la mia attenzione non cadde su Edoardo che scendendo dal suo motorino parlava con sua sorella Silvia.
- Ma da quanto non la vedi? -
- Da domenica, da quando è tornata a casa.. -
- Ma sono 5 giorni.. -
- Non si è mai allontanata da casa Edo.. -
- Hai provato a messaggiarla? -
- Niente.. -
Mi alzai subito prendendo lo zaino avvicinandomi a loro.« Ma cre uagliu? »
« Non si trova Talia.. »
« Commè nun s trov? »
« Non lo so, però è troppo strano.. »
Alzai la testa guardando Edoardo e poi il mio sguardo cadde su Carmine Di Salvo mentre usciva dalla scuola ridendo con Pino uno dei suoi scemi amici.
« Facimm na cos, mo ti porto da Katia così la distrai un po' e po ti giuro che mi metto a cercare io. »
« Edo però fallo.. »
Sentì loro due parlare e poi Edoardo guardare dove stavo guardando io.
« Accumpagn Silvia, c verimm la.. »
Annuì subito guardandolo andare via e poi camminai a passo veloce fino ad arrivare dietro lui.« Piecur.. »
Lui si voltò subito e sorrise.
« Aro sta? »
« Ma chi ? »
« A nammurata toij »
« Nun a vec a na vit! »
« Strunz, aro sta?? »
Carmine mi guardò sospirando, forse pensava che stavo scherzando ma il mio sguardo si fece ancora più serio.
« Si sacc ca le succies coccos t'accir che man meij. »
« Ma cre Cirù.. bellebuon ti importa dell'ex del Di Salvo? »
Serrai subito la mascella prendendolo per il collo ma subito si avvicinò Pino e li guardai in modo schifato.Lo lasciai, non era il momento di ucciderlo. Feci per andare ma mi fermai girato di spalle sentendolo parlare.
« A famiglia mia, amava Talia come l'amavo io e come l'amo ancora, ma cierti cos ess nun ladda verè, lagg lasciat pecchè ess è troppo pura p sta cu un comm e me.. pe sta cu un comm e nuij..
quindi se gli è successo qualcosa domandl a famiglia toij che per vedermi morto facessn tutt cos. »
Deglutì sentendo le sue parole e nemmeno mi girai, camminai a passo veloce fino al mio SH, dove misi in moto andando via.
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Destinati ad amarci.
FanfictionRaramente si dicono di amarsi, lui perché non sa mai quali parole giuste usare e lei perché non vuole metterlo a disagio, però se lo dimostrano ogni giorno. So anche che si erano inizialmente persi ma due persone si ritrovano sempre quando sono des...