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Ti volevo soltanto dire che c'era vento forte e ci siamo persi, non è un dramma: abbiamo soltanto scelto di guardare due film diversi.
È circa una colazione con la tazza piena di latte ma senza biscotti, ti cerco spesso tra gli scaffali e i vicoli lì dove di davamo i baci, anche quelli non dovuti.
Tipo le panchine, ora non mi ci siedo più, vado diritto, ho il passo spedito. E le stelle.. le indico ma non le dico, con le dita le cerco ma è come stare su una soglia che non varco, le giostre ferme nei parchi , le tue labbra chiuse, le bottiglie di birra con soltanto il fondo.
Ti tengo tra i disegni a pastello, che ci voleva più coraggio e sarebbe stato più bello un quadro dipinto a olio.
Ma tranquillo non ti odio, più che altro ti sogno.
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730 giorni. Due anni, due lunghissimi anni.

Tutto era così cambiato da quella sera.. ricordo quasi come se fosse ieri ciò che fosse successo tra noi, eppure sembrava che Ciro fosse soltanto una pagina della mia vita, una delle tante a cui non dovevo più passarci sopra.
Sono passati due anni, due anni nel quale io non ero più la stessa, qui tutti non eravamo più gli stessi per tutto quel sangue visto due anni fa.

Adesso che avevo 20 anni le cose erano cambiate così tanto, e soprattutto io ero cresciuta, cercavo cose diverse e amavo il fatto di poter essere libera e indipendente anche se i miei genitori erano ancora al mio fianco pronti a qualsiasi cosa. Mamma e papà si erano sposati, ricordo che al matrimonio c'erano tutti ma proprio tutti, era strano vedere gente di quel tipo alla cerimonia dei miei genitori ma per mamma quelle persone erano importanti, la famiglia Di Lorenzo? Scordatevela, non esisteva più, le uniche rimaste eravamo io e mia madre anche se mio padre mi aveva aggiunto all'anagrafe il suo cognome come sarebbe dovuto essere da tempo. Ma, meglio tardi che mai no?
A dirla tutta qui eravamo rimasti anche soltanto io e Silvia quasi: Edoardo, Ciro, Milos, Totò, tutti arrestati più di un anno fa in un Bliz ai quartieri spagnoli, tutti indagati per omicidio colposo/sfiorato ecc.. una grandissima merda, non li vedevo da una vita. Ero riuscita soltanto a vedere Edo mezza volta dalla videochiamata che Silvia mi aveva fatto quando era andata al colloquio..
Però lui no, e andava davvero bene così.

Anche perché io ero appena tornata da Milano, lo scorso anno avevo fatto un corso di formazione per moda Stylist, l'ho sempre voluto fare da bambina, disegnavo abiti e li nascondevo in una scatola enorme, credo questo sia il punto che non vi avevo detto, e poi avevo ripreso anche pattinaggio dopo una lunga pausa, vi giuro che mi sentivo davvero una persona diverso, e poi.. stavo frequentando il Chiattillo, non c'era niente di che ma.. c'era quel qualcosa, quella tranquillità in lui che forse cercavo da tanto tempo.. niente di ufficiale, e seppur mi piacesse ogni cosa di lui, non era Ciro.

« Hey, mi ascolti quando parlo? »
« eh? si.. »
Il braccio di Filippo avvolse il mio corpo tirandomi a lui e gli sorrisi appena guardandolo.
« ma me lo dai un bacio o no? Che non ci vediamo da 15 giorni.. »
Mi sporsi a lui e gli lasciai un bacio a stampo staccandomi subito dopo e sorrisi guardandolo:
« Allora.. che hai deciso resti qui a Napoli? »
« Non lo so, i miei genitori vorrebbero che tornassi a Milano ma.. qui ho te.. »
« Fili non devi pensare a me lo sai.. »
Lo guardai sbuffare e le sue dita spostarono i capelli dal mio viso e lo lasciai fare.
Eravamo sul lungo mare di Napoli, e Filippo era appoggiato al muro del mare e io ero avanti a lui, ma il mio sguardo cadde dietro di lui, si poteva vedere il carcere, dove c'erano i ragazzi.
« Che guardi? » si voltò subito
« Quello è un carcere vero? »
« Si.. »
« Sei più andata a trovare i tuoi amici? »
Lui non sapeva di Ciro, sapeva soltanto che erano tutti miei amici da bambini.
« No, è molto meglio così.. »
Lo guardai annuire e poi sporgersi poggiando le labbra sulle mie baciandomi, ricambiai, era come se ogni volta che si mettesse quell'argomento in mezzo avevo voglia di sfidare chiunque.
« Sei riuscita a prendere la casa alla fine? »
« Si, domani firmo il contratto, è un appartamento un po' più lontana dai miei genitori, solo lì lo trovata.. »
« Basta che ti piace e che loro ti appoggiano.. »
Annuì sorridendogli appena e sospirai leggermente:
Già, avevo preso casa da sola, un piccolo appartamento nella periferia di Napoli, avevo preso persino la patente, lavoravo, ecco cosa vi dicevo quando intendevo con "libera".
« Jiammuncenn ja.. »
« Da quando parli napoletano tu? »
« E io sto sempre con te.. »
Lo guardai ridere e risi anch'io dopo di lui camminando con lui fino alla sua auto, dove mi accompagnò a casa e mi lascio' sotto casa con un bacio e andò via.
-

« Ue, ma ti sto chiamando da oggi che fine hai fatto? A quand stai con chiattil nkn mi pensi più »
Ed eccola che parte all'azione, lei non sopportava per niente Filippo, diceva che non era per me, io ero troppo napoletana per stare con uno di Milano, ma alla fine la verità ne era una, lei voleva vedermi soltanto con Ciro, anche se si poteva scordare di questo perché non sarebbe accaduto.
« Silviè, sono tornata stamattina da Milano e ho pranzato con lui, ti ho mandato mezzo messaggio ma non l'hai letto, che succede? »
« Eh ho visto, comunque i ragazzi mercoledì escono, sono stati rilasciati con pena di sospensione e sono stati assolti da diverse accuse grazie a degli amici di famiglia.. »
Sorrisi subito guardando il vuoto e sentì un leggero fastidio allo stomaco che tanto fastidio non era ma un leggermente vuoto.
« Tali, si mort? »
« Nono.. »
« Allo.. nun si cuntent? »
« Si ovvio, non vedo l'ora di vedere Edo.. »
« Edo eh? Tali fatt accattà a chi nun te sape.. »
« Silviè smettila sono fidanzata.. »
« Col cuore rivolto ad un'altro pero! »
« Okaay, ti stacco!! »
« Ciao stronza! »
« Ciao vita mia. »
Sorrisi staccando la chiamata e mi buttai a peso morto sul letto guardando la porta aprirsi e guardai mio padre. Lui lavorava dove i ragazzi erano rinchiusi, e spesso mi aveva detto che Edo aveva chiesto di me ma io avevo sempre rifiutato.
« Uè.. tu stai ca? »
Annuì guardandolo.
« Ma già stai portando tutto nella casa nuova? »
« Pa.. ma non sono più una bambina.. »
Lo guardai sedersi al mio fianco e accarezzarmi il braccio.
« E saput re uagliun? »
Annuì guardandolo.
« m'arraccuman Talì.. »
« papà tranquillo.. »

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