76.

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Siamo esseri umani, e come tali siamo fragili e sensibili.
É normale piangere, anche senza motivo, perché spesso, quando ci sciogliamo in lacrime all'improvviso, significa che piangiamo per tante cose tutte assieme.
É normale avere periodi in cui tutto ci sembra inutile e vuoto.
È normale crollare e rompersi in mille pezzi.
È normale sanguinare e non riuscire a guarire subito.
É normale credere di essere soli e sentirsi sbagliati.
É normale perché essendo umani spesso fraintendiamo o veniamo fraintesi dagli altri, perché litighiamo e facciamo tanti errori.
E taivolta, nei corso della nostra vita, possiamo sentirci dei fallimenti, possiamo sentirci in un altro universo, possiamo sentirci invisibili.
Ma il tempo passa e le cose cambia.
Il buio cederà il posto alla luce, e dopo tutta la tempesta il cielo ti sembrerà di un azzurro tale da farti venire voglia di uscire e viaggiare senza una meta. Dopo le incomprensioni avrai voglia di abbracciare i tuoi amici con più forza.
Dopo ogni addio, c'è sempre un nuovo inizio con altre persone.
Tutto si muove.
Ora come ora parlane con le persone a te più strette.
Di loro che hai bisogno di più affetto del solito perché ti senti così triste da non riuscire a muoverti.
Non tutti ti capiranno, ma si impegneranno a farti stare meglio, ti faranno sentire la loro presenza più spesso e lentamente tornerai a sorridere.

Molto spesso mi chiedo come sarebbe stata la mia vita se non avessi conosciuto questo ragazzo, oppure se solo l'avessi conosciuto ma l'amore non sarebbe nato, chissà a chi avrei amato io e chi avrebbe amato lui, se avessimo cercato noi in altre persone o quelle persone ci assomigliavano, però poi sono convinta che le cose quando sono destinate ad accadere accadono , un po' come due persone, se sono destinate a stare insieme, allora insieme staranno.

Le cose stavano riprendendo piano piano tra di noi, lui sembrava più tranquillo e io ero tranquilla soltanto se lo era lui. Il mio lavoro era uscito due giorni fa e sembrava stesse andando alla grande, lui stava lavorando ancora su quel film, e spesso stavolta restava più a casa, o meglio restava di più con me, anche solo la sera:
"vestiti, veniamo fuori. "
E anche solo con una tuta pur di passare più tempo insieme mangiavamo persino panini sul marciapiede come facevamo a Napoli, era un po' come tornare ai vecchi tempi, a casa.
Erano giorni che non stavo bene, vomitavo in continuazione, mal di testa e lo stomaco sotto sopra, ero a lavoro, non potevo saltarlo, soprattutto adesso che in questi giorni c'era stato il lancio degli abiti.

- Come ti senti amo? -
- Abbastanza bene.. -
- Restavi a casa.. -
- No, ho da fare parecchie cose -
- Stasera prenotiamo una pizza e' sabato e c'è la partita, ti va? -
- Va bene amo.. -
- Ti amo. -
- Anch'io -

Guardai il mio ultimo messaggio e alzai subito la testa sentendo la voce di Francesca:
« Da quel sorrisetto deduco tu stia parlando con Ricci, hai il sorriso che ti finisce alle orecchie.. »
Annuì appena guardandola sedersi avanti al tavolo che avevo in quel piccolo ufficio nell'edificio presente li, sorrisi appena e la guardai:
« Tu quando ti innamori? »
« Non lo so, qui nessuno e' disposto ad innamorarsi di una come me.. »
« Ma dai, sei bellissima.. hai degli occhi spettacoli a cinesina, mi ricordi tanto la mia migliore mica.. Silvia.. »
Era vero, aveva degli occhi appena tirati e un nasino alla francese, sorrisi guardandola.
« Tali lo dici perché sei un' amica.. »
« Lo dico perché lo penso, lo sai.. »
« Si e comunque mi sto sentendo con un ragazzo »
« Ma dai.. e chi è sto tipo?? »
« Te lo faccio vedere ma.. zitta mh? »
Alzai le mani soffiando una risata sedendomi sulla sedia di fronte a lei e lei non perse tempo mostrandomi la foto, deglutì appena guardando il ragazzo, era Carmine.. la guardai:
« Bello vero? »
« Carino.. vado per altro io.. »
« Eh si, hai quel figo vicino.. »
Sorrisi appena guardandola, non dissi niente, poggiai la schiena alla sedia prendendo a bere il caffè e latte che avevo nel bicchiere di cartone.

Sospirai appena facendo una faccia disgustata sentendo il conato di vomito e appoggiai la mano sulla pancia che sentivo così gonfia:
« Stai bene? »
« Credo di essermi presa qualche influenza »
« Ma torna a casa.. che ci fai qui? »
« E come faccio? »
« da mattina ti porto io le cose da firmare, stai tranquilla davvero Tali.. »
Restai a guardarla per qualche istante, mi fidavo di lei, era l'unica qui che mi aveva rivolto la parola la prima volta sul set dove lavora Ciro, mi alzai appena e infilando la giacca mormorai:
« Grazie Fra, davvero.. »
« Ma stai tranquilla davvero.. »
Annuì prendendo il cellulare e la borsa:
« Senti.. ma non è che sei incinta? Hai un viso diverso.. stanco ma davvero luminoso, nonna calabrese diceva sempre che chi è incinta si vede dal viso.. »
La guardai deglutendo, odiavo quest'argomento, spesso mi chiedevano come mai ancora a distanza di quattro mesi dal matrimonio ancora non aspettavamo un bambino, ma che domande erano.. la guardai e mi limitai ad alzare le spalle, sapevo che l'aveva detto senza malizia per questo mormorai:

« Non saprei.. »
« Fatti un test no? »
« Aspetterò il giorno del ciclo.. »
La guardai sorridere e dopo averla salutata lasciai  il palazzo dove c'era il mio ufficio e aspettai un taxi che si fermasse, odiavo il fatto di non aver l'auto li, stavo ancora convincendo Ciro a prendermela visto che aveva "timore" di lasciarmi un auto qui a NY diceva che era diverso da Napoli.
Dopo 15 minuti riuscì ad arrivare a casa a causa del traffico di città come solito e entrai chiudendo la porta alle spalle stendendomi subito sul divano senza togliermi neanche la giacca.
Tossì appena e nel momento che tossì i conati di vomito tornarono ma stavolta non riusci a trattenerli, corsi in bagno iniziando a vomitare anche l'anima.

Riuscì ad alzarmi solo 5 minuti e a lavarmi i denti, sbuffai appena legando i capelli in una coda alta e sentì leggermente caldo prendendo il cellulare andando sul calendario del ciclo:
Tra 5 giorni sarebbe arrivato il ciclo, cazzo, eppure non mi sentivo per niente bene, forse davvero era una semplice influenza..

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