24.

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Avevamo passato quella serata con tutta la famiglia Ricci, Ciro aveva deciso di accompagnarmi a casa visto l'ora, ma quando fummo sotto casa mia decidemmo di fermarci per qualche minuto.

« Mi dispiace se non sei stata bene.. »
« Sono stata bene Ciro.. »
« Mio padre.. credo non sapessi di tuo nonno »
« Ma non mi importa, davvero.. e poi mi piace un sacco Rosa.. »
Lo guardai annuire e sorridermi appena accendendosi una sigaretta portandola alle labbra e ispirando il fumo. Sarei rimasta ferma lì a guardarlo per un botto, però dovevo andare via.
« Talia.. »
Lo guardai subito.
« Mi dispiace.. »
« Per cosa..? » non capi'
« Forse tra un paio di mesi diventerò peggio di lui, però tu rimani lo stesso che il mio amore verso te non cambia.. che io ti saprò amare sempre nello stesso modo, e che i miei occhi non guarderanno nessuna donna se non tu.. »

Già, questo non l'avevo messo in conto o meglio non volevo neanche pensarci, avevo il brutto vizio di non pensare alle cose per il semplice fatto di non volerle affrontare.
Restai a guardarlo e morsi appena le labbra guardando la sua mano libera sulla mia coscia.
Non risposi, mi limitai a sorridere leggermente e stringere la mano sulla sua.. mentre lui era intento a finire la sua Merit.
« Domani hai l'interrogazione.. »
« L'ultima.. »  sussurrai
Lo guardai sorridere e i miei occhi caddero sul mio cellulare poggiato sul cruscotto ancora, allungai la mano e notai il messaggio di mia madre: " Vita mia, non credo di tornare a casa stanotte, Zia Emilia mi ha chiesto di restare con lei perché sta poco bene, tu resta da Silvia, mi raccomando, non fare guai. »
Sbuffai appena leggendo e sentì Ciro:

« Ma chi è, nè? »
« Un mio spasimante.. »
« Eh, vir e nun abbuscà tu e iss ja. »
Sorrisi subito guardandolo, non l'avevo ancora visto geloso, se non quando una sera andammo in gelateria mezza classe e Gianni uno della nostra classe scherzava abbastanza con me e lui l'aveva minacciato senza un motivo ben preciso, e io non gli rivolsi la parola per ben due giorni.
Amavo la sua gelosia, ma odiavo quando faceva del male qualcuno, soprattutto se la colpa ero io.
« Mamma.. non torna stanotte.. »
Lo guardai annuire e poi girai la testa a lui:
« Vuoi salire? » chiesi di botto
« Eh? « forse non credeva a cosa avevo detto
« Dormi con me.. » sussurrai
« Ma nun t fir? »
Soffiai una risata guardandolo e contai appena sulle dita, ma prima che arrivassi ad alzare il mio terzo dito annuì subito.
« Sisi, dormiamo insieme.. »
« Che stupido.. »
Lo guardai sorridere e poi mettere in moto per poter parcheggiare meglio sotto al mio palazzo, cercai le chiavi di casa nella borsetta e quando le trovai uscì prima di lui guardandolo chiudere l'auto.

Sotto al palazzo apri' velocemente il cancello e fu lui a spingere il bottone dell'ascensore, gli ricolai lo sguardo sorridendo appena e lo guardai infilare le mani nelle tasche.
Chissà come sarebbe stato un lui diverso, un lui libero, libero di fare quel che cazzo gli pareva, di non dover far conto a nessuno, di sorridere h24 senza mostrarsi sempre serio, di non dover ricorrere a rimedi che sapevo lui non amasse..
Pero' andava bene così, perché un'altro Ciro non sarebbe stato lui, ed io ero innamorata di questo Ciro, perché si, lo ero.
C'avevo messo abbastanza tempo per capirlo, ma ne ero così convinta.

In ascensore nessuno dei due parlava e non appena entrammo in casa lo guardai chiudere la porta alle spalle accedendo la luce in cucina e nel salone.
« È strano che tu non stia parlando.. »
« Vuoi dire che parlo sempre? »
« Abbastanza.. »
Mi mostrò il dito medio mentre si toglieva il giubotto e io feci la stessa cosa con la giacca appendendola dopo di lui.
Lui non veniva quasi mai a casa mia, se veniva lo faceva solo per "studiare" in camera mia o di tanto in tanto scendeva a prendere l'acqua giù quando c'era mia madre, e quest'ultima non sapeva tanto, però credo che l'avesse capito.

E se ve lo state chiedendo, io e Ciro ancora dovevamo fare niente, ancora non ci siamo nemmeno sfiorati, anche se la voglia c'era e spesso lo vedevo in difficoltà quando i nostri baci si approfondivano, aveva bisogno di liberare le mani ma restava fermo..
Dopo ciò che era successo quasi due anni fa non avevo mai mostrato in intimità il mio corpo a nessuno, avevo ripreso ad andare a mare con Silvia perché le avevo giurato che ci saremmo andate ma sembrava tutto così strano.

-

3:35.
« Amo.. stai dormendo? »

No che non lo stavo facendo, non ci riuscivo e forse neanche lui, mi girai verso di lui mostrandogli che fossi sveglia e sentì la sua mano calda accarezzare la mia guancia e poi i miei capelli.
« È strano.. » sussurrai
« Abbastanza, ma abituati.. »
Sorrisi scuotendo la testa guardandolo ridere e morsi appena le labbra quando le sue dita accarezzarono le mie labbra, scendendo al mio mento e piano al collo..
Socchiusi le labbra chiudendo gli occhi e la sua mano arrivò al mio fianco.
Indossavo una t-shirt bianca e un pantaloncino nero dell Adidas, mentre lui aveva soltanto un paio di pantaloni di una tuta grigia, che aveva lasciato qui quando mia madre ci portò della premuta d'Arancia e lui tutto fece che berla..

Rabbrividì quando le sue dita toccarono la mia coscia e apri gli occhi guardandolo appena, mi guardò anche lui, forse mi stava semplicemente chiedendo il permesso di qualcosa, di qualche azione, perché quando chiusi gli occhi come per annuire le sue dita finirono sotto alla mia t-shirt, deglutì subito, non dovevo allontanarlo, non potevo.. ecco perché allungai la mano dietro al suo collo e mi sporsi appena iniziando a baciarlo.

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