41.

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« Ma nun tien fridd? »
« Ci.. è stato stiamo a 30º grandi forse o di più, siamo a Capri.. cosa vuoi che ho freddo? »
Il suo concetto era che doveva darmi la sua giacca che indossava, trattenni il sorriso guardando Silvia che quasi bestemmiava contro Milos e poggiai il calice sul tavolo girando la testa a guardare un po' più in là dove stavano suonando.
C'era un ragazzo al piano, ricciolino, occhi scuri, prima si era avvicinato al tavolo affianco che gli aveva chiesto una canzone che non ricordo neanche il nome, aveva una targhetta al petto con scritto "Filippo Ferrari", credo non sia neanche di Napoli per come aveva parlato.
« Oh amo, le ave' o dolc o no? »
Scossi la testa in un no girando la testa a lui.
« È bellil o chiattil? »
« Eh? »
« o uaglion al piano! O stai guardan a tre or »
« Ma la smetti? »
Lo sentì sospirare e scossi la testa abbassando lo sguardo alla mano che Ciro tolse dalla mia gamba. Dai.. sospirai appena e stavolta l'appoggiai io al suo ginocchio.
Lo guardai chiudere le gambe d'istinto e sorrisi appena scuotendo la testa.
« To giur t'acceress.. »
« E dopo come fai? »
« Me ne trov a nat talequal.. »
« Ma non esistono.. »
Lo guardai afferrare il mio mento con le dita e poggiare le labbra sulle mie.
« Ja Uagliù na carbonara magg magiat »
Sorrisi scuotendo la testa guardando Ciro alzare il dito medio a Totò e allungai le dita alle sue labbra per toglierli il segno del rossetto rosso sorridendo quando sentì le sue labbra baciare il mi pollice.. spostai poi la mano ad aggiustare la bradellina del mio vestitino bianco poggiando la schiena alla sedia.

« Tali ma l'hai mandato quel curriculum? »
« Quello da Zara? No sto aspettando te.. »
« C'è l'hai sul cellulare? »
« Si »
« E allora quando torniamo in barca lo mandiamo insieme no? »
Annuì subito sorridendo a Silvia e Edo rivolse lo sguardo a Lei:
« Ma pecchè cata fa ? » chiese
« Vogliamo andare a lavoro.. »
« Eh si co cazzz ca tu vai a faticà.. »
« Edo ma che c'è di male.. »
« Nun tien bisogn e fatica' e po o sai.. »
Ancora con la solita cantilena che siccome era una Conte doveva fare la donna di casa senza sporcarsi nemmeno le mani e non una semplice ragazza lavoratrice.
Sentì gli occhi di Ciro su di me e lo guardai:
« Nun c'è sta.. »
« Cì.. »
Lo guardai serrare la mascella e girare subito la testa, si stava trattando lo sapevo, morsi le labbra guardando Rosa:
« Mi fate compagnia in bagno ? »
« Vengo io Ro.. » mormorai
« Aspettatemi.. » disse Silvia
« Oe, m'arraccuman a tutt e tre! » disse Ciro con lo sguardo serio, sospirai appena camminando per prima e seguita da Rosa e Silvia.

« Io davvero non li capisco.. »
« Tu? Io non so come mai vado a scuola, mio papà e contro.. »
« Sono così stupidi.. »
Le ascoltai parlare e sorrisi appena sistemandomi i capelli allo specchio guardando Rosa sistemarsi il trucco e Silvia lavarsi le mani.
« Tu che ne pensi? » chiese Silvia
« Penso che non sono né una Conte ne una Ricci quindi andrò a lavoro, mi realizzerò e farò ciò che voglio fare come dovreste fare voi.. »
« Perché vuoi ammazzarsi con mio fratello? »
« Ro, finché non sarò davvero una di voi io sono libera, amo tuo fratello ma l'essere me stessa non deve influenzarsi con la situazione.. »
« Vorrei avere il tuo stesso coraggio per dirlo a mio padre ma mi sto sempre zitta.. »
La guardai e sorrisi appena allungando la mano alla sua guancia accarezzandola appena.
« Continua la scuola e poi si vedrà.. »
La guardai sorridere e poi smettere subito dopo:
« Mi dispiace per il fatto.. Ilenia intendo.. »
« Stai tranquilla, è una delle tante.. »
« Ma che cumbin frat't e femmn? »
Chiese Silvia a Rosa e ridemmo tutte e tre mentre loro due uscirono per prima dal bagno e io per ultima, mi toccai il polso destro e notai che avevo perso il braccialetto che Ciro mi aveva regalato al mio 18esimo, deglutì appena guardandomi attorno e poi guardai a terra.
« Ragazze iniziate ad andare adesso arrivo ho perso il bracciale.. »
« Ti aspettiamo se voi.. »
« No tranquille o litigate con i ragazzi »
Loro si allontanarono e io tornai in bagno cercando il bracciale ma evidentemente l'avevo perso in sala, sbuffai appena uscendo di nuovo dal bagno e sbattei contro qualcosa o meglio qualcuno.

« Scusami, ti sei fatta male? »
Alzai subito la testa e notai che era il riccio al piano, scossi la testa in un no e deglutì appena.
« Hai perso il tavolo con tutti i tuoi amici? »
« Che ne sai? Mi stavi guardando? »
« Forse.. »
Mi sorrise scuotendo la testa e guardò il polso destro che avevo nella mia mano sinistra ripensando al bracciale.
« hai perso qualcosa? »
« Si..un braccialetto oro con una data incisa.. »
« Sarà un impresa trovarlo qui.. sei napoletana? »
Annuì subito guardandolo.
« L'accento, potrei riconoscerlo tra mille.. »
« Tu invece non lo sei.. »
« No, sono Milanese.. »
« Ah, sei un Chiattillo.. »
« Era strano come nessuno dovesse chiamarmi ancora così.. »
Lo guardai ridere e Risi appena guardandomi attorno.
« Come ti chiami? Magari se lo trovo te lo faccio mandare.. »
Perché quando entravi nei Ristoranti qui ognuno di noi dava il  proprio nominativo.
« Talia..grazie.. »
Lo guardai sorridere e subito continuai:
« Devo andare.. ciao.. »
« Ciao.. »
Guardai la sua mano toccare il mio braccio e il suo sorriso, mi spostai appena sorridendogli e tornai al tavolo sedendomi accanto a Ciro.

« Oh ma tutt stu tiemp? »
« Amo ho perso il bracciale che mi hai regalato »
« Nun fa nient amo te ne prendo un'altro.. »
Toccò il polso che mi stavo toccando e accarezzò il dorso della mia mano mentre appoggiai la testa sulla sua spalla mentre la sua mano accarezzava la mia guancia e dopo poco Edo parlò.
« C'è ne andiamo? »
Ciro annuì subito alzandosi prima di me e mi alzai quasi per ultima mentre lui aspettava che mi alzassi, i ragazzi iniziarono ad uscire e Ciro non contento Poggio' la sua giacca sulle mie spalle, lo guardai trattenendo il sorriso e lasciai che lo facesse prendendo la mano che mi porse uscendo con lui.

« Talia.. »

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