Capitolo 4 - Ave atque vale (Pt. 3)

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Remember those walls I built?

Well, baby, they're tumblin' down

And they didn't even put up a fight

They didn't even make a sound

I found a way to let you in

But I never really had a doubt

Standin' in the light of your halo

I got my angel now

(Beyoncé - "Halo")*


Lo squillo del telefono interruppe bruscamente il silenzio della stanza, facendolo sussultare.

Pietro alzò gli occhi dallo schermo del pc con fare annoiato, lanciando un'occhiata obliqua al display acceso del suo cellulare. Aggrottò subito la fronte, sorpreso, nel leggere il mittente della chiamata.

Lasciò perdere la revisione dell'articolo che avrebbe dovuto mandare in redazione di lì a pochi giorni, avvicinando una mano al cellulare, accettando velocemente la chiamata prima di accostarlo all'orecchio.

-Pensavo non ti saresti fatto risentire per altri sei mesi-.

Sentì ridere all'altro capo della linea, segno che la sua frecciatina non aveva avuto molto effetto.

-Potrei dire lo stesso di te, tío-.

"Touché".

A Pietro non rimase che sbuffare:

-Come stai?- cambiò subito argomento, ben consapevole di aver appena ammesso la sconfitta.

-Starei meglio se alla proposta che ti farò entro i prossimi trenta secondi mi dirai di sì-.

Pietro aggrottò ancor di più la fronte, confuso: Fernando poteva talvolta sembrare criptico, ma così era decisamente troppo anche per lui. Aveva evitato elegantemente quella domanda per introdurre un nuovo mistero che stava lasciando Pietro piuttosto disorientato.

-Quale proposta?- si ritrovò a chiedergli, sperando ardentemente che Giada e Giacomo non rientrassero proprio in quel momento dalla passeggiata pomeridiana della domenica.

-Domani fino a che ora lavori?- controbatté Fernando, ignorandolo ancora.

Pietro rimase interdetto: era incerto se fargli notare che i trenta secondi erano appena passati, o che ad una domanda non si risponde mai con una seconda domanda.

Alla fine optò per la terza ed unica altra opzione che aveva:

-Fino alle cinque e mezzo- sospirò, stropicciandosi l'occhio destro.

-Quindi per le sei sarai libero e in città-.

Non era una domanda, né c'era ombra di dubbio nella voce di Fernando: era un'affermazione talmente certa che a Pietro sarebbe quasi dispiaciuto non confermare.

-In linea teorica sì-.

Cercò di ripassare a mente velocemente tutti gli impegni della settimana, ma per il giorno dopo non gli venne in mente nulla. Nessuna visita di Giada, né compere da fare, né nient'altro. Poteva dirsi libero.

-Allora che ne dici di vederci?-.

Solo in quel momento, con quell'ultima richiesta, la voce di Fernando gli era parsa insolitamente esitante. Pietro annuì tra sé e sé, pur consapevole che l'altro non potesse vederlo:

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