Sbuffò sonoramente, cercando di impilare alla bell'e meglio la pila di scartoffie che aveva compilato nelle ultime due ore. Filippo rimise il blocco di fogli sulla sua scrivania, portandosi una mano alla fronte e massaggiandosela con gesti lenti. Chiuse gli occhi per qualche secondo, riuscendo a stento a trattenere uno sbadiglio: Beatrice aveva pianto tutta la notte, in preda a quello che probabilmente era stato un brutto mal di pancia. L'unica fortuna era stata che almeno Caterina non si era aggiunta al coro di urla, lasciando liberi lui e Giulia di occuparsi della sua gemella.
Si erano riaddormentati tutti alle cinque, con meno di due ore rimanenti prima di doversi rialzare, preparare le bambine da lasciare al nido, e andarsene al lavoro.
Filippo tirò un altro sospiro pesante: per quella mattina l'unico lavoro che gli era toccato era stato puro e semplice lavoro d'ufficio, noioso come pochi altri e così conciliante il sonno che ancora si stupiva di non essersi addormentato sulla sua stessa scrivania.
Si alzò a fatica, le gambe ormai abituatesi a rimanere ferme a lungo; frugò nella tasca dei jeans, sperando solo di avere ancora qualche moneta per potersi andare a prendere un caffè ai distributori automatici.
Fuori dalle finestre alte dell'ufficio sembrava esserci una bella giornata: persino le strade monotone di Mestre parevano risplendere quando, in autunno inoltrato, il sole era alto in cielo. Filippo sospirò profondamente, mentre imboccava la direzione della porta che dava sul piccolo corridoio che l'avrebbe portato alla piccola area break: non riusciva ad essere di buonumore nemmeno osservando i raggi del sole colpire le vetrate del suo ufficio.
Camminò lungo il corridoio portandosi una mano alla bocca, non riuscendo a trattenere oltre lo sbadiglio che stava cercando di reprimere già da prima. Era una giornata calma in dipartimento, e quasi sperò di ritrovare la stessa calma anche ai distributori: per quanto gli fossero simpatici gli altri ricercatori suoi colleghi, e per quanto andasse piuttosto d'accordo con la maggior parte di loro, si sentiva così stanco da non aver nemmeno voglia di fare quattro chiacchiere.
La sua speranza durò fin troppo poco: quando ebbe i distributori in vista, non poté fare a meno di notare almeno due persone già lì, con suo incredibile disappunto. Filippo trattenne a stento uno sbuffo, mentre acuiva la vista per cercare di riconoscere chi fossero: l'uomo alto e dalla folta chioma riccia era senza dubbio Marco, forse il più chiacchierone di tutto l'ufficio – Filippo quasi prese in considerazione l'idea di sotterrarsi sottoterra pur di evitarlo, ma quel caffè gli serviva più di ogni altra cosa. La ragazza bionda che era con lui, invece, non la riconobbe: era quasi certo di non averla mai vista prima, anche se non escluse di non aver riconosciuto una qualche collega a causa del troppo sonno arretrato.
Si avvicinò vagamente incuriosito, forse pentendosene appena la voce squillante di Marco gli giunse alle orecchie.
"Mal di testa assicurato".
-Buongiorno- esordì Filippo, la voce poco più di un sussurro, accostandosi di più al distributore ed affiancando infine Marco e la ragazza bionda che, ora che poteva osservarla meglio, poteva dire con sicurezza di non conoscere affatto.
-Ciao!- Marco si girò verso di lui con un ampio sorriso, la sua vivacità innata che solitamente rallegrava Filippo, ma che in quell'istante non stava facendo altro che peggiorargli l'umore – Vi siete già conosciuti voi due?-.
Indicò prima Filippo e poi la bionda: entrambi scossero il capo, in contemporanea.
-No, non direi- confermò a voce Filippo.
Marco annuì, prima di parlare di nuovo:
-Lei è Linda Cosser, l'ultimo nuovo acquisto del dipartimento- disse con una certa fierezza, quasi fosse stato lui stesso ad assumerla.
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Walk of Life - Adulthood
Ficción GeneralLa vita a quasi trent'anni è fatta di tante cose: eventi felici ed eventi che ti mandano in crisi, successi ed insuccessi, traguardi personali e lavorativi, vecchi legami che cambiano e nuovi che nascono ... Giulia è convinta di saper navigare il ma...