Capitolo 38 - Sweet night (Pt. 1)

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When you had not touched me yet

Oh, take me back to the night we met

(Lord Huron - "The night we met")*


-In tutti questi anni che viviamo a Venezia non avevo mai messo piede qui dentro-.

Alessio ridacchiò, divertito – e piuttosto soddisfatto- dall'espressione sinceramente impressionata di Pietro. L'attimo dopo uscirono nell'aria notturna della sera, mettendosi alle spalle Palazzo Venier dei Leoni, l'edificio storico che ospitava la Collezione Peggy Guggenheim.

-Nemmeno io, ad essere sincero- ammise, stringendosi nel cappotto dopo un brivido di freddo – A Venezia ci sarebbero così tante cose da visitare, e credo di non averne visto nemmeno un terzo-.

Pietro annuì, quasi sovrappensiero:

-Dovremmo rimediare a questa cosa, allora-.

"Basta che lo facciamo insieme".

Alessio sorrise tra sé e sé, in un modo così sereno che quasi gli sembrò non appartenergli:

-Sì, dovremmo decisamente farlo-.

Aveva atteso quella giornata per due settimane, quattordici giorni che gli erano sembrati a tratti infiniti. E poi, quella mattina, quando si era ricordato appena sveglio che lo attendeva il fantomatico primo appuntamento con Pietro, si era ritrovato con lo stomaco chiuso dall'ansia. Gli era sembrato di tornare adolescente, ai tempi delle prime cotte e delle prime uscite insieme, quando passava ore intere a scegliere l'outfit migliore e a immaginare conversazioni possibili. Si era sentito un po' patetico, ma anche in un certo senso divertito: non gli capitava di sentirsi così vivo da davvero troppo tempo.

La stretta allo stomaco era durata fino al momento in cui, davanti all'entrata che li avrebbe condotti agli spazi della Collezione, aveva atteso che Pietro lo raggiungesse. Quando lo aveva finalmente visto arrivare la tensione si era in un qualche modo sciolta, forse perché si era convinto che, in fondo, quella giornata avrebbe previsto parecchie cose che avrebbero fatto anche normalmente – da semplici amici.

-Intanto però andiamo a cena- mormorò Pietro, lanciandogli un'occhiata e incamminandosi a passo veloce verso destra – Sto morendo di fame-.

-Dobbiamo camminare un po'- ridacchiò Alessio, che gli aveva già illustrato la sua proposta per quella giornata giorni prima – Hai idea di come si arriva a San Marco da qui?-.

-Più o meno. In teoria dovremmo andare di qua-.

Alessio lo guardò con un sopracciglio alzato:

-Sicuro che non ci perderemo?-.

A quella domanda Pietro si limitò inizialmente a ridere sommessamente, e Alessio avvertì il bisogno impellente di recuperare il cellulare dalla tasca del cappotto e usare una qualche app che potesse evitare di farli perdere.

-Al massimo il nostro tavolo prenotato finirà a qualcun altro, e noi ceneremo in una bettola qualsiasi- continuò a ridere Pietro – L'importante è mangiare qualcosa-.

-Non mi sono messo il maglione buono per andare a cenare in una bettola qualsiasi- lo rimbrottò Alessio, che però dovette faticare non poco a non ridere a sua volta.

-Peggio per te, allora-.

Pietro rise ancora più forte quando ricevette da Alessio uno schiaffetto, dato con ben poca convinzione, su una spalla. Ma Alessio stava sorridendo anche in quel momento, la tentazione di avvicinarsi a Pietro così tanto da potersi allungare di poco per lasciargli un bacio su una guancia che si faceva sempre più forte.

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