Capitolo 31 - Zero o'clock (Pt. 2)

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And you're gonna be happy

And you're gonna be happy

Like that snow that just settled down

Let's breathe, like the first time

And you're gonna be happy

And you're gonna be happy

(BTS - "Zero o'clock")*


Mancavano pochi minuti a mezzanotte quando, finalmente, si mise seduta ad un angolo del divano, una tazza ricolma di tisana fumante tra le mani. Caterina soffiò sul liquido caldo per cercare di raffreddarlo, prima di tentare di berne un sorso, attenta a non bruciarsi.

Pochi secondi dopo udì i passi lenti e strascicati di Nicola: si stava dirigendo anche lui verso il divano, già cambiatosi nel suo pigiama di quei giorni, non più nella maglietta e nei jeans usati alla cena da Giulia e Filippo.

-Francesco è letteralmente crollato appena toccato il letto- le annunciò, non appena si sedette accanto a lei sul divano.

-Quello che succederà anche a me tra poco- commentò Caterina, sorridente.

Non si stupiva affatto che Francesco ci avesse messo così poco ad addormentarsi: erano rientrati a casa appena mezz'ora prima, ben oltre l'orario a cui lui era abituato ad andare a dormire. Si era fatto gran parte della passeggiata di ritorno in braccio a Nicola, già semi addormentato.

Caterina lo comprendeva benissimo, perché anche lei stava cominciando a provare una stanchezza sempre più difficile da combattere. Aveva deciso di rimandare il momento di andare a dormire solo per poter bere una tisana digerente.

-È andata bene stasera, no?-.

La domanda di Nicola rimbombò nel salotto silenzioso.

-Sì, direi di sì- annuì Caterina, tra un sorso e l'altro – Mi avrebbe fatto piacere ci fosse anche Pietro, però tutto sommato è stata una bella serata. È stato molto liberatorio dare la notizia anche agli altri-.

Forse la loro non era stata una notizia grande ed importante quanto quella di un matrimonio, ma si sentiva comunque felice di averla condivisa con quelli che erano a tutti gli effetti i suoi amici più stretti – una seconda famiglia a cui era legata da così tanti anni.

Perlomeno, da quel momento in poi, non avrebbe sempre dovuto ricordarsi di mantenere ancora per un po' il segreto.

-Vero- confermò Nicola, prima di lasciarsi andare ad uno sbadiglio rumoroso.

Caterina si accoccolò meglio contro lo schienale del divano, avvicinandosi impercettibilmente a Nicola.

C'era un'atmosfera rilassata, serena come poche altre serate nell'ultimo anno. Colse quel dettaglio come un segno che, forse, quella era l'occasione giusta per parlare di qualcosa che le stava ronzando per la testa già da un po', ma che non aveva ancora trovato il coraggio per esprimere.

-A proposito di notizie ... - si schiarì la voce, d'un tratto più esitante – È da un po' che volevo parlarti di una cosa-.

Sapeva che delle parole così vaghe non avrebbero fatto altro che incuriosire Nicola – magari persino preoccuparlo-, e quando Caterina si voltò verso di lui lo vide osservarla con un sopracciglio alzato e la fronte corrugata.

-Mi devo preoccupare?-.

Lei rise debolmente, nervosamente:

-No, non credo-.

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