Capitolo 16 - Like I never loved you at all (Pt. 1)

3 0 0
                                    

-Ho come l'impressione che ci sia qualcosa che non va-.

La voce di Caterina era stata appena udibile, il suo sussurro coperto quasi del tutto dallo scrosciare continuo della pioggia contro i vetri delle finestre del salotto. Giulia evitò di guardarla – ancora per un po', per gli ultimi attimi prima di immergersi in una conversazione che sarebbe stata difficile, complicata e lunga.

Sarebbe potuta essere una domenica sera invernale qualsiasi, quella: capitava spesso che lei e Filippo andassero da Caterina e Nicola – o il contrario, altrettanto spesso- per passare una serata insieme a cena. Erano sempre state serate divertenti, leggere, serate in cui osservavano rapiti i loro figli legare sempre di più, in un modo genuino quanto era stato per loro in età adolescenziale. Erano serate di chiacchiere e risate, cene accompagnate da pizze ordinate sempre in posti diversi, e aperitivi improvvisati all'ultimo.

Non c'era più traccia di tutto ciò da un tempo che a Giulia pareva immemore.

Le piaceva pensare che si trovava lì un po' per riportare in vita quella tradizione che l'aveva fatta sentire felice per diverso tempo, e non perché stava scappando dall'aria pesante che avrebbe respirato restando a casa, o perché si era decisa finalmente a parlare con qualcuno della situazione con Filippo.

Forse aveva scelto di farlo proprio in quella serata per sfuggire al pensiero che l'indomani sarebbe stato il terzo compleanno delle sue figlie, e sarebbe stata probabilmente la giornata più difficile che l'avrebbe attesa in quel mese – quasi le sembrava incredibile di dover descrivere a quel modo l'idea di passare a stretto contatto con Filippo una giornata intera. Nemmeno il pensiero di doverlo fare per Beatrice e Caterina, per renderle felici e serene per quanto possibile, la rendeva meno inquieta.

Giulia si mosse appena sul bordo del divano, torturandosi le mani tenute in grembo. Erano le dieci passate, e a parte le loro voci non si udivano altri rumori nel resto dell'appartamento. Francesco era andato a dormire da poco, ed ora erano rimasti solo lei, Caterina e Nicola nel piccolo salotto dell'abitazione.

C'era un silenzio snervante che rendeva Giulia ancor più nervosa di quel che già si sentiva, e di come si era sentita per tutta la durata della cena.

-Vi devo dire una cosa-.

Alzò lo sguardo a fatica. Caterina la stava ancora osservando con occhi preoccupati, a tratti spaventati da quel che avrebbe potuto ascoltare, seduta nervosamente sulla poltrona accanto al divano. Nicola, invece, era più defilato, standosene in piedi a pochi passi dalla libreria della parete opposta. Sarebbe potuto anche sembrare relativamente calmo, ma Giulia sapeva che la posa rigida in cui si trovava, con le mani nascoste nelle tasche dei pantaloni della tuta e lo sguardo attento, tradiva nervosismo allo stesso modo che poteva valere per lei.

-A tutti e due- specificò con voce un po' più ferma – Voglio che lo sappiate non tanto perché ho bisogno di consigli, ma perché penso sia giusto dirvelo senza tenervelo nascosto ancora-.

Si chiese, per un attimo, se quelle stesse parole le avrebbe usate anche con la sua famiglia, il weekend seguente. Forse non avrebbe nemmeno fatto in tempo a pronunciarle, prima di scoppiare a piangere per la tensione. Si domandò anche se avrebbe avuto il coraggio per dirlo anche ad Alessio. E a Pietro, e ad Alice ... Tutte persone che considerava sufficientemente vicine per informarle di ciò che stava passando.

Di certo, al posto suo, Filippo non si stava ponendo il quesito. Dubitava ardentemente che avesse anche solo preso in considerazione l'idea di chiarire la situazione a qualcuno dei loro amici.

-Di che stai parlando?- domandò Nicola, con espressione vuota.

Per un attimo Giulia si sorprese a non trovarlo troppo incuriosito, ma allontanò subito dopo quel pensiero per cercare di tornare a concentrarsi su quel che doveva dire.

Walk of Life - AdulthoodDove le storie prendono vita. Scoprilo ora