Voltarsi verso di lei fu quasi penoso. Pietro lo fece lentamente, come a voler ritardare, anche se solo di qualche secondo, il momento in cui l'avrebbe vista così rabbiosa.
Il modo di Giada per esprimere l'ira che la stava muovendo in quel momento era controllato, così sottile che traspariva unicamente dagli occhi e dalla tensione dei lineamenti del viso. Sarebbe quasi stato più facile, si ritrovò a pensare Pietro, se gli avesse urlato addosso qualsiasi insulto.
-Stavate insieme alle mie spalle?- gli chiese, dandogli uno schiaffo su un braccio – O magari te la facevi con Alessio, quando vivevate qui insieme?-.
Pietro si trattenne a stento dallo sgranare gli occhi. Poteva capire che Giada potesse sospettare di Fernando, ma non si era aspettato un'insinuazione simile su Alessio.
"Non può saperlo sul serio" pensò, cercando di ritrovare lucidità, "È impossibile".
Doveva essere solo condizionata da Alessio e il suo non aver mai badato troppo a nascondere le sue preferenze. Doveva essere così per forza.
-Non c'entra nulla nessuno dei due. Sono io che ho deciso di dirtelo-.
Si rese conto di non aver parlato con la convinzione dovuta. Per un attimo gli tornarono alla mente gli anni in cui aveva vissuto con Alessio, quando erano così vicini e allo stesso tempo lontani: Giada non poteva nemmeno lontanamente immaginare cosa avesse significato vivergli accanto, amarlo nell'ombra, ed avere paura di esporsi.
-Hai scelto un gran bel momento per farlo- gli disse aspramente lei, guardandolo con durezza – Forse avresti dovuto pensarci molto prima-.
Era la verità, e Pietro non poteva farci nulla: non poteva negarlo, non quando Giada aveva così tanta ragione.
-Lo so- sospirò piano.
Giada si alzò un secondo dopo, una mano sul grembo prominente e il rumore dei suoi passi che rimbombavano nella stanza. Andò alla finestra, continuando a voltargli le spalle, e Pietro intuì che non voleva essere raggiunta. Si alzò a sua volta, ma non avanzò.
La sentì sospirare pesantemente, il volto ancora rivolto al di là del vetro chiuso:
-Voglio stare da sola- mormorò, dopo qualche minuto di silenzio. Aveva parlato piano, e non c'era traccia di rabbia nella sua voce, non più: Pietro distinse solo dolore, e per un attimo pensò che stesse trattenendo a stento le lacrime.
-Per un po' di giorni, almeno- Giada proseguì ancora, continuando a dargli le spalle – Devo riflettere, capire cosa fare ... Non ti voglio qui per adesso-.
Pietro annuì, inerme.
Se lo aspettava. Lo aveva messo in conto fin dall'inizio, ed in realtà lo stupiva che Giada gli avesse chiesto di andarsene solo temporaneamente.
Forse una parte di sé aveva sperato che non arrivasse a tanto, ma non riusciva a darle torto fino in fondo. Era forse lo stesso che avrebbe fatto lui, al posto suo.
E in fondo sapeva che anche per lui sarebbe stato meglio così: non sarebbe riuscito a sopportare il senso di colpa, più vivo che mai, nel restarle così tanto – troppo- vicino. Serviva tempo ad entrambi per ridisegnare una quotidianità che sarebbe stata irrimediabilmente del tutto nuova.
Ora non gli rimaneva che andare di là, nella camera da letto che avevano condiviso per anni, piegare qualche vestito di ricambio ed infilarlo in una qualche borsa. E poi, prima di andarsene a cercare un posto dove poter stare per quei giorni, si sarebbe chinato su Giacomo per lasciargli un bacio sul capo, per salutarlo.
-Va bene- mormorò, con voce a malapena udibile.
Non ricevette alcuna risposta da Giada, né la vide voltarsi, ma sapeva che aveva capito.
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Walk of Life - Adulthood
Fiksi UmumLa vita a quasi trent'anni è fatta di tante cose: eventi felici ed eventi che ti mandano in crisi, successi ed insuccessi, traguardi personali e lavorativi, vecchi legami che cambiano e nuovi che nascono ... Giulia è convinta di saper navigare il ma...