Capitolo 17 - Per dimenticare (Pt. 5)

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C'era un'aria rilassata tra le quattro pareti della stanza da letto.

Era una sensazione che non si sarebbe del tutto aspettato, si ritrovò a ponderare Pietro. Era un rilassamento che comprendeva mille altre sfumature – euforia, incredulità, anche felicità per aver superato quell'ultimo tabù, quel passo che si era ritrovato a sognare di compiere con Alessio e che per poco non aveva oltrepassato con Fernando.

Non era successo con nessuno di loro due, ma era un dettaglio su cui, almeno al momento, credeva di poter soprassedere.

Stese un po' di più le gambe, ingrovigliate tra le coperte pesanti e le lenzuola sfatte, la schiena appoggiata contro la testiera del letto. Si sentiva le membra pesanti, come se avesse corso per chilometri, appiccicoso di sudore e fluidi corporei.

Nella fioca luce lunare che entrava dai vetri della finestra, riusciva a distinguere le forme del corpo di Martino, disteso di fianco a lui, i capelli rossi scompigliati, la nudità coperta solo da un lenzuolo – per un attimo Pietro si chiese come facesse a non avere freddo.

-Ammettilo, t'ho svortato la serata-.

Pietro rise, anche se la sua intenzione era stata quella di apparire almeno in parte offeso:

-La smetti di tirartela? Ad una certa rischia di rompersi-.

Anche Martino rise, il suono cristallino della sua risata che riempì la stanza per diversi secondi.

-Tanto lo so che t'è piaciuta l'esperienza-.

Pietro non rispose. Sapeva che non ce n'era affatto bisogno, e che Martino avrebbe capito il perché del suo silenzio.

Sorrise tra sé e sé, in maniera impercettibile, forse addirittura impossibile da notare nel buio della nottata.

Stentava ancora un po' a credere fosse successo davvero, ma la realtà attorno a sé lasciava pochi dubbi. Poteva toccare con mano le conseguenze a cui aveva portato la sua proposta di spostarsi in camera da letto – era difficile non notare Martino così spoglio, o fare finta di non ricordare com'era stato poco prima.

Lo sentì muoversi accanto a lui, sedersi a sua volta. Anche se poteva notare poco l'espressione del suo viso, avvertì lo sguardo di Martino su di sé, sfiorargli le spalle e il petto nudi.

-Ok, mo' te faccio una domanda davvero seria: tutto ok?- Martino gli sfiorò il braccio con una mano, delicatamente – Non è che sei rimasto traumatizzato o cose così, vero?-.

Stavolta Pietro rise di gusto:

-No, non direi-.

Rise ancora, e rise con sincerità. Rise ancor di più al pensiero che, a ritrovarsi in una situazione simile anche solo un anno prima, sarebbe rimasto scioccato eccome.

-È stato bello-.

Lo disse con un filo di voce, quasi si vergognasse – e si ritrovò davvero ad imbarazzarsi, nel ricordare ciò che lui e Martino erano stati in grado di fare e dirsi fino a un quarto d'ora prima.

Per un attimo pensò a come sarebbe stato raccontarlo a Fernando, dirgli che finalmente si era spogliato anche di tutte le sue paure e delle sue insicurezze. Sapeva che gli avrebbe sorriso felice, e forse – ovunque fosse- lo stava facendo sul serio. Quasi gli sembrò di sentire la sua voce dirgli che, finalmente, non aveva rinunciato ad una sana scopata con un ragazzo per paura di sentirsi troppo gay.

-Non così tanto diverso dal farlo con una donna-.

Stavolta fu Martino a ridere, senza alcun nervosismo nella voce come invece c'era stato poco prima. Sembrava tranquillo ora che aveva avuto la conferma che era tutto a posto.

-Su questo punto nun te lo posso assicurà, ma se lo dici tu mi fido- replicò, lasciandosi scivolare indietro, contro la testiera, mentre riprendeva fiato.

Per un po' nessuno di loro due disse nulla, ma il silenzio che era calato, si ritrovò a pensare Pietro, non era fastidioso come si sarebbe aspettato. Era un silenzio naturale, come se fosse addirittura necessario, come se servisse ad entrambi per riordinare i pensieri, ripercorrere ricordi recenti, pensare a quel che sarebbe potuto venire dopo.

Di nuovo Pietro si stupì di quanto calmo si sentiva. Non aveva preoccupazioni, nulla che lo facesse sentire con l'ansia a bloccargli la bocca dello stomaco, nessun groppo in gola a rendergli difficile modulare le parole. Non ricordava l'ultima volta che si era sentito così. Forse non c'era mai stato un altro momento simile.

-Lo sai che non dobbiamo per forza mettere etichette su questa cosa che abbiamo avuto, vero?-.

La voce di Martino parve poco più di un sussurro, come se fosse davvero esitante, come se stesse cercando di ponderare ogni singola parola. Si schiarì la gola prima di aggiungere:

-Possiamo essere amici che ogni tanto, se capita, condividono anche altro oltre ad uscire e cazzeggiare insieme-.

Pietro annuì, rendendosi conto solo qualche secondo dopo che probabilmente Martino non poteva vederlo:

-A me va bene così-.

Si girò meglio verso di lui, sorridendo nella quasi totale oscurità della stanza. Forse Martino non poteva vederlo bene in volto, ma sperava che potesse percepire il suo sorriso attraverso la sua voce.

-Non credo sarei riuscito a fidarmi così di qualcun altro-.

"Non credevo sarei riuscito a fidarmi ancora di qualcuno che non fosse Fernando".

Sentì un groppo alla gola che gli impedì di aggiungere qualsiasi altra parola, nonostante in quel momento avesse la mente piena di pensieri. Quando avvertì una mano di Martino sulla sua spalla, prese un respiro profondo e decise definitivamente di rimanere in silenzio.

Capì che non c'era nient'altro da aggiungere: bastavano quelle parole appena pronunciate.

-Sono contento che ti senta a tuo agio, sul serio-.

La voce di Martino si era fatta dolce, in un modo che a Pietro ricordò il loro primo incontro, quando l'aveva guidato e fatto sentire meno solo in mezzo ad un posto che, per lui, in quella serata, equivaleva ad una foresta sconosciuta e in cui si sarebbe perso fin troppo facilmente.

Non dissero nient'altro ancora per qualche minuto, prima che Martino facesse schioccare sonoramente le labbra:

-Quindi non escludi di ripetere l'esperienza?-.

Si era fatto di nuovo sfacciato, evidentemente sul punto di scoppiare a ridere alle sue stesse parole. Pietro, al contrario suo, non seppe trattenersi.

-No, non direi che lo escludo- ammise, tra le risate leggere.

Avvertì Martino fare un verso d'esclamazione, esagerato e teatrale quanto evidentemente finto:

-Allora t'è piaciuto pe' davero, oh!-.

Pietro non ci pensò due volte prima di sfilarsi il cuscino che aveva sotto la schiena, e buttarlo addosso all'altro:

-Piantala-.

Ascoltò la risata cristallina di Martino riempire la stanza. Un suono che, ne era sicuro, avrebbe associato per sempre a quella libertà che, finalmente, era diventata anche sua.











NOTE DELLE AUTRICI

La serata di Pietro e Martino, lasciata in sospeso alla fine dello scorso aggiornamento, si è dimostrata scoppiettante e caliente, come forse ci si poteva aspettare.Tra un bicchiere di vino e una battuta dall'accento ormai riconoscibile, infatti, l'arrivo di un bacio tra i due non sconvolge piu di tanto. Ma i due, come abbiamo potuto leggere, questa volta finiscono per approfondire maggiormente quel loro rapporto, entrando in un'intimità inedita. Questo, però, non sembra aver minato la loro amicizia.Cosa succederà nel finale di capitolo? Ritroveremo loro come protagonisti di queste righe o la palla passerà a qualcun'altro?A venerdì per scoprirlo!

Kiara & Greyjoy

Walk of Life - AdulthoodDove le storie prendono vita. Scoprilo ora