Capitolo 17 - Per dimenticare (Pt. 2)

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C'erano solo i rumori della televisione accesa a riempire il silenzio del salotto.

Lorenzo lanciò un'occhiata verso la finestra: stava iniziando ormai a fare buio, nel tardo pomeriggio di metà Marzo. Anche se Giulia non gli aveva specificato a che ora avrebbe dovuto prendere il treno, era piuttosto sicuro che mancasse poco all'ora in cui gli avrebbe chiesto di accompagnarla alla stazione.

Distolse l'attenzione dalla finestra pochi secondi dopo, tornando a cercare di concentrarsi sul film che si erano messi a guardare un'ora prima, quando si erano ritrovati entrambi seduti sul divano senza sapere bene come riempire il tempo.

Dopo la loro conversazione Giulia gli era parsa vagamente tesa, forse troppo condizionata dall'aver parlato di divorzi e matrimoni. Gli era sembrata una buona idea proporle di vedere qualcosa, per tranquillizzarla e magari distrarla, e lei aveva accettato di buon grado.

Non si erano più detti molto, a parte alcuni commenti sul film. La verità era che si era ritrovato distratto più di una volta, girandosi appena per lanciarle occhiate fugaci. Forse Giulia se ne era persino accorta, ma non aveva detto nulla. Aveva continuato a tenere gli occhi fissi sullo schermo della tv, e non si era nemmeno allontanata da lui; c'erano pochi centimetri a separarli su quel divano, pochi centimetri che assicuravano comunque sfioramenti e scambio di calore.

Si sarebbe potuta definire una situazione quasi intima.

L'impulso di girarsi lievemente verso di lei ancora una volta fu più difficile da combattere di quel che avrebbe creduto; forse Giulia se ne era davvero resa conto, di quei tentativi di rubare attimi da ricordare, ma non sembrava volerlo fermare. Sarebbero stati solo pochi brevi attimi, giusto per ricordarsi di quella giornata, del fatto che lei era lì con lui, a casa sua – lontana da Filippo.

Quando si girò leggermente verso di lei, in maniera quasi impercettibile, non si sarebbe del tutto aspettato di veder Giulia voltarsi a sua volta. Non cercò di scostare lo sguardo, né di negare che era stato lui per primo a dare il via a quegli sguardi rubati.

E la osservò mentre nemmeno lei abbassava gli occhi, mantenendo invece quel contatto vivo, quasi elettrico. Era uno sguardo indecifrabile, quello di Giulia, occhi verdi simili ai suoi che nascondevano probabilmente molto più di quel che lasciavano trasparire sulla superficie.

Rimasero a guardarsi in silenzio per quelli che a Lorenzo parvero minuti interi, il film in sottofondo ormai dimenticato. Fu allora che decise di parlare:

-Se ti baciassi ora, che faresti?-.

Si era aspettato di leggere sorpresa sul volto di Giulia, forse anche insicurezza, ma se stava provando l'una o l'altra, o entrambe, Lorenzo non riuscì a capirlo.

-Non lo so- rispose lei, in un filo di voce.

Era abbastanza per fargli decidere di farglielo scoprire.

Lorenzo si avvicinò lentamente, lasciandole il tempo di scostarsi o di dirgli di no nel caso avesse voluto. Non ci fu nessuna delle due cose, e Giulia rimase ferma in attesa.

Fu un bacio impacciato, il primo bacio che c'era stato tra di loro. Giulia rimase ancora immobile per qualche secondo, ed anche se Lorenzo aveva chiuso gli occhi per vivere appieno la sensazione delle loro labbra a contatto, sapeva che era combattuta.

Doveva essere un conflitto interno non facile, ma che vide vincitrice la parte che le diceva di lasciarsi andare: dopo qualche secondo rispose infine al bacio, lo approfondì lei stessa, e gli passò un braccio attorno al collo.

Per un attimo Lorenzo si chiese se Giulia stava baciando davvero lui o una proiezione di Filippo, un sostituto con cui fingere fosse ancora con lui.

Non badò a cercare una risposta.

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