Capitolo 31 - Zero o'clock (Pt. 1)

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On my own

Pretending he's beside me

All alone

I walk with him till morning

Without him

I feel his arms around me

And when I lose my way I close my eyes

And he has found me

(Les Miserable - "On my own")*


-Tieni, prova ad assaggiare un po' di insalata-.

Alessio osservò Caterina, seduta di fronte a lui dall'altro lato del tavolo, mettere in un angolo del piatto di Francesco un po' d'insalata, prima di riporre la ciotola a centro tavola. L'espressione di Francesco lasciava trasparire tutto il poco entusiasmo che un bambino di cinque anni poteva provare di fronte ad una qualsiasi verdura.

Alice e Filippo non erano messi tanto meglio: stavano tutti cercando di convincere i rispettivi figli a non fare troppo gli schizzinosi con la cena, riuscendoci solo in parte. Federica, che gli sedeva di fianco, era l'unica esentata da quella battaglia, ancora troppo piccola per assolvere a certi obblighi alimentari.

-Non fate i smorfiosi, che poi quando andrete alla mensa della scuola sarà molto peggio, fidatevi- Giulia si premurò di ricordare a tutti i bambini presenti, assicurandosi le occhiate terrorizzate delle gemelle, sedute tra lei e Filippo, così come di Christian e di Francesco.

Caterina sbuffò, passandosi una mano sulla fronte con una certa disperazione:

-Non ricordarmi della scuola, ti prego-.

-Fa strano pensare che il prossimo anno Francesco inizia già le elementari- commentò Nicola, più tra sé e sé che non rivolto al resto dei commensali.

-E l'anno dopo toccherà a queste pulzelle qui- disse Giulia, sopra le proteste bofonchiate di Caterina e Beatrice, che tenevano entrambe una forchetta in mano per ciascuna, piluccando qua e là quel che avevano sul piatto.

Alice annuì:

-E anche a Christian-.

-Il tempo passa troppo veloce- ponderò Filippo, mentre sorseggiava un po' di vino rosso dal suo calice, quasi vuoto – Ancora un po', e ce li ritroviamo già adolescenti-.

Quello sembrò essere davvero troppo per Caterina, che lo guardò con occhi sgranati in preda allo shock più totale:

-Vuoi davvero farmi venire un attacco di panico?-.

-Penso che per allora questa casa sarà implosa su se stessa- rise Giulia – Cominciamo già a starci un po' stretti, figuriamoci quando saranno più grandi-.

Nicola la guardò scettico:

-Auguri a cercare un'altra casa, ormai il mercato immobiliare qui a Venezia è un vero dramma-.

-Condivido- disse sommessamente Alice – Io e Sergio stavamo iniziando a cercare una casa per noi, per convivere in futuro ... -.

Il chiacchiericcio che lo circondava sfumò sempre di più, come se il suo cervello avesse deciso in automatico di non prestarvi più attenzione. Alessio continuò a tenere lo sguardo perso nel vuoto di fronte a sé, estraniato dalla conversazione così veloce che aveva cercato di seguire distrattamente fino a quel momento. Gli era sembrato di essere un semplice spettatore, come se si fosse trovato tra le poltroncine di un grande teatro e sul palco, con le luci puntate addosso, si trovassero solo i suoi amici.

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