Dovette sbattere le palpebre un paio di volte prima di riuscire a riabituarsi alle luci stroboscopiche del Celebrità. Pietro si rese conto che quel posto gli era mancato: nelle ultime settimane non era riuscito a metterci piede nemmeno una volta, ed ora che era tornato percepiva quella contentezza per essere finalmente di ritorno in un luogo che per lui rappresentava la serenità.
Cercò di seguire la figura di Martino mentre si facevano largo tra la folla per raggiungere il bancone e ordinare qualcosa. C'era un sacco di gente, molta più del solito, ma quel particolare poteva forse imputarlo alle serate speciali dedicate al Pride che ci sarebbero state per tutto il mese di Giugno.
Quando arrivarono finalmente nei pressi del bancone, dove la calca di certo non diminuiva, Martino si girò verso di lui:
-Che te prendi?-.
-Non ho ancora deciso- replicò Pietro, facendosi un po' più vicino a lui per riuscire a sentirlo e farsi udire meglio – C'è un po' di gente stasera-.
-È il mese del Pride, che te aspettavi?- Martino rise – La gente ha voglia di festeggiare almeno un mese all'anno-.
Di sicuro ce l'aveva anche Martino, quella voglia di festeggiare. Quella sera aveva rispolverato i capi d'abbigliamento più colorati del suo intero armadio – e l'armadio di Martino conteneva, con ogni probabilità, ogni tonalità di colore possibile-, e il make up non era da meno: aveva sfumato diversi ombretti nei colori della bandiera gay, e aveva calcato la mano con l'illuminante sulle gote. Era sfavillante.
Proseguirono ancora un po', fino a quando non trovarono un punto un po' meno affollato, con due sgabelli liberi.
-A proposito de Pride ... - iniziò a dire Martino, una volta seduti – Sabato prossimo ce starebbe la sfilata a Padova-.
"Lo so" avrebbe voluto dirgli Pietro, ma si trattenne. Non era del tutto sicuro di voler provare a spiegare a Martino, in mezzo a tutto quel baccano assordante, che si era interessato alla cosa solo per gusto di informazione, ma che – almeno al momento- non aveva ancora sfiorato l'idea di prendervi parte.
Cercò di sviare subito il discorso da sé:
-Tu ci vai, ovviamente-.
-Ovviamente- Martino aprì le braccia con fare ovvio, e con un sorriso immenso stampato sulle labbra – Te? Vuoi fare un salto?-.
Pietro si dette dell'idiota mentalmente: era ovvio che Martino glielo avrebbe domandato comunque.
-Non lo so- fece, timidamente – Forse vado dai bambini-.
Non era una bugia, tutt'altro, ma era anche vero che se avesse saltato quel sabato di sicuro Giada non avrebbe avuto nulla in contrario nell'ospitarlo un qualche altro giorno. Ma doveva ancora arrivare al livello in cui si sarebbe sentito del tutto a suo agio anche ad un Pride, e quindi non aggiunse nient'altro.
Martino alzò le spalle:
-Peccato, potevi portacce Alessio-.
A quella frase Pietro ringraziò di non star bevendo nulla, o si sarebbe sicuramente strozzato.
-Che?-.
Martino lo guardò maliziosamente:
-Massì, che c'è de male?- gli disse, con tutta la tranquillità del mondo – Siete entrambi appartenenti alla comunità, quindi avete ogni motivo pe' venicce-.
Pietro dovette ammettere che, in fin dei conti, il ragionamento non faceva una piega.
-Adesso che sei out potevi invitarlo- proseguì Martino, dandogli una gomitata su un fianco – Magari era la volta buona che concludevi-.
STAI LEGGENDO
Walk of Life - Adulthood
General FictionLa vita a quasi trent'anni è fatta di tante cose: eventi felici ed eventi che ti mandano in crisi, successi ed insuccessi, traguardi personali e lavorativi, vecchi legami che cambiano e nuovi che nascono ... Giulia è convinta di saper navigare il ma...