Capitolo 30 - Movin' on (Pt. 3)

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-Finalmente si è messo a dormire-.

Filippo lo disse trattenendo a stento uno sbadiglio, stanco come se fosse piena notte anche se non erano nemmeno le undici. Giulia lo capiva: nonostante fosse stata una domenica tranquilla, passata in casa al riparo dalla canicola di fine Agosto, anche lei provava un'enorme stanchezza.

Immaginava che la risposta fosse piuttosto semplice, e risiedesse nel fatto che badare a tre bambini piccoli fosse tutt'altro che agevole.

"Un verso esercizio fisico e mentale continuo".

-Avremo almeno tre ore di tranquillità fino al suo prossimo risveglio- disse lei, notando subito lo sguardo di terrore che le rifilò Filippo. Fece il giro del letto, raggiungendo la sua sponda, e poi buttandosi di peso sopra al materasso, stropicciando le lenzuola sotto di lui.

-Non ricordarmelo, per favore- mugolò, la faccia spiaccicata contro il cuscino. Giulia rise debolmente, lasciandosi andare contro la testiera del letto.

Ora che le gemelle e Alberto erano addormentati, nell'appartamento c'era un silenzio quasi miracoloso. Non sapeva quanto sarebbe durato, perché Alberto aveva ancora un ciclo di sonno irregolare, ed era capitato più spesso che si svegliasse dopo poche ore piuttosto che non il contrario. Giulia non pensava che quella notte così umida ed afosa sarebbe stata differente.

-È nato in un periodo dell'anno in cui c'è un caldo pazzesco- mormorò – Avrebbe sicuramente dormito meglio se fosse nato in primavera o in autunno-.

Filippo ridacchiò leggermente, rotolandosi fino a quando non si mise a sua volta seduto, in una posizione speculare a quella di Giulia – ma con i capelli ricci decisamente più arruffati.

-Ormai è venuto al mondo. Dovrà abituarsi al caldo- disse, con un sorriso stampato sulle labbra – E pure al freddo, quando arriverà l'inverno-.

"Ci saranno molte cose a cui dovrà abituarsi".

Non era stata sua intenzione trovare, in parole così innocenti, qualcosa che nel profondo la preoccupava così tanto per il futuro di Alberto. Forse parlare della sua nascita le aveva riportato in mente certi pensieri che faticava ad accantonare, persino nei momenti sereni e tranquilli come quello che stava vivendo quella sera.

-Non lo sa ancora-.

Se l'era lasciato sfuggire senza pensare di tenerselo per sé, ed ora avvertiva lo sguardo confuso di Filippo dardeggiare su di lei.

-Di che stai parlando?-.

Giulia sospirò a fondo, consapevole che dopo la sua risposta non sarebbero più andati a dormire molto presto.

-Lorenzo- spiegò, continuando a scostare gli occhi da Filippo – Non sa che Alberto è nato-.

Non era una novità per Filippo: se le cose fossero andate diversamente, di certo Giulia gliel'avrebbe detto. Era una semplice constatazione di cui erano a conoscenza entrambi, per ovvi motivi, ma era anche un pensiero che si era fatto sempre più pressante, soprattutto negli ultimi giorni, quando mancava poco al primo mese dalla nascita di Alberto.

Giulia era solo un po' sorpresa che il discorso fosse uscito in un momento simile, così quotidiano e così comune, uno dei pochi momenti in cui la casa restava nel silenzio. Era pur sempre una frazione di tempo, quella in cui i loro figli dormivano tutti quanti e lei e Filippo si apprestavano ad imitarli, che proprio per la sua calma si prestava bene ad essere un momento di confronto, di confessione. Solo, non aveva immaginato potesse capitare così, in fretta e senza alcun preavviso.

-Non credi che possa averlo saputo in qualche modo?- la voce di Filippo si fece largo nel silenzio che li attorniava, ed ora il suo tono leggero se n'era andato, sostituito da uno più serio.

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