Capitolo 5 - Fernando (Pt. 4)

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-Che hai?-.

Per i primi attimi Pietro non alzò nemmeno il viso, convinto che Giada ce l'avesse con Giacomo – forse stava cercando inutilmente di convincerlo a mangiare. Si limitò a tenere il volto chinato sul suo piatto ancora praticamente intatto, il gracchiare della televisione in sottofondo che spezzava il silenzio che ci sarebbe stato nella cucina della casa.

-Pietro?-.

Quando si sentì chiamare, gli ci volle qualche attimo per riportare l'attenzione al luogo in cui si trovava. Alzò lentamente gli occhi: Giada, dopo aver finito il suo risotto, si stava effettivamente affaccendando a far cercare di mangiare un po' di mela a Giacomo, seduto sul seggiolone. Ma non era al bambino che stava rivolgendo il suo sguardo in quel momento: Pietro si vide le iridi azzurre di lei puntate addosso, in uno sguardo che non seppe decifrare.

-Che c'è?- le chiese, a mezza voce. Aveva la gola che gli doleva, forse più della testa e degli occhi, e meno parlava meglio stava.

Giada sospirò pesantemente, prima di parlare:

-Ti ho fatto una domanda- disse, piuttosto infastidita – Ti ho chiesto che hai-.

Pietro aggrottò la fronte, chiedendosi se aveva sentito bene, se magari era lui che non riusciva a cogliere il senso di quel che Giada stava cercando di dirgli. Si sentì tremendamente stupido, ma in fondo non gliene importava nemmeno molto.

-In che senso?- mormorò, sistemandosi meglio sulla sedia.

Mise da parte il suo piatto, quasi non toccato. Aveva accettato di sedersi a tavola quella sera solo per non lasciare ancora in solitudine Giada e Giacomo, non per reale appetito o voglia di parlare; cominciava già a pentirsi di quella scelta.

Giada posò la fetta di mela che teneva in mano, lasciando che Giacomo giocasse con uno dei suoi pupazzi che aveva sul seggiolone; si girò completamente verso Pietro, di fronte a lei, la fronte corrucciata.

-Nel senso ... - iniziò a dire, e a Pietro sembrò quasi di rivederla durante le lezioni di matematica che aveva frequentato quando lei era ancora la sua insegnante, sempre pronta a trovare un modo alternativo per illustrare un concetto – Sei tornato a casa e non hai nemmeno salutato, ti sei rinchiuso in camera per due ore, e ora non apri bocca nemmeno per sbaglio. Si può sapere che succede?-.

Pietro si irrigidì sulla sedia, incrociando i gomiti sul tavolo e chiedendosi se valesse davvero la pena risponderle.

Era da parecchio che non si confidava con lei su nulla, ma su quel che era accaduto negli ultimi giorni non aveva nascosto niente, non ci sarebbe mai riuscito.

-Secondo te che ho?- le rigirò la domanda, parlando lentamente. Non si sentiva nemmeno arrabbiato: era troppo stanco per poterlo essere, senza energie.

Tenne gli occhi fissi su Giada così a lungo, senza dire nient'altro, da costringerla a distogliere lo sguardo, in difficoltà. La vide massaggiarsi lentamente il grembo gonfio, e cercare di reprimere una smorfia di dolore, prima di tornare a guardarlo:

-Capisco che sia un momento difficile, ma ... – cominciò, con più cautela. Stavolta Pietro non la lasciò finire: aveva già intuito dove volesse andare a parare.

-No, non lo capisci-.

La sua voce era risuonata dura, fredda, ma Giada non aveva abbassato il viso. Gli stava restituendo lo sguardo, con un'espressione insofferente che Pietro trovò al limite del sopportabile.

-È evidente che non comprendi, o non avresti mai iniziato un discorso del genere- disse ancora, cercando di non alzare la voce solo per non rischiare di far scoppiare in lacrime Giacomo – Uno dei miei più cari amici si è appena ammazzato. Secondo te come dovrei stare?-.

Giada provò a dire qualcosa, ma Pietro non le lasciò il tempo di articolare nemmeno la prima sillaba:

-Dovrei tenermi tutto dentro? Può darsi- disse, stringendo così forte le mani da segnare il palmo con le unghie – Ma non posso. Non ci riesco-.

Si trattenne a stento dall'alzarsi, anche se qualcosa gli diceva che non sarebbe resistito ancora a lungo. Forse era lo sguardo pieno di pena e rimprovero che gli stava rivolgendo Giada, o il suo sentirsi soffocare nel restare lì con lei, ma l'unica cosa che voleva davvero era uscire da quella stanza e, forse, uscire anche di casa.

-Volevo solo dire che dovresti provare a superarla- sospirò amareggiata Giada, dopo alcuni minuti di silenzio.

"Non ci provi neanche a metterti nei miei panni".

-Massì, perché non fare finta di nulla dopo nemmeno una settimana?- Pietro lo disse con una risata amara incastrata in gola, i pugni ancora serrati e la voglia di sbatterli sulla tavola, o qualsiasi altra superficie, che gli faceva fremere le mani – Tanto ormai è crepato, no?-.

Giada aprì la bocca scioccata, come se si sentisse offesa lei per prima da quelle parole. Pietro si morse il labbro per evitarle di dirle altro, ma si alzò dalla sedia:

-Se ti dà tanto fastidio vedermi così, ti aiuto subito-.

Si sistemò meglio il maglione che indossava, senza nemmeno guardarla nonostante si sentisse addosso il suo sguardo. Riusciva perfettamente a raffigurarsela nella mente, ora guardinga e cauta.

-Dove vai?-.

La voce di Giada aveva vibrato, probabilmente dalla rabbia e dal dubbio. Pietro non si voltò verso di lei nemmeno in quel momento; si girò solo verso Giacomo, che per quanto non potesse ancora comprendere appieno quel che si erano detti, li stava guardando entrambi meno allegro di prima.

Avrebbe voluto rimanere solo per lui, per suo figlio, ma non ce la faceva.

Voleva solo prendere una boccata d'aria fresca, svuotare la testa da tutti i pensieri e allontanarsi da quel posto il prima possibile, prima che Giada continuasse a provare a farlo sentire in colpa per quel che provava.

-Non lo so- mormorò, mentre si avviava fuori dalla cucina – Ovunque è meglio che qui-.

Recuperato il cappotto ed infilate le scarpe aprì la porta d'ingresso, sbattendola un secondo dopo, alle sue spalle.

If they say

Who cares if one more light goes out?

In the sky of a million stars

It flickers, flickers

Who cares when someone's time runs out?

If a moment is all we are

Or quicker, quicker

Who cares if one more light goes out?

Well I do

(Linkin Park - "One more light")*








*il copyright della canzone appartiene esclusivamente alla cantante e ai suoi autori

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