Capitolo 23 - You never walk alone (Pt. 1)

3 0 0
                                    

Non sarebbe stata una bella giornata.

Non era colpa della pioggia che continuava a scendere su Venezia, ingrossando i canali e facendo rischiare l'acqua alta. Non era nemmeno colpa del fatto che fosse in pensiero per Nicola e Francesco, fuori in giro da qualche parte.

E forse non sarebbe dipeso nemmeno da Lorenzo, che per quanto ne sapeva, poteva anche aver avuto tempo sufficiente per ravvedersi e ragionare meglio sulla situazione.

Forse era solo una sensazione che alla fine si sarebbe rivelata del tutto infondata, ma Caterina sapeva che quella non sarebbe stata una bella giornata.

Tenne lo sguardo rivolto verso la finestra della cucina, i vetri rigati di pioggia, il paesaggio frastagliato dalle scie che le goccioline si lasciavano dietro nel loro lento declino verso il basso. Era seduta alla stessa sedia dove una settimana esatta prima se ne stava Giulia, quando le aveva detto di essere incinta. Quando le aveva detto quale era stata la reazione di Lorenzo.

Ora c'era lei seduta al suo posto, con la stessa paura del sabato precedente.

Si rifiutò di controllare di nuovo l'ora, consapevole di averlo già fatto troppe volte, solo uno dei tanti segni dell'ansia che la attanagliava. Lorenzo sarebbe arrivato a momenti – se mai non avesse cambiato idea sul suo invito lì a casa.

Non aveva idea se suo fratello si aspettasse qualcosa di preciso. Forse aveva fatto due più due, capito che l'averlo invitato lì pochi giorni dopo il brutto litigio con Giulia non fosse affatto casuale. E se era quella l'ipotesi corretta, cosa si aspettava da lei?

Caterina non ne aveva idea.

C'erano così tante cose su cui ancora non aveva alcuna opinione che nemmeno lei avrebbe saputo quantificarle. Forse quella che la sua migliore amica stesse aspettando un figlio da suo fratello era quella che la lasciava più stranita in assoluto.

"Sembra una pazzia".

Lo sembrava, o forse lo era del tutto. Le era sempre sembrato strano, come se qualcosa fosse fuori posto, vedere Giulia con suo fratello dopo una vita passata con Filippo – anche se non poteva escludere che fosse proprio quel particolare ad averle reso difficile abituarsi a quel nuovo scenario-, ma quello ... Quello era diverso. Era qualcosa che non sarebbe mai più potuto cambiare.

Qualcosa a cui doveva di certo abituarsi, anche solo a pensarci, ma a cui perlomeno non aveva reagito allo stesso modo di Lorenzo. Caterina era sicura che alla fine le cose avrebbero preso una piega di normalità, ma sarebbe toccato a lei quel giorno stesso scoprire se suo fratello aveva cominciato a pensarla allo stesso modo.

Aveva speranza, ma c'era sempre qualcosa – il timore sottile del fallimento- che stonava. Un po' come quel silenzio teso che aleggiava in casa sua in quel momento.

Il campanello suonò qualche secondo dopo, squarciando l'aria e facendola sobbalzare debolmente sulla sedia. Le ci vollero alcuni attimi per scuotersi e realizzare che si sarebbe dovuta alzare, andare ad aprire quello che con tutta probabilità era Lorenzo.

Caterina si alzò con lentezza, come se il suo corpo fosse affaticato, come se stesse opponendo resistenza ai movimenti che doveva compiere per arrivare alla porta d'ingresso.

Ci arrivò lo stesso, forse in meno tempo di quel che sperava. Aprì la porta con cautela, senza sapere cosa potersi aspettare dall'altra parte. Quando la aprì a sufficienza per intravedere il volto di suo fratello, non venne colpita da alcun senso di sorpresa: aveva un'espressione tetra, e le parve invecchiato di dieci anni.

-Ciao- lo salutò senza alcuna inflessione nella voce, aprendo la porta per farlo entrare.

-Ciao- Lorenzo varcò la soglia dedicandole solo una veloce occhiata – C'era traffico in autostrada, per quello ci ho messo più del previsto-.

Walk of Life - AdulthoodDove le storie prendono vita. Scoprilo ora