Le mani di quell'uomo conosciuto quella sera non erano grandi quanto quelle di Pietro, né avevano un tocco gentile mentre lo sfioravano. Le muoveva con gesti veloci, caotici, ma non si soffermavano mai sul suo viso. Non c'erano gesti dolci, solo frenetici e alla ricerca del modo più veloce per spogliarlo.
"Era questo che cercavi, no?".
La voce dentro di sé gli sembrava quasi beffarda nel ricordargli che sì, era esattamente quello di cui era andato in cerca quella sera: qualcuno che lo distraesse dall'uomo che avrebbe voluto fosse lì con lui.
Arrivarono a quella che doveva essere la camera da letto – stavolta Achille non si era premurato di cercare l'interruttore per accendere la luce, e Alessio non si era posto il problema di guardarsi attorno per osservare l'arredo grazie alla poca luce lunare che entrava dalla finestra-, e si fermarono poco oltre la soglia della stanza. Achille era riuscito ad infilargli le mani sotto il maglioncino leggero, ed Alessio era trasalito non appena aveva percepito i suoi polpastrelli callosi sfiorarlo direttamente sulla pelle.
Avrebbe voluto dire di esser trasalito solo per la sorpresa, ma la verità era che non voleva quel tocco su di sé.
-Aspetta-.
Si scostò un po' dall'altro, e le mani di Achille scivolarono di nuovo lontano da lui.
-Che c'è?- gli chiese, confuso. Sembrava seccato per quell'interruzione, ed Alessio non trovò nulla da potergli dire. Forse l'alcool lo rendeva più disinibito, ma decisamente meno pronto per inventarsi scuse non previste.
-Niente- bofonchiò velocemente – Lascia fare a me-.
Si inginocchiò a terra, ancora incerto su cosa fare. Almeno a quell'altezza, però, poteva evitare di essere toccato, o di essere ancora baciato.
Portò le mani alla cintura dell'altro – cercò di non notare quanto le sue dita stessero tremando-, aprendo la fibbia con movimenti impacciati. Achille lasciò un sospiro soddisfatto, probabilmente compiaciuto dalla scelta della sua prossima mossa.
Ad Alessio sembrò come di essere tornato sobrio tutto di colpo, mentre si apprestava ad abbassargli la zip dei jeans.
"Che cazzo sto facendo?".
Non stava nemmeno pensando a Pietro. Non serviva che pensasse a lui, a quanto avrebbe voluto essere in qualsiasi altro luogo che non fosse lì, pur di essere con lui. Gli bastò solo pensare che era patetico. Che si stava sforzando di fare qualcosa che non voleva davvero solo per allontanare il pensiero di qualcun altro, solo per riempire temporaneamente il vuoto che provava da mesi. Stava cadendo così in basso che, stavolta, non credeva davvero sarebbe mai risalito dal fondo.
-Beh?-.
Alessio non si curò nemmeno di alzare il viso verso l'altro. Sapeva già che Achille, probabilmente, lo stava guardando con aspettativa, domandandosi come mai si fosse fermato di colpo.
Quello era il momento giusto per rinsavire del tutto ed andarsene il prima possibile.
-Scusa-.
Si alzò velocemente, le ginocchia un po' doloranti, e ora che erano tornati ad essere alla stessa altezza, Alessio non poté più ignorare l'espressione di stupore negativo che si era dipinta in faccia all'altro.
-Scusami, davvero. Ma non posso- Alessio si passò una mano sul viso, cercando di ricordare dove fosse la porta d'ingresso in quella casa.
-Mi pareva ti stesse piacendo- Achille sbuffò, chiaramente deluso, ma si allontanò subito.
Alessio scosse il capo, incerto su cosa dire:
-Non sono in vena- mormorò, sistemandosi appena il maglione, abbassando gli occhi – È meglio che vada-.
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Walk of Life - Adulthood
General FictionLa vita a quasi trent'anni è fatta di tante cose: eventi felici ed eventi che ti mandano in crisi, successi ed insuccessi, traguardi personali e lavorativi, vecchi legami che cambiano e nuovi che nascono ... Giulia è convinta di saper navigare il ma...