Capitolo 10 - Life must go on (Pt. 2)

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It's alright, even if it's not us

Even if sadness erases me

Even if there are clouds

Even if I'm in an endless dream

Even if I'm endlessly crumpled

Even if my wings are torn

Even if some day, I'm not me anymore

It's alright, only I am my own salvation

I won't ever die in this walk

How you doin'? Im fine

My sky is clear

All pain, say goodbye

Goodbye

-E anche questo mi sembra tu lo sappia piuttosto bene-.

Alessio voltò pagina del pesante libro che teneva tra le mani, corrugando la fronte per la concentrazione che ci stava mettendo nello scovare qualche altro argomento con cui continuare la sua interrogazione. Pietro rimase a fissarlo, un sorrisetto divertito che gli increspava le labbra.

-Potrei sempre dimenticarmi tutto di colpo all'orale- mormorò, con cupa ironia – Sempre se ci arrivo-.

Allontanò da sé la tazzina di caffè ormai vuota, accarezzando l'idea di ordinare qualcos'altro di lì a poco. A quell'ora del pomeriggio, a metà Ottobre, il bar dove avevano preso posto lui ed Alessio più di un'ora prima non era troppo affollato: era il posto giusto dove studiare e ripassare, ordinando quel che preferivano.

-Ci arrivi, ci arrivi- lo corresse subito il biondo, lanciandogli un'occhiata di rimprovero – Sicuro di voler andare a Roma da solo?-.

Pietro annuì quasi subito, lasciandosi sfuggire un sorriso incerto:

-Spero solo di non perdermi, ma alla fine dei conti sono pochi giorni. Me la caverò-.

Quello di perdersi per Roma e non trovare la sede dove si sarebbero tenuti gli scritti – e, se fosse avvenuto il miracolo, anche gli orali- per l'esame di Stato da giornalista professionista era probabilmente la cosa che Pietro temeva di meno. Avrebbe anche potuto imparare a memoria tutto il manuale da studiare entro Dicembre, ma si sarebbe sentito insicuro fino all'ultimo secondo. Era quello che lo faceva stare sveglio la notte: la consapevolezza di voler raggiungere quel risultato, ma non essere affatto sicuro di riuscirci.

Alessio gli lanciò un'occhiata scettica, ma sembrò convincersi per non insistere oltre:

-Se lo dici tu, mi fiderò- mormorò, abbassando gli occhi di nuovo sul libro, sfogliando ancora qualche pagina.

-Come sei malfidente- Pietro rise appena, vagamente divertito dall'apprensione a tratti eccessiva che Alessio stava dimostrando nei suoi confronti.

Non era la prima volta che capitava nell'ultimo mese: da quando Pietro aveva deciso di tentare di passare l'esame per diventare finalmente un giornalista professionista, erano state tante le occasioni in cui Alessio si era offerto di dargli una mano per studiare gli argomenti probabili che ci sarebbero stati agli esami. Non era più così strano trovarsi da Pietro, quando entrambi tornavano dal lavoro, mangiare qualcosa insieme e poi ripassare per un paio d'ore. Era diventata una sorta di routine alla quale Pietro cominciava ad abituarsi, e dalla quale sarebbe stato difficile tornare allo stato precedente, una volta finiti gli esami. Casa sua era diventata molto più silenziosa e molto più vuota da quando Giada era andata a vivere altrove con i bambini, ormai già tre settimane prima, e la presenza di Alessio alleggeriva un po' quella sensazione di solitudine che ancora aleggiava.

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