Capitolo 26 - Future days (Pt. 1)

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"Devo svegliarmi".

Fu il suo primo pensiero in uno stato semicosciente, ad un passo dall'essere completamente vigile.

Giulia riuscì ad aprire le palpebre qualche secondo dopo, allungando lentamente una mano verso il comodino, cercando a tastoni l'interruttore della lampada. Lo trovò con un po' d'impaccio, ma alla fine la stanza venne illuminata completamente, seppur con luce fioca e giallastra.

Fu più facile così individuare il cellulare, acceso nonostante lei e Filippo fossero andati a dormire più di un'ora prima. Erano appena le ventitré e qualche minuto e, seppure la sua mente fosse ancora in parte offuscata dalla sonnolenza, Giulia prese il cellulare tra le mani, e lo portò vicino a sé per tenere controllata l'ora.

E poi attese.

E il suo istinto non aveva sbagliato, né il suo corpo le aveva mandato un segnale da sottovalutare.

"Sono cominciate".

Calcolò che avevano sufficiente tempo per prepararsi e chiamare un'idro-ambulanza, ma tenne anche conto che quello era il secondo parto, e il travaglio sarebbe durato molte meno ore rispetto a che se fosse stato il primo. In realtà dovevano muoversi.

Si girò verso il lato del letto occupato da Filippo: stava ancora dormendo beatamente, nemmeno accortosi del fatto che la stanza non era più immersa nel buio e nel silenzio completo. Giulia iniziò a scuoterlo non troppo bruscamente, ma con sufficiente determinazione per far in modo che si svegliasse.

-Filippo- iniziò a chiamarlo dopo un paio di secondi – Devi svegliarti-.

Pian piano sembrò che si stesse riscuotendo dal sonno. Lo vide muoversi, mugugnando qualcosa, e Giulia non si dette per vinta. Continuò a scuoterlo fino a quando Filippo non si decise a socchiudere gli occhi, guardandola tra le ciglia scure.

-Che c'è?- bofonchiò con la voce impastata.

Giulia era piuttosto sicura che, non appena avesse recepito quel che stava per dirgli, non sarebbe più stato così addormentato come ora.

-Sono cominciate le contrazioni- annunciò a voce alta, sperando di non apparire troppo agitata – Non so esattamente da quando, in realtà, ma dobbiamo iniziare a muoverci-.

Passarono tre secondi prima che Filippo alzasse maggiormente la testa, guardandola con occhi sgranati:

-Le contrazioni?- ripeté a voce così bassa che Giulia per poco non lo udì.

Lei annuì:

-Sì. Sono iniziate. Dobbiamo andare in ospedale-.

"Domani potrebbe essere il gran giorno".

Aveva sempre avuto una strana sensazione riguardante il 3 Agosto. Ora che le ultime ore del 2 stavano finendo, con le contrazioni già iniziate, cominciava a credere che il suo sesto senso avesse davvero avuto ragione.

Dubitava che quello potesse essere un secondo falso allarme, come successo la settimana prima. Quella era davvero la volta buona.

-Cazzo- borbottò sottovoce Filippo, iniziando a scostare le lenzuola per potersi alzare – Cazzo. Abbiamo la valigia pronta, vero?-.

-Sì, mancano solo poche cose che avevamo deciso di infilare dentro all'ultimo- lo istruì Giulia, le ultime scie di sonnolenza che ormai l'avevano totalmente abbandonata – Ed è decisamente arrivato il momento di mettercele dentro-.

Faticò molto più di Filippo ad alzarsi. Il suo corpo era pesante, irrigidito per le contrazioni che erano divise l'una dall'altra ancora da diversi minuti, e il suo pancione era più grande che mai: era sceso, segno evidente che il parto era imminente, e il piccolo si faceva sentire con qualche calcio.

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