-Ora fai attenzione-.
Caterina afferrò il pennarello indelebile che aveva posato dieci minuti prima sul tavolo della cucina, avvicinandolo a Francesco e porgendoglielo.
-Ti dico io che lettere scrivere, va bene?- gli spiegò, sorridendogli e scompigliandogli i capelli biondi.
Francesco annuì entusiasta, afferrando il pennarello e sporgendosi meglio sulla maglietta bianca, della sua misura, aperta sulla superficie del tavolo.
-Ok, mamma- borbottò, già concentrato su quel che sarebbe andato a fare.
Caterina si avvicinò il più possibile al tavolo con la sedia, per lasciare che Francesco – ora in piedi, i piedi scalzi che appoggiavano direttamente sulle sue cosce- riuscisse ad essere più comodo nello scrivere sul tessuto candido. Gli mise entrambe le mani sui fianchi per bilanciarlo meglio ed evitare che cadesse, mentre lo osservava quasi stendersi del tutto sul tavolo.
-La prima lettera è una b- gli disse, portandosi a sua volta più vicina alla maglietta per indicargli meglio da dove iniziare a scrivere.
Aveva comprato quella maglietta bianca per Francesco poco prima di doverlo andare a prendere all'asilo, dopo essere uscita dal lavoro: si era fermata al primo negozio per abbigliamento per bambini che aveva scovato lungo la strada. Quando un'ora prima erano rientrati in casa, Francesco era rimasto entusiasta dalla sorpresa che Caterina aveva in serbo per lui: le era bastato mostrargli l'indelebile nero e la maglietta per fargli capire che era giunta l'ora di una sessione di disegno. Francesco non si era posto domande: gli bastava dare sfogo alla sua fantasia da bambino di tre anni e mezzo.
Caterina lanciò un'occhiata all'orologio appeso alla parete della cucina: mancava circa un'ora al ritorno di Nicola dal lavoro. Sperava che per allora lei e Francesco avessero finito con la maglietta.
Osservò suo figlio tracciare la lettera che gli aveva indicato, scrivendola maiuscola. Sapeva che le altre lettere avrebbe, molto probabilmente, dovuto tracciargliele lei, prima che Francesco ne riempisse i contorni: per quanto gli piacesse disegnare e provare a tracciare qualche parola di cui ancora non conosceva il significato, Francesco ancora faticava a riconoscere tutte le lettere dell'alfabeto.
Nonostante tutto, si sentiva particolarmente fiduciosa: non le interessava come sarebbe potuto essere il risultato finale della maglietta, non quanto le interessava la riuscita della sorpresa che aveva in serbo per Nicola e quale sarebbe stata la sua reazione. Di lì a un'ora l'avrebbe scoperto.
*
Quando udì la chiave girare nella serratura, sentì il cuore cominciare a batterle più velocemente. Caterina si avviò con lunghi passi verso l'ingresso, cercando di mantenere la calma, almeno in apparenza: non voleva dare indizi a Nicola prima del previsto.
Arrivò nel momento in cui vide la porta dell'appartamento aprirsi: Nicola entrò con un lungo sospiro, dandole le spalle per lasciare l'ombrello bagnato accanto allo stipite della porta. Aveva iniziato a piovere da poco, e Caterina sperava solo che il temporale non durasse oltre la notte: non voleva che il maltempo rovinasse la festa per la laurea di Giulia, che ci sarebbe stata il giorno dopo.
-Sono a casa- Nicola lo disse ad alta voce, probabilmente non ancora accortosi della presenza di Caterina lì vicino. Quando si girò, qualche secondo dopo, sobbalzò appena nel vederla già lì:
-Non ti avevo sentita arrivare- le disse, richiudendo la porta d'ingresso.
Caterina gli lanciò un sorriso divertito:
-Me ne sono accorta- fece, aspettando che Nicola si avvicinasse – Ti stavamo aspettando-.
Nicola si chinò appena su di lei per lasciarle un bacio sulla fronte:
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Walk of Life - Adulthood
Fiksi UmumLa vita a quasi trent'anni è fatta di tante cose: eventi felici ed eventi che ti mandano in crisi, successi ed insuccessi, traguardi personali e lavorativi, vecchi legami che cambiano e nuovi che nascono ... Giulia è convinta di saper navigare il ma...