Capitolo 39 - Beautiful with you (Pt. 2)

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Capì subito che quella era forse la domanda che avrebbe messo in difficoltà Alessio più di tutte le altre. Lo osservò assumere un'espressione perplessa, come se non sapesse neanche lui cosa rispondere.

-Credo ... Bene?-.

Pietro lo guardò con un sopracciglio alzato, al che Alessio fece un sospiro profondo:

-È stato strano- ammise – Ma era solo la prima seduta, immagino ci farò l'abitudine ... -.

-Ti sei trovato bene?-.

Alessio annuì:

-Sì, non è stata male. Sono io che faccio fatica a spiegare certe cose-.

Sospirò di nuovo, gli occhi azzurri che evitavano quelli di Pietro.

-Diciamo che uno degli obiettivi è superare certe barriere che mi autoimpongo- disse a mezza voce, lasciandosi andare ad una risata un po' forzata – Quindi se mi sfogherò di colpo su qualsiasi cosa, sai che è a fini terapeutici-.

Pietro rise sommessamente, ma solo per qualche secondo, mentre continuava a passare le dita tra le ciocche di Alessio.

-Penso che ti farà bene sul serio, però- mormorò.

-Già-.

Alessio sembrò non voler aggiungere altro, ma Pietro non se ne preoccupò: poteva capire come mai volesse tenere per sé certi dettagli della seduta. E, d'altro canto, c'era qualcosa che gli diceva che, andando avanti, si sarebbe aperto molto di più anche da quel punto di vista.

Per il momento poteva bastargli sapere che Alessio ne era uscito sufficientemente soddisfatto.

-Sto rischiando di addormentarmi qui-.

Alessio stava sorridendo, ma ora teneva gli occhi chiusi. Se non fosse stato per il fatto che avevano parlato fino a quel momento, in effetti, Pietro non avrebbe escluso di vederlo cadere addormentato sul serio.

-Puoi anche restare- gli disse, in parte cauto – Tanto devi solo dormire-.

Sperò di non essere suonato troppo prudente. Non era ancora successo che Alessio si fermasse lì per la notte, non dopo Agosto. E se doveva essere sincero, lui per primo si sentiva in parte insicuro riguardo quella proposta.

"Se domani mi sveglio e non c'è ...".

Cercò di non sprofondare in quell'insicurezza: erano passati un sacco di mesi da quella notte, e le cose tra di loro erano ad un punto completamente diverso da allora. Alessio era diverso, e lo era anche lui: doveva cercare di non pensare che tutto potesse andare a rotoli da un momento all'altro senza un reale motivo.

-Non ho niente con cui cambiarmi- obiettò Alessio, senza però reale convinzione nella voce.

Pietro lo guardò sarcasticamente:

-Ti ho già prestato i vestiti che hai addosso, prestarti qualcosa per la notte non sarà un dramma-.

-E hai uno spazzolino in più?-.

-Sì, direi che quasi sicuramente ne ho uno di scorta-.

Quell'ultimo particolare sembrò convincere definitivamente Alessio: Pietro lo osservò annuire, più tra sé e sé che rivolto a lui, senza aggiungere nient'altro.

Pietro cercò di ignorare l'intrinseca agitazione di quello che sarebbe venuto dopo: quanto sarebbe stato strano, per lui e forse anche per Alessio, dormire insieme nello stesso letto sapendo com'era andata l'ultima volta che era successo?

L'unico modo per distrarsi fu quello di continuare a parlare, cambiando argomento:

-Potresti venire qui anche la sera del mio compleanno-.

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