Capitolo 34 - On the ground (Pt. 3)

2 0 0
                                    

"You think you've got everybody fooled, don't you? Well, not me, honey. I've known you too long and regrettably too well. And no matter how hard you try to deny it, I can tell you care as much about him as he cares about you, only you haven't got the big hairy cojones to say it [...]

Whatever it takes ... To admit that you love him. And I know that you do, despite all your efforts to never let another heart touch yours. And that's assuming, of course, you have one. That little persistent kid has somehow gotten in under the wire. And that's what's happened, huh? Now admit the truth. You love him, don't you?" *


Aveva appena fatto in tempo a togliersi il cappotto e le scarpe, pochi minuti dopo essere rientrato in casa, prima di avvertire i passi dei suoi figli correre dal salotto all'entrata. Alessio non provò nemmeno ad allontanarsi dal punto in cui si trovava, rassegnato al fatto che avrebbe fatto meglio ad aspettarli lì, come praticamente ogni sera quando rientrava a casa dopo il lavoro.

Erano le sette, fuori faceva già freddo come se l'inverno fosse arrivato in anticipo e si trovassero a Dicembre anziché a fine Ottobre, e le uniche cose che agognava dopo una giornata stancante e con ore ed ore di sonno arretrato erano una doccia calda ed un letto su cui stendersi. Non aveva nemmeno fame, quindi pure la cena non gli sembrava qualcosa di così essenziale, in quel momento. Ma per quanta fretta potesse avere di togliersi la camicia e la cravatta di dosso, e rintanarsi nel suo solito angolo per restare in pace con i suoi pensieri, si costrinse a rimanere fermo lì in attesa che Christian e Federica potessero salutarlo quanto volevano.

In pochi secondi li vide sbucare fuori dall'angolo, e il senso di sollievo nel vederli arrivare fece sfumare anche il senso di dovere nel ricordare loro che non avrebbero dovuto correre, con il rischio di inciampare e farsi veramente male.

-Ma chi si rivede- li accolse sorridendo, chinandosi alla loro altezza per poterli abbracciare con più facilità. Con la coda dell'occhio vide che anche Alice si era avvicinata, forse di passaggio dal salotto alla cucina, forse giunta lì rincorrendoli per controllare che quella loro breve corsa non avesse esito negativo.

-Papà, vuoi un bacino?- gli chiese Federica, con una pronuncia ancora un po' stentata, ma perfettamente intendibile. Quella sera aveva i capelli biondi raccolti in due codini, e ad Alessio parve quasi di rivedere sua sorella Irene quando aveva l'età di sua figlia, quando anche a lei venivano acconciate le ciocche bionde in quello stesso modo.

-Va bene, amore. Non hai bisogno di chiedermelo- le disse dolcemente, lasciando che Federica gli baciasse velocemente una guancia, in maniera un po' disordinata, ma sicuramente piena di affetto. Ed Alessio aveva bisogno di ogni briciolo di quell'affetto, in quei mesi più che mai.

-Papà era triste ieri sera- Christian gli si era accoccolato addosso, ma stava guardando Alice in quel momento, che ancora non aveva detto nulla, solo accennato un saluto con il capo nella direzione di Alessio. Potevano sembrare parole casuali quelle appena pronunciate da suo figlio, ma Alessio intuì subito che non sarebbero mai passate inosservate, non da Alice.

Si era avvicinata, spostando lo sguardo dai loro figli a lui:

-Quindi lo state consolando?-.

-Sì- Federica fu la prima a rispondere.

-Dagli un bacino anche tu, mamma- la incitò Christian.

Alice sembrò incerta per qualche secondo, prima di decidere di avvicinarsi ulteriormente e chinarsi quel che le bastava per lasciare un veloce bacio sui capelli di Alessio. Era un gesto che fino a pochi mesi dopo la nascita di Federica sarebbe stato troppo imbarazzante da compiere, ma ora sembrava solo un gesto d'affetto tra due persone che si volevano bene come due fratelli.

Walk of Life - AdulthoodDove le storie prendono vita. Scoprilo ora