Capitolo 29 - Too late (Pt. 1)

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Dimmi perché

Le nostre mani ferme a quel momento

Dimmi perché

Tutto brucia attorno a questo tempo

Resterò qui fermo sopra il mondo

Ed aspetterò il tuo ritorno

E quando sarai qui saremo soli

Io e te

(Lost - "Sopra il mondo")*


Si buttò sul divano come se ne dipendesse della sua vita, anche se in realtà era solo la stanchezza a farlo agire così. Pietro sospirò pesantemente, mentre si rigirava per trovare la posizione più comoda.

Accarezzò l'idea di stendersi e iniziare a leggere un libro, visto che l'ultimo l'aveva finito la settimana scorsa e ne aveva comprati alcuni poco tempo prima che ancora attendevano di essere sfogliati. Si rese conto, però, che la concentrazione necessaria non ci sarebbe stata – e a quel punto tanto valeva accendere la tv e guardare un film o una puntata di una serie tv senza troppo impegno, prima di andare a dormire. Voleva solo far passare il tempo per arrivare all'indomani, quando finalmente Giada sarebbe venuta fino a lì per lasciargli Giacomo e Giorgio. L'idea di averli per tutto quel weekend, dopo che erano stati in Friuli – per troppi giorni, a suo parere- era l'unica cosa che lo faceva andare avanti.

Alla fine, dopo quegli attimi ad elucubrare, si stese davvero sul divano, su di un fianco, in modo da poter avere gli occhi puntati sulla tv senza troppi problemi. Telecomando in mano e schermo finalmente acceso, optò per un film di qualche anno prima, che non gli sembrava brillante ma nemmeno troppo mediocre, e che quindi aveva vinto la sua attenzione.


Pietro aggrottò la fronte, dubbioso. Era sicuro di non stare aspettando nessuno, e che Giada gli avesse detto che sarebbe passata sabato mattina proprio perché quel venerdì lei e i bambini avrebbero affrontato il viaggio di ritorno.

Chi diavolo poteva essere?

Chiunque fosse non si arrese facilmente, perché suonò di nuovo, ed anche una terza volta. Pietro si decise ad alzarsi, seppur controvoglia. Fu mentre camminava fino all'ingresso che una mezza idea fece capolino nella sua mente, dettata forse dal fatto che quello fosse tutto un imprevisto.

"E se ...".

L'incertezza che potesse essere Alessio, magari pentito di quel che era successo quattro giorni prima, gli fece accelerare il battito del cuore per l'agitazione. Se fosse stato davvero lui? Forse voleva parlargli di nuovo, nonostante Pietro lo avesse lasciato con un addio inequivocabile.

Sapeva altrettanto bene che, nonostante tutto e i giorni d'inferno appena passati, lo avrebbe ascoltato.

Quando aprì la porta, però, il suo cuore ebbe un tuffo, tutto di delusione.

-Ah, sei solo tu-.

Pietro si pentì di quell'uscita l'attimo dopo, ma non fece in tempo ad aggiungere nulla che Martino aveva già colto ogni sfumatura delle sue parole:

-Sì, solo io- disse sarcasticamente, un sopracciglio alzato in disappunto – Aspettavi qualcun altro?-.

Pietro scosse il capo.

-E vorrei ben dire, visto che avevi un impegno con me- Martino sbuffò con un certo nervosismo, e senza aspettare che Pietro gli potesse chiedere spiegazioni, si fece strada all'interno dell'appartamento. A lui non rimase che richiudere la porta d'ingresso e seguire l'altro con occhi sgranati, senza ancora ben capire cosa diavolo stesse succedendo.

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